AIE e FNSI contro stop tariffe postali agevolate per editoria

Siamo profondamente indignati per un provvedimento improvviso, non annunciato e che per la sua applicazione immediata sconvolge tutte le pianificazioni commerciali del mondo dell'editoria libraria'. E' dura la reazione del presidente dell'Associazione Italiana Editori (AIE) Marco Polillo dopo la lettura in Gazzetta Ufficiale del decreto, pubblicato ieri sera, che abolisce da un giorno all'altro le tariffe agevolate postali per tutta l'editoria libraria, quotidiana e periodica. Le posizioni di Polillo e Siddi (FNSI).

'Al di la' del merito e delle ragioni dell'iniziativa - ha proseguito Polillo - siamo allibiti del fatto che in nessuna occasione ne' Poste, ne' gli organi istituzionali competenti ci abbiano dato la minima indicazione di una decisione imminente e sconvolgente per il nostro settore. Le ricadute saranno pesanti non solo in termini economici per la vita delle case editrici, ma anche per la cultura e l'informazione del paese: il canale postale e' infatti uno strumento fondamentale di diffusione dei libri,   soprattutto in quelle zone d'Italia non servite da librerie'. 'Risulta quindi indispensabile - ha concluso Polillo - un ripristino immediato delle tariffe agevolate e un'apertura del dialogo per l'individuazione di soluzioni sostenibili per tutti i settori interessati.

''Lo Stato strangolatore e' proprio troppo! La decisione del Governo di cancellare con un decreto le tariffe agevolate per la spedizione di giornali in abbonamento postale apre una spaventosa voragine nel settore dell'editoria, dove ora rischiano la cancellazione centinaia di testate e alcuni migliaia posti di lavoro tra giornalisti, amministrativi e tecnici. Anziche' trovare la giusta strada dell'apertura della concorrenza del mercato postale, dell'abbattimento ordinario delle tariffe, il Governo ha deciso, di punto in bianco, di cancellare le agevolazioni che - va detto con chiarezza - andavano direttamente alle Poste italiane, incapaci di proporre tariffe a prezzi equi o organizzate per applicarle con una base alta alla stampa, perche' tanto la differenza l'avrebbe sempre pagata lo Stato''. Lo scrive, in una nota, il segretario della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi.

''C'era - spiega Siddi - questa distorsione - tariffe piu' alte del valore reale - da correggere. Le parti sociali, editori e giornalisti su tutti, avevano dato la loro disponibilita' perche' si potesse avviare un progressivo riordino tariffario e del mercato postale nel suo complesso, anche allo scopo di ridurre il rimborso a carico delle casse dello Stato. Sembrava fosse in vista una soluzione di questo tipo. E invece e' arrivato un colpo basso. Tra l'altro l'immediato stop delle tariffe agevolate, deciso con decreto, sta provocando uno sconquasso immediato negli stessi uffici postali. Le riviste depositate da oggi nei centri di smistamento potrebbero restarvi a lungo perche' non risultano siano stati approntati i nuovi meccanismi di codificazione.

Di conseguenza, molti giornali, oggi come oggi, non partirebbero neppure con tariffa postale completa. Un pasticcio, a meno che le Poste italiane non si dimostrino in grado di un atto di saggezza''.

''Il taglio delle tariffe postali agevolate, peraltro - prosegue il segretario della FNSI -, colpisce indistintamente tutti i settori dell'editoria: in misura minore i quotidiani ma alcuni (quelli di contenuto prevalentemente specialistico lo sono) e intanto, mettono in ginocchio soprattutto l'area dei periodici, quella piu' colpita dalla crisi, contrassegnata da massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali. C'e' un rischio reale di cancellazione di tante attivita' editoriali di qualita', di carattere tecnico e professionale, su cui poggia l'attivita' di piccole e medie imprese di eccellenza e viene duramente colpita tutta l'editoria no profit, protagonista di un'attivita' di informazione sociale e culturale che rende un servizio incalcolabile alla convivenza civile.

Questi nuovi tagli arrivano, peraltro, mentre ancora sono aperte le ferite dell'ignobile taglio dei fondi per la stampa della comunita' italiana all'estero, per la quale si attende una risposta coerente del Governo agli ordini del giorno di ripristino dei fondi approvati dal Parlamento.

Altro che politica di riforme a piccoli passi! Con piccole botte, una dietro l'altra, si sta portando un settore come l'editoria ad una crisi superiore a quella che ha investito a suo tempo l'Alitalia. Sarebbe davvero un disastro, che poi lo stesso Stato - all'origine di questo tracollo - dovrebbe pagare con ben altre risorse''.

''Vorremmo sperare - conclude Siddi - si sia trattato di errori di valutazione tecnica. Chiediamo percio' all'Autorita' politica, in primo luogo al Presidente del Consiglio, di voler sospendere questi provvedimenti e avviare, verificandone l'impatto con le parti sociali, un serio e qualificante processo di riordino degli interventi, prevedendo in primo luogo i risparmi di spesa laddove ci sono gli abusi. La Fnsi avviera' con le altre parti sociali una serie di azioni perche', rapidamente, in un arco di tempo ragionevole e determinato, si compiano quelle riforme di sistema indispensabili per assicurare il corretto equilibrio e la tenuta del mondo dell'editoria italiana''.