Torino. Dai 60 ai 60 al Museo del Risorgimento

Articolo di: 
Elena Romanello
Risorgimento

Il Museo del Risorgimento di Torino di piazza Carlo Alberto presenta una nuova mostra temporanea non inerente la Storia, come al solito, o non solo la Storia, ma per parlare di arte in una prospettiva legata comunque alla Storia. Fino al 17 settembre si parla di due periodi messi a confronto, gli anni Sessanta dell'Ottocento che portarono all'Unità d'Italia e gli anni Sessanta del Novecento e del boom economico con la corrente della Pop Art.

Dai ’60s ai ’60s. Un secolo dopo l’Unità d’Italia, la Pop Art, è curata dal critico d’arte Luca Beatrice e dal direttore del Museo Nazionale del Risorgimento di Torino Ferruccio Martinotti e mette a confronto in un percorso originale due momenti cruciali della storia del nostro paese, attraverso le rispettive testimonianze artistiche, agli opposti ma efficaci a raccontare quelle due epoche.

Il 1860 si caratterizza per l’eccezionalità dell’impresa dei Mille, Garibaldi è l’eroe per antonomasia, meno di un anno dopo, nel 1861, si sancisce l'Unità d'Italia, con uno Stato nuovo, mai esistito prima nella geografia politica europea e uno Stato vecchio, innestato sulla solidità del Regno di Sardegna, con squilibri territoriali, economici, sociali e culturali.

Cento anni dopo, nel 1961, l’Italia entra nel mondo contemporaneo, con il  boom economico, l'aumento significativo del PIL, l'esplosione demografica, il definitivo inurbamento e  lo spostamento migratorio interno verso le grandi città industriali, tutti elementi che mutano rapidamente il volto dell’Italia, dopo soli quindici anni dalla fine del secondo conflitto mondiale.  

La Pop Art, espressione dell’arte dei paesi più evoluti, Inghilterra e Stati Uniti in particolare, esplode anche in Italia diventando almeno fino al 1967, quando sarà un po' scalzata dall'arte povera, il genere pittorico più interessante proprio perché intrinsecamente collegato ai fenomeni sociali del tempo. La Pop Art  allarga i suoi orizzonti per affermarsi a livello nazionale: da Roma - con gli artisti di piazza del Popolo - a Milano; da Firenze a Torino, che proprio nel 1961 ridisegna l’intero quartiere di Italia ’61. La Pop Art italiana stabilisce un ponte soprattutto con New York, in particolare per la leggendaria mostra The New Realist alla Sidney Janis Gallery che vede la partecipazione, tra gli altri, di Mimmo Rotella e Mario Schifano. Una corrente artistica nazionale e globalizzata, che ha influenzato comunque la percezione delle arti e della creatività fino ad oggi.
Una cosa simile come espressione artistica era successa del resto anche in epoca risorgimentale, dove i suoi fatti  irrompono nel mondo delle arti, a livello tematico, mentre molti degli artisti dell'epoca partecipano in prima persona alla battaglia per l'Unità d'Italia. La grande pittura italiana presenta la celebrazione della Storia e l'espressione dei pittori soldati, emergono i nomi, spesso poliedrici e attivi non solo nell'arte e nell'impegno sociale di Felice Cerruti Bauduc, Massimo d’Azeglio, Angelo Trezzini, Michele Cammarano.

I quadri dei protagonisti del Risorgimento e quelli della Pop Art sono quindi affiancati, per ricordare come gli artisti non vivano in un mondo a parte e riflettano sul momento in cui vivono, tra ideali e battaglie da una parte e richiami al mondo dei media e alla politica dall'altra. 

Le opere in esposizione provengono, per la parte ottocentesca, dalle collezioni del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano e dalla GAM, mentre quelle del Novecento sono state concesse in prestito da collezioni private e da due importanti fondazioni, Intesa San Paolo Gallerie d’Italia e Fondazione Marconi.

Pubblicato in: 
GN31 Anno IX 2 giugno 2017
Scheda
Titolo completo: 

Unità d'Italia e pop art al Museo del Risorgimento di Torino
La mostra è aperta con lo stesso biglietto per il percorso permanente del Museo del Risorgimento, dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18.

Anno: 
2017