I Desideria nei Giardini dell'Accademia Filarmonica Romana

Partirà anche quest’anno il viaggio fra le arti che grazie al contributo appassionato degli istituti di cultura e realtà internazionali che animano la vita culturale della capitale, trasformerà i Giardini dell’Accademia Filarmonica Romana - un angolo verde e silenzioso nel cuore di Roma a pochi passi da piazza del Popolo alle pendici di villa Borghese - in uno spazio aperto delle arti contemporanee e delle tradizioni millenarie dei tanti paesi coinvolti.

In programma per tre settimane, dal 26 giugno al 15 luglio 2017, Desideria – questo il titolo della stagione estiva della Filarmonica ideata dal direttore artistico Matteo D’Amico – si presenta con oltre trenta appuntamenti divisi come sempre tra i generi musicali più diversi (classica, contemporanea, jazz, etnica, tradizionale) e spettacoli teatrali, letture, mostre, buffet a tema e ogni qualsivoglia evento che possa incuriosire e sorprendere il pubblico.

Fra le nazioni che come ogni anno, con il contributo dei loro artisti, animeranno il Festival, spicca il debutto della Repubblica di Corea, protagonista della serata inaugurale, mentre Iran e India confermano la loro presenza, protagoniste le loro raffinate tradizioni poetiche e musicali. Dalle due serate dedicate a Pirandello – cui ricorrono i 150 anni della nascita – al fado portoghese, dal samba brasiliano ai suoni del barocco e a quelli del Maghreb e del Mediterraneo, dal sufi-jazz al revival pop di Beatles e Queen, e ancora le tradizioni antiche e contemporanee di Giappone, Spagna, Slovacchia, Portogallo, Austria, Brasile, Romania, Polonia, con la novità di un omaggio al Burkina Faso: sarà difficile sottrarsi ai desideria suscitati dalle mille diverse emozioni di queste notti d’estate.

E come ogni anno, vigile sarà l’attenzione verso i giovani talenti, cui la Filarmonica dedica sette appuntamenti (#Giovani) nella piccola e accogliente Sala Affreschi (sempre alle ore 20). Altrettanto consueto l’appuntamento con un artista che caratterizzerà l’edizione 2017 del Festival: Giulio Catelli, giovane pittore romano che raccoglie oggi l’eredità della grande Scuola Romana degli anni Trenta e Quaranta, esporrà alcune sue tele in Sala Casella per tutta la durata del Festival.
 
Inaugurazione dunque lunedì 26 giugno con la Repubblica di Corea, un’occasione per dare il benvenuto all’Istituto Culturale Coreano, nuova realtà internazionale della capitale che ha aperto le porte lo scorso ottobre. La giornata si apre alle ore 20 con la mostra fotografica Viaggio nel placido e moderno mattino d’Oriente, cui seguirà un piccolo buffet con i sapori tipici della cucina coreana. Poi in Sala Casella (ore 21) il concerto di Moko Music (Modern Korea Musik), ensemble nato nel 2014 e formato da interpreti coreani di musica tradizionale e musicisti di formazione classica, coreani e non: una originale fusione fra Oriente e Occidente, in cui accanto al daegeum e allo kayageum, antichi strumenti coreani a corde, si affiancano le percussioni e gli strumenti ad arco moderni. Ne consegue un repertorio vario, in cui oltre alla musica tradizionale, i musicisti interpretano opere di compositori coreani contemporanei realizzate per questo speciale organico, stabilendo un ponte fra la millenaria tradizione e la dinamica realtà di oggi di questo paese dell’estremo Oriente.
 
