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Il seme del male di Joanne Harris. Il fascino della vampira romantica
Nel 1989, molto prima di diventare l'autrice del best seller Chocolat, Joanne Harris si era cimentata in una storia gotica e horror con Il seme del male (The Evil Seed in edizione originale), che fu pubblicata in Gran Bretagna ma non ottenne il successo sperato. Ad oltre vent'anni di distanza, in un momento in cui vampiri e dintorni sono a dir poco inflazionati, questo primo esperimento gotico torna in libreria in tutto il mondo, e si può scoprire il contributo di una delle autrici contemporanee più popolari ad un tema eterno ma spesso trattato con sciattezza e poco interesse, oltre che in situazioni ripetitive, stereotipate e poco rispettose della vera mitologia del signore della notte.
Come anche in altre storie dell'autrice, Il seme del male si svolge in due epoche diverse, a Cambridge, dove la Harris ha studiato e lavorato per diversi anni: una parte della vicenda è ambientata nel 1947, un'altra alla fine degli anni Ottanta. Nel primo dopoguerra la protagonista è una misteriosa giovane, Rosemary, salvata dalla morte per annegamento dal giovane Daniel che si insinuerà pian piano nella sua vita, mentre in un'epoca più vicina ai giorni nostri la giovane pittrice Alice si trova ad essere misteriosamente attratta proprio dalla tomba di quella Rosemary e sente una strana inquietudine per Ginny, la nuova fidanzata del suo ex Joe, non spiegabile solo come gelosia abbastanza scontata.
Tra passato e presente, senza proferire una sola volta la parola vampiro ma parlando di vampiri e fantasmi, Joanne Harris costruisce una storia di un certo fascino, anche se a tratti un po' confusa (non aiuta la scansione dei capitoli, con titolo uguale a seconda del piano temporale scelto), rileggendo i vampiri in un contesto più realistico di altri, meno romantico che nei vari Twilight e affini, non dimenticando misteri, edifici abbandonati, cimiteri, nebbia.
Interessante riprendere in mano una figura dimenticata dall'immaginario vampirico contemporaneo, la vampira bella e dannata, cara agli scrittori romantici e al Le Fanu di Carmilla, capace di affascinare sia uomini che donne fino alla dannazione. Poco incisivo invece il branco di vampiri assetato di sangue, simile a certe rappresentazioni cinematografiche degli anni Ottanta ma senza inventiva e fascino.
Senz'altro Joanne Harris ha dato il meglio di sé in altri libri, mantenendo sempre un rapporto privilegiato con il paranormale, come viene fuori in Chocolat e in Le scarpe rosse, nel fantasy Le parole segrete, nel romanzo storico La donna alata. Il seme del male non è forse un debutto folgorante, ma è un tributo più adulto anche se non pienamente riuscito ad una figura come il vampiro che forse si sta troppo banalizzando sotto i colpi della legge del mercato e dei generi popolari: non bisognerebbe dimenticare che i vampiri sono temibili oltre che affascinanti, e che la loro vicinanza può essere letale molto più che romantica.