Scuderie del Quirinale. Hans Memling ovvero il Rinascimento fiammingo

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Memling Ritratto di uomo con moneta

Nel 1994, cinquecentesimo anniversario della sua morte (1494) una importante mostra a Bruges, segnò una svolta nella valutazione di Hans Memling, dopo la scarsa considerazione in cui fu tenuto dalla critica nella seconda metà del secolo scorso.

Fu l'inizio di una rivalutazione basata su una serie di pubblicazioni scientifiche che hanno approfondito vari aspetti della sua arte. Non meraviglia quindi che l'esposizione alle Scuderie del Quirinale di Roma, fino al 18 gennaio 2015, Memling. Rinascimento fiammingo sia un evento, è la prima in Italia, dedicata a uno straordinario artista che influenzò profondamente gli artisti del Rinascimento italiano. La  mostra è stata curata da un esperto dell'arte fiamminga del XV secolo, Till-Holger Borchert, che è anche curatore del Memling  Museum di Bruges.

Il percorso dell'esposizione ha voluto evidenziare sia i legami e le differenze tra l'arte di Memling e quella dei grandi artisti  della scuola fiamminga, che l'avevano preceduto: Jan van Eyck, Rogier van der Weyden e Petrus Christus, sia l'influenza esercitata sulla pittura italiana. La scarsità di documenti su Memling ha reso problematico lo studio della vita dell'artista, intanto la data di nascita a Seligenstadt, vicino a Francoforte, collocata presumibilmente tra il 1430 e il 1440, quest'ultima è quella preferita dagli studiosi. Non si sa nulla di preciso neanche sull'apprendistato dove e con chi, sono state formulate varie ipotesi, analizzate nel saggio di Barbara G. Lane.

Se sia stato a Colonia o a Bruxelles prima di stabilirsi a Bruges, che rapporti abbia avuto con le botteghe di Jan van Eyck, Rogier van der Weyden e con Petrus Christus, attivo a Bruges quando Memling vi si stabilì. Potrebbe aver conosciuto le loro opere avendole viste o attraverso i disegni preparatori di bottega, modelli che venivano lasciati da questi pittori per essere replicati dagli aiuti, in modo di  far fronte alle richieste della committenza. Gli studiosi si sono quindi basati soprattutto sull'analisi comparativa.

Anche della sua permanenza fino alla morte a Bruges , documentata dal 1465,  si sa poco e solo due opere sono datate e firmate: La pala di San Giovanni e il Trittico di Jan Floreins , entrambi del 1479, le altre notizie provengono dalle descrizioni delle sue opere che sono pervenute e dalle notizie sui committenti. Il grande numero di opere uscito dalla sua bottega fa ritenere che fosse ben organizzata e con molti aiuti.

I committenti non furono solo fiamminghi ma anche provenienti da vari paesi europei di cui un 20% italiani. I rapporti di scambio commerciale tra le Fiandre e l'Italia centro settentrionale fin dal 1300 avevano favorito la conoscenza degli artisti fiamminghi da parte di commercianti e banchieri, soprattutto fiorentini e veneziani, residenti nelle Fiandre, che commissionarono opere devozionali e ritratti. La pittura fiamminga era molto apprezzata nelle corti dell'Italia settentrionale, ma poi agli aristocratici si aggiunse anche la borghesia, che voleva imitarli, a Firenze, Venezia e Genova. Cosa aveva colpito la committenza italiana ? Intanto la tecnica ad olio, più brillante e dalla tavolozza più ricca di colori e di sfumature rispetto alla tecnica di tempera all'uovo, e poi l'accuratezza dell'imitazione della realtà, che si manifestava nei ritratti, nei dettagli accurati della ricchezza degli interni e nei paesaggi.

L'esposizione è articolata in sette sezioni e avrebbe dovuto essere aperta dal Trittico del Giudizio universale, una commissione di Angelo Tani per la sua cappella sepolcrale nella chiesa dei Medici di Badia Fiesolana, dove non arrivò mai, perché la nave che lo trasportava fu assalita dai pirati della Lega Anseatica. Il trittico si trova ora a Danzica, e il prestito è stato revocato per le proteste dei cittadini. Nella prima parte  sono esposte le prime opere, pitture devozionali che i committenti aristocratici o ricchi mercanti e banchieri richiedevano per il prestigio che gliene derivava.