Martedì 27 giugno la giornata si apre con la Spagna qui rappresentata dal tenore Luis Alberto Llaneza che insieme al pianista Antonello Maio, propone un viaggio nella musica iberica, in particolare in quella che ha subito l’influenza, nel corso dei secoli, della musica italiana. Nella seconda parte di giornata, in occasione del 150° anniversario della nascita di Luigi Pirandello (il 27 giugno cade la vigilia del compleanno del grande drammaturgo siciliano) in programma in Sala Casella una serata dedicata a uno dei suoi testi più curiosi e insoliti, ma che già contiene ‘in nuce’ molte tematiche sviluppate poi nelle sue opere maggiori. Si tratta dei Dialoghi tra il Gran Me e il piccolo me, quattro brevi testi legati l’uno all’altro come un ciclo a puntate o una commedia in quattro scene. A inframmezzare i Dialoghi affidati all’interpretazione di quattro giovani attori, saranno cinque brevi composizioni per fisarmonica e clarinetto (interpreti Samuele Telari e Alice Cortegiani del Duo Essentia), scritte da altrettanti compositori (Fabrizio De Rossi Re, Marcello Filotei, Enrico Marocchini, Marcello Panni e Albino Taggeo) appartenenti tutti al mondo musicale romano.
 
Mercoledì 28 giugno la giornata è all’insegna dell’India: si apre infatti con una sessione di yoga aperta nei Giardini, e si chiude con il concerto in Sala Casella del maestro Bahauddin Dagar alla rudra veena, strumento a corde della musica classica indiana. Figlio del famoso musicista indiano Ustad Zia Mohiuddin Dagar e nipote del cantante Ustad Zia Fariduddin Dagar, Bahauddin Dagar è eccelso interprete dello stile dagarbani e rappresenta la ventesima generazione dei Dagar, a partire dal XVI secolo. Sul palco con lui Surdarshan Chana profondo conoscitore dello strumento a percussione jori, e Pelva Naik esponente di riferimento per il canto dello stile dhrupad. In questa giornata prende il via anche il ciclo #Giovani: il primo talento a esibirsi sarà Michele De Vincenti in un Solo Guitar.
 
Una Nuit d’été apre la giornata di giovedì 29 giugno con il concerto (Sala Casella ore 20) dell’ensemble Pentarte, formazione dedita al repertorio della musica del Novecento storico e di quella contemporanea; solista il soprano Marta Vulpi, direttore Stefano Cucci. La serata prosegue con il secondo omaggio della Filarmonica per i 150 anni della nascita di Pirandello: Questo tumulto di vita è il titolo della scena musicale di e con Bruno Crucitti, accompagnato al pianoforte da Luca Ruggero Jacovella e con la voce di Benedetta Buccellato, un alternarsi di riflessioni scritte dal grande drammaturgo sul suo comporre, il suo profondo rapporto con la musica, dal melodramma italiano a Schönberg, fino al jazz (sala Casella ore 21.45).
 
Secondo appuntamento di #Giovani venerdì 30 giugno con Andrea Pennacchi, romano classe 1991, impegnato nel recital Solo Accordéon. In Sala Casella (ore 21.45) l’appuntamento è invece con il Quartetto Pessoa e Leandro Piccioni al pianoforte con un omaggio alla musica per film di Ennio Morricone (fra cui Mission, Nuovo Cinema Paradiso, C’era una volta il West, etc.), cui si aggiungono le musiche altrettanto celebri di Nino Rota e quelle tratte dalla miniserie televisiva Assunta Spina composte dallo stesso Piccioni.
 
Il jazz sarà protagonista della giornata di sabato 1 luglio con la cantante pugliese Elena Paparusso che presenta il suo disco d’esordio Inner Nature, un percorso scritto tra pagine autografe e dediche speciali ad alcune delle sue più importanti fonti d’ispirazione letterarie e musicali, da Björk a Wayne Shorter a Kurt Weill, combinando il senso più profondo della tradizione con il sound più moderno e contemporaneo. Con lei sul palco Domenico Sanna al pianoforte e Francesco Ponticelli al contrabbasso. Ad aprire la giornata il chitarrista romano Gian Marco Ciampa (#Giovani in Sala Casella) con un recital per chitarra sola e un programma che va dalla musica antica ai giorni nostri.
 
