Tor Vergata. In scena il Combattimento di Tancredi e Clorinda

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Fabio Maestri

La stagione di concerti dell'Università di Roma Tor Vergata ha presentato, mercoledì 25 febbraio 2015, un concerto dedicato a due giganti della musica barocca Händel e Monteverdi. l'Orchestra Roma Sinfonietta che ha suonato con strumenti barocchi è stata diretta Fabio Maestri. Il concerto è stato diviso in due parti, una esclusivamente strumentale, dedicata a Händel, la seconda in forma scenica, incentrata su Monteverdi.

Ha aperto il programma con il Concerto grosso op. 6 n° 5 in re maggiore per archi e continuo; il Concerto grosso è un tipo di composizione creata da  Arcangelo Corelli, prevede un gruppo di strumenti, il Concertino, composto da due violini e violoncello, opposto ai Tutti o Concerto grosso; queste composizioni venivano suonate in occasioni solenni anche religiose. Georg Friedrich Händel, che, aveva conosciuto personalmente Corelli a Roma durante il suo soggiorno italiano (1706-1710), poi nel 1739 compose, in Inghilterra, i Concerti Grossi nello  stesso anno in cui scrisse anche gli oratori Saul e Israele in Egitto. Questa composizione benché ispirata alla struttura di Corelli, risente anche dell'influsso della musica francese e, essendo destinata a occasioni diverse da quelle romane, ha un carattere brillante caratterizzato da una grande varietà ritmica.

I ventuno brani musicali di Water Music (Musica sull'acqua) furono composti in diversi momenti, tra il 1715 2 1717 ,ma sempre allo scopo di allietare le gite in barca sul Tamigi del re d'Inghilterra Giorgio I. Non è stato possibile sapere l'esatta sequenza dei brani, quando furono eseguiti in quelle circostanze, perché le nusiche furono rimaneggiate più volte dall'autore, che ne trasse tre Suite. La Suite III in sol maggiore per flauto, suonato dalla brava Laura Pontecorvo, ha un carattere di musica da camera, mentre la Suite in re maggiore per tromba ha le caratteristiche di quella destinata agli spazi all'aperto. Della puntuale e scintillante esecuzione di Andrea Di Mario ricordiamo il suono squillante e solare della tromba naturale, che ha una sonorità più morbida di quella moderna. L'Orchestra Roma Sinfonietta ha offerto una buona prova sotto la direzione di Maestri, che ha esaltato la varietà ritmica, la levità e il carattere brillante e maestoso delle musiche di Händel.

La seconda parte è stata dedicata a Claudio Monteverdi, un gigante vissuto in un'epoca di grande sperimentazione musicale di cui fu un grande protagonista; i due brani scelti sono emblematici di una costante ricerca espressiva che mirava a rendere con la musica il testo poetico,nella descrizione degli affetti e dell'azione. Il Settimo libro dei Madrigali, a cui appartiene “Se i languidi miei sguardi”,  ha come titolo Concerto, una denominazione scelta per indicare il contenuto, esemplificato nel sottotitolo in cui si dice che oltre ai madrigali ci sono “altri generi de canti”, una scelta non in linea con la tradizione, che cominciava ad essere adottata anche da altri musicisti, Caccini ne fu un esempio.

“Se i languidi miei sguardi”, appartiene agli “altri generi de canti”, è indicata come: “lettera amorosa [in versi sciolti] a voce sola [canto] in genere rappresentativo e si canta senza battuta” il “senza battuta” indica che deve prevalere l'espressività del testo sulla rigidità ritmica, nella recitazione cantata. Si tratta quindi di una monodia accompagnata che può essere considerata una anticipazione del recitativo, il testo è di Claudio Achillini, che indica che la lettera è scritta da un cavaliere, il brano è, però, cantato da un soprano, cosa scegliere, i sentimenti del cavaliere o le reazioni della dama che legge ? Il direttore, Maestri, e il regista, Cesare Scarton, hanno preferito la seconda ipotesi, interpretando il testo con  garbata e acuta ironi,, la destinataria, ben interpretata da Angela Nisi, reagisce ai crescenti deliri amorosi del cavaliere passando dallo stupore all'esasperazione, infine ha un gesto di stizza, accartoccia e getta via  la lettera ma...poi la raccoglie ….ci ripensa ?

Dopo c'è stata l'esecuzione di una sinfonia  estrapolata da “Tempro la cetra” che apre il VII libro dei Madrigali. L' Ottavo libro dei madrigali,Madrigali guerrieri e amorosi” (1638) contiene un avvertimento in cui Monteverdi presenta il nuovo “concitato genere” di cui è una formidabile testimonianza il mirabile Combattimento di Tancredi e Clorinda, definito dal compositore di “genere rappresentativo”. Le parole con cui Monteverdi introduce la composizione sono fondamentali, dimostrano come sia stato un precursore nella sua visione non solo di compositore, ma anche di drammaturgo e di regista dell'azione. Le parti sono divise tra il Testo, Tancredi e Clorinda. ci sono, inoltre, le indicazioni sceniche su come si devono muovere i protagonisti e dove deve porsi il Testo, un esempio: Tancredi  appare su un cavallo di legno e la musica ne fa sentire il passo. La prima, nel 1624, a Palazzo Mocenigo, era avvenuta dodici prima della pubblicazione, gli strumenti previsti per l'occasione furono quattro viole da braccio ( soprano, alto, tenore e basso), contrabbasso da gamba e clavicembalo.

Le indicazioni del compositore illustrano bene la sua visione di dramma in musica, al Testo raccomanda di non fare abbellimenti, salvo in punto ben specificato, ma di essere chiaro ed espressivo, la musica segue lo svolgimento dell'azione, sia per quello che riguarda i sentimenti dei personaggi, sia nelle fasi dello scontro. Per il cozzare delle armi, nel culmine dello scontro, Monteverdi indica il pizzicato: ”Qui si lascia l'arco e si strappano le corde con duoi diti“, primo esempio, scritto, conosciuto in Italia. Appare anche lo “stile concitato” note velocemente ribattute da voce e strumenti, altrettanto rapida la sillabazione e con fitte ripetizioni interne per un testo in cui dominano "ira et sdegno”. Cesare Scarton ha curato la parte scenica insieme al coreografo Daniele Toti, la scelta è stata di realizzare il duello con una coreografia di breakdance, che pur essendo molto fisica e acrobatica, ha conferito al duello un carattere di ritualità da guerrieri antichi del lontano Oriente, evocato anche dai costumi di Noemi Intino, una soluzione affascinante e drammaticamente efficace, bravi  Stefano Otoyo, come Tancredi, e Karen Fantasia, come Clorinda.

Roberto Abbondanza è stato un interprete ideale e drammaticamente efficace nelle resa del Testo, a cui è affidata la parte predominante e determinante nell'esecuzione della composizione, bene anche l'interpretazione vocale Angela Nisi Roberto Jachini Virgili. La direzione di Fabio Maestri è stata fondamentale per la riuscita del concerto, ha guidato con mano sicura i musicisti ottenendo in una interpretazione musicalmente raffinata e attenta alla drammaturgia.

Pubblicato in: 
GN17 Anno VII 12 marzo 2015
Scheda
Titolo completo: 

Stagione di concerti dell'Università di Roma Tor Vergata
Auditorium "Ennio Morricone" della Facoltà di Lettere e Filosofia
Orchestra Roma Sinfonietta
direttore Fabio Maestri

Georg Friedrich Händel Concerto grosso op.6 n°5 in re maggiore per archi e continuo
(1685 - 1759) Suite III in sol maggiore da Water Music
Suite in re maggiore da Water Music
Claudio Monteverdi da Concerto, Settimo libro dei Madrigali
(1567- 1643) “Se i languidi miei sguardi”
(“ Lettera amorosa a voce sola”)
testo di Claudio Achillini
Sinfonia
Da Madrigali guerrieri e amorosi […] Libro Ottavo
Il Combattimento di Tancredi e Clorinda
testo di Torquato Tasso

Angela Nisi soprano
Roberto Jachini Virgili tenore
Roberto Abbondanza baritono
Cesare Scarton regia

Compagnia GDO/Esperimenti Dance Company
diretta da Patrizia Salvatori
Stefano Otoyo Tancredi
Karen Fantasia Clorinda
Daniele Toti coreografia
Noemi Intino costumi