Qui si può ammirare riunito per l'occasione, il Trittico di Jan Crabbe, le cui tre parti sono divise tra Vicenza, La Crocifissione con Jan Crabbe,  Bruges, gli scomparti laterali con l'Annunciazione e New York, i due recto degli scomparti laterali, due dei parenti del committente, la madre e il nipote accompagnati dai rispettivi santi protettori: sant'Anna e san Guglielmo di Malavalle. La composizione riecheggia i modelli di  van der Weyden, bisogna però tenere presente che la committenza  potevaa richiedere non solo il soggetto, ma anche di ispirarsi a opere di altri autori. L'Annunciazione è rappresentata non con statue ma con figure “vive” per rendere efficace il simbolo dell'incarnazione. Anche se appartiene alle prime opere, nel trittico è già  evidente l'abilità nei ritratti e nei paesaggi.

Tra le pitture devozionali richieste dalla committenza ci sono anche quelle sostitutive del pellegrinaggio a Gerusalemme per beneficiare delle indulgenze. La Passione di Memling, ricostruisce tutti dettagli delle stazioni, dall'entrata in Gerusalemme alla Resurrezione, un percorso di preghiera e uno stupefacente itinerario narrativo, esaltato dai colori e dai dettagli. C'è anche un Trittico della Passione di un Seguace di Memling, a testimoniare la richiesta di copie di soggetti, che avevano incontrato il particolare favore del pubblico.

Un esempio di come l'arte di Memling abbia influenzato i pittori italiani, è il Cristo benedicente, in mostra con la Mater dolorosa del fiammingo, e la copia praticamente perfetta, realizzata a tempera all'uovo, dal Ghirlandaio, un virtuosismo nell'emulazione della pittura ad olio, ma anche la testimonianza di come l'accuratezza nell'imitazione della realtà fosse ammirata in Italia.

Una delle richieste  preferite dalla committenza italiana fu certamente la rappresentazione del paesaggio, una forma di “ritratto della natura” in cui Memling eccelleva, lo troviamo nella pittura devozionale, sia quella ufficiale, sia quella di più piccole dimensioni destinata alle cappelle private nei palazzi. Questo era un privilegio concesso dalla Chiesa a pochi e per questo una affermazione di status. Proprio in alcuni esempi di questa pittura devozionale privata appaiono le influenze della pittura italiana: nel Trittico Pagagnotti, sopra la Vergine in trono compaiono ghirlande rette da putti, un motivo dell'arte rinascimentale che compare già in Donatello (1386- 1466): la celeberrima cantoria ora  al Museo dell'Opera del Duomo di Firenze ne è un esempio strepitoso.

Uno dei cambiamenti indotti dalla pittura fiamminga in quella italiana è nell'arte del ritratto, mentre in Italia i ritratti erano di profilo, in quella fiamminga di tre quarti, la resa dell'illusione della realtà, data dallo sguardo rivolto verso lo spettatore,  veniva rafforzata dalla posizione delle mani o da altri particolari,che davano l'illusione che uscissero dal quadro, già Jan van Eyck ne era stato un indiscusso maestro. Memling è stupefacente, su richiesta della committenza italiana, che amava l'imitazione della natura, sostituì al fondo scuro, dei fascinosi paesaggi che per dettagli e sfumature di colori ammaliarono i contemporanei e incantano ancora oggi.

Il Ritratto di uomo con moneta, che molti storici dell'arte identificano con Bernardo Bembo, ambasciatore veneziano alla corte di Borgogna e padre del più famoso Pietro, umanista e cardinale, fu a lungo  attribuito ad Antonello da Messina (1429-79). L'influenza esercitata da Memling  fu immensa non solo in Antonello, la troviamo in Botticelli, Ritratto di uomo con medaglia di Cosimo il Vecchio, in Leonardo nella Gioconda e in Raffaello, La dama con il liocorno.  Una intera sezione è dedicata ai ritratti veri e propri, che si aggiungono a quelli dei committenti nelle opere devozionali e che testimoniano la straordinaria abilità e la grandezza di Memling come ritrattista.

Pubblicato in: 
GN4 Anno VII 27 novembre 2014
Scheda
Titolo completo: 

Memling. Rinascimento fiammingo
Scuderie del Quirinale

Via XXIV Maggio 16, Roma
11 ottobre 2014 – 18 gennaio 2015

A cura di
 Till-Holger Borchert
Sotto lʼAlto Patronato del Presidente della
Repubblica
Orari
Domenica – giovedì dalle 10.00 alle 20.00
Venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.30
Non si effettua chiusura settimanale
La biglietteria chiude un'ora prima
Ingresso
Intero € 12,00
Ridotto € 9,50
Infoline e Prenotazioni
per singoli, gruppi e laboratori T. +39 06 39967500
per le scuole T. +3906 39967200
Sito internet www.scuderiequirinale.it
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