Lunedì 3 luglio fanno il loro ingresso ai Giardini la Slovacchia e il Portogallo. Ronald Rigó, classe 1990, è uno dei nuovi e più promettenti pianisti slovacchi; il suo concerto alla Sala Casella (ore 20) ha un programma romantico per eccellenza con musica di Liszt e Chopin. Presenza ormai abituale e molto seguita è anche quella del Portogallo che per far vivere al pubblico romano il fascino e la magia del fado ha chiamato Cristina Madeira de Sousa, cantante nata a Lisbona e che nel fado e nelle tradizione musicale portoghese da oltre trent’anni trova la sua massima espressione artistica; con lei sul palco della Sala Casella (ore 21.45) due musicisti d’eccezione, entrambi chitarristi, Lelo Nogueira e Pedro Marques.
 
Torna il Giappone ad animare la stagione estiva della Filarmonica per la giornata di martedì 4 luglio. Quest’anno l’attenzione sarà dedicata alla musica contemporanea del Sol Levante (sala Casella ore 20) con Folios per chitarra sola di Takemitsu (solista Emiliano Gentili) e il Trio per violino, violoncello e pianoforte di Hosokawa (affidato al giovane Trio Kanon). Si tratta di due compositori fra i più rappresentativi della musica d’oggi giapponese, capaci di coniugare ad arte la tradizione musicale giapponese, con i suoi strumenti tradizionali, e quella della musica occidentale. Love Songs è il tema invece del secondo concerto della giornata (Sala Casella ore 21.45), che spazia da composizioni di fine Ottocento fino ai giorni nostri con October night (2002) di Carnini, un programma raffinato e ricercato, di raro ascolto, impreziosito dalla voce di Damiana Mizzi, soprano che sta consolidando una carriera ormai internazionale, accompagnata dal violoncellista Roberto Mansueto e dal pianista Marcos Madrigal.
 
Mercoledì 5 luglio sarà una giornata dedicata alle millenarie tradizioni del Maghreb e dell’India, ai loro strumenti e alle loro musiche. Ma anche un incontro fra queste culture e la nostra, come dimostra il primo appuntamento di questa giornata (Sala Casella ore 20), Liu’ud, in cui si trovano a dialogare due strumenti ‘cugini’: l’ud – uno tra i più affascinanti strumenti della musica araba, suonato da Ziad Trabelsi ideatore di questo progetto – e il liuto – simbolo della cultura rinascimentale, cui si affiancano il meno noto colascione e alcune percussioni del mondo arabo. Dal Maghreb si passa all’India: Dhyana il cui termine proviene dalla radice dhi  (mente) e yana (movimento), è una sofisticata tecnica meditativa che richiede una profonda concentrazione mentale ed è l’aspetto vitale delle arti performative indiane. Ne sono maestri di questa tecnica Krishna Mohan Bhatt (sitar) e Sougata Roy Chowdhury (sarod) che si esibiranno in brevi interpretazioni individuali cui prenderà parte anche Nihar Mehta alle tabla (Sala Casella ore 21.45).
 
Non poteva che chiamarsi “Enfant prodige” il concerto del ciclo #Giovani che apre la giornata di giovedì 6 luglio, perché a salire sul palco sarà la diciassettenne romana Irené Fiorito, già premiata in diversi concorsi nazionali e internazionali. Con lei un altro giovane talento, il pianista Simone Pierini, per un programma che spazia da Brahms fino alla prima assoluta di La maschera di seta di Federica Volante, giovane compositrice romana. Di nuovo il Maghreb, questa volta con Houcine-Ata Project nella seconda parte di serata (Sala Casella ore 21.45). Il progetto è nato dalla volontà del cantante tunisino Houcine Ataa di dare forma e suono ai canti sufi con cui è cresciuto: la spiritualità islamica oltrepassa i confini della tradizione per incontrarsi e fondersi con linguaggi diversi e solo apparentemente lontani: quelli di un pianoforte jazz, di un contrabbasso e delle percussioni affidandosi a ritmiche e timbri del mondo musicale arabo e africano.
 
