Accademia Filarmonica Romana. Schubert, Lucchesini & Cappelletto

Una serata dedicata a Franz Schubert, e alla sua ultima, estrema produzione pianistica, è quella che propone l’Accademia Filarmonica Romana giovedì 16 marzo al Teatro Argentina (ore 21). Protagonisti Sandro Cappelletto, che a Schubert ha dedicato il libro Da straniero inizio il cammino - Schubert, L’ultimo anno, e Andrea Lucchesini fra i migliori e più validi pianisti italiani.

Attraverso il racconto di Cappelletto – scrittore e storico della musica, autore di programmi per Radio3 e Rai5 - e l’interpretazione pianistica di uno dei più completi interpreti di oggi qual è Lucchesini, il pubblico potrà apprezzare e approfondire l’intenso periodo creativo delle ultime tre grandi Sonate schubertiane (in do minore D 958, in la maggiore D 959, in si bemolle maggiore D 960), nate tutte nello spazio di poche settimane, nel settembre 1828, poco tempo prima della morte del compositore. È possibile, come sostengono alcuni storici della musica, che l’intenzione di Schubert, nello scrivere le tre composizioni pianistiche, fosse quella di raccogliere l’eredità di Beethoven, scomparso l’anno precedente, confermando il suo attaccamento alle radici culturali del classicismo. Ma c’è sicuramente altro, andando oltre una prima lettura di questi lavori pianistici.

“Franz Schubert è il più ardito e libero di spirito di tutti i musicisti moderni” ebbe a dire Schumann e così introduce al concerto Sandro Cappelletto ribadendo la modernità dello spirito schubertiano: “Si fa fatica a crederlo, ma sappiamo che Schubert ha lavorato, contemporaneamente, su tutte e tre le Sonate, come fossero tre capitoli di un solo racconto, passando da uno spartito all’altro. Non gliele aveva chieste nessuno: nessun interprete, nessun editore, nessun mecenate. Scriveva senza considerare se avesse speranza o no di vendere quanto aveva scritto, come se non gli importassero più il consenso, il successo, gli applausi. Scriveva perché non poteva non farlo. Succede, se sei artista. Viveva ormai in una simultanea condizione di libertà e privazione. Era libero di seguire la propria pulsione creativa ed era privo di ogni possibilità reale che le sue opere più ardite venissero eseguite in pubblico. Schubert il difficile, il complicato, l’oscuro: questo dicevano di lui. La sua musica è sospesa, ti smarrisce, ti inquieta, non si sa bene che strada prenda. Stava aprendo nuovi orizzonti e, spesso, i nuovi orizzonti spaventano. Una condizione che può portare un artista alla depressione, allo sfinimento. Ma la sua forza creativa, per nostra fortuna, è stata più forte. E lo ha spinto ad un’impresa che nessun’altro ha osato: comporre un ciclo di sonate per pianoforte subito dopo gli esiti raggiunti da Beethoven. Ma Schubert, come emerge con forza e con chiarezza dall’ascolto in successione delle tre opere, aveva altro da raccontare…”.

TEATRO ARGENTINA
giovedì 16 marzo 2017 ore 21.00

LUCCHESINI
CAPPELLETTO
SCHUBERT

Andrea Lucchesini pianoforte
Sandro Cappelletto voce narrante

Franz Schubert
Sonata per pianoforte in do minore D 958
Sonata per pianoforte in la maggiore D 959
Sonata per pianoforte in si bemolle maggiore D 960

Biglietti: da 23 a 10 euro (più diritto di prevendita).
Info: www.filarmonicaromana.org , tel. 06-3201752, email promozione@filarmonicaromana.org

Il concerto si inserisce nell’ambito della rassegna
“La musica da camera dal barocco al contemporaneo” sostenuta dalla Regione Lazio -
Assessorato alla Cultura e Politiche giovanili