Presenza ormai consolidata nella programmazione estiva della Filarmonica, l’Iran sarà protagonista nella giornata di venerdì 7 luglio. Si inizia in Sala Affreschi (ore 18) con la mostra di Malihe Kianian, scultrice, pittrice e videoart maker iraniana residente a Roma e prosegue con la presentazione del libro L’Autunno è l’ultima stagione dell’anno, il primo romanzo della giovane scrittrice iraniana Nasim Marashi. Alle 20 (Sala Casella), Reza (tar) e Hamid Mohsenipour (percussioni persiane) del Barbad Project si esibiranno in un concerto di improvvisazione della musica tradizionale persiana accompagnati da Pejman Rostamian al duduk e dai versi dei poeti mistici e contemporanei dell’Iran affidati alla voce di Hossein Baharbin. La giornata termina con il concerto Gathas, protagonista la cantante francoiraniana Ariana Vafadari che presenta il suo ultimo CD ispirato ai canti religiosi dello Zoroastrismo, la religione monoteista dell’antica Persia. Scale orientali che si fondono con la musica occidentale, sonorità del Maghreb intrecciate a influenze jazz, sono alcuni dei segni distintivi e personalissimi di questa artista.
 
Con il quinto appuntamento di #Giovani si apre la giornata di sabato 8 luglio, protagonista il fisarmonicista pesarese Raffaele Damen noto al grande pubblico per essere arrivato finalista all’edizione di quest’anno del talent show Italia’s Got Talent, un’occasione per far conoscere ancora di più le potenzialità di questo bellissimo strumento e il suo ampio repertorio. La giornata prosegue con il Quartetto Pessoa e il pianista e compositore Antonio di Pofi con LEGGIERAMENTE Beatles, Queen e non solo alle prese con la musica degli anni Sessanta e Settanta, prima fra tutti quella delle due band britanniche, che verranno rielaborati per un organico classico che saprà sorprendere il pubblico (sala Casella ore 21.45).
 
All’Austria spetta aprire la terza e ultima settimana di Festival lunedì 10 luglio con il concerto del Concilium musicum Wien formazione che in trentacinque anni di attività artistica si è consolidata come una delle formazioni austriache di maggior successo, dedita ad approfondire la musica del XVII e XVIII secolo, anche partiture inedite e di raro ascolto. Si cambia completamente genere nella seconda parte della serata con il gradito ritorno, dopo il successo dell’anno scorso, di Zé Galía e del suo amato Brasile. Musicista di Porto Alegre, è fra i più apprezzati cantautori e chitarristi brasiliani di oggi, artista eclettico che unisce con originalità il racconto ai tanti stili musicali del suo paese. Quest’anno titolo del suo concerto sarà Sambrasil dedicato alla storia del samba che nel 2017 festeggia i suoi primi cento anni (Sala Casella ore 21.45).
 
Penultimo appuntamento con i giovanissimi talenti: martedì 11 luglio toccherà al chitarrista Flavio Nati, impegnato un viaggio a sei corde per l’Europa e la musica di Dowland, Regondi, Britten e Vassiliev. Seconda parte di serata in Sala Casella (ore 21.45) con un trio d’eccezione: Nando Cintarella, Stefano Saletti e l’iraniano Pejman Tadayo sono musicisti da anni impegnati nella ricerca sulle musiche popolari del Mediterraneo e dell’Oriente. Si incontrano in Cafè Loti un progetto originale che diventa un ponte tra passato e presente, tra musica “colta” e popolare, tra Occidentale ed Oriente, come accadeva nell’antico ‘cafè’ di Istanbul che dà il titolo al concerto: qui i viaggiatori si fermavano a parlare, si conoscevano, suonavano facendo cadere le differenze tra Nord e Sud del mondo. Oltre a composizioni originali, si ascolteranno brani della tradizione sefardita spagnola, cantigas medievali, musica classica persiana, madrigali, tarantelle, ballate popolari.
 
Mercoledì 12 luglio apre la Romania con la presentazione del CD Il suono della memoria, omaggio a Roman Vlad, figura di riferimento del panorama del Novecento musicale internazionale, e prosegue (ore 20 Sala Casella) con il concerto Bird’s Eye View (Din Zbor de Pasăre) progetto che presenta una panoramica, seppur non esaustiva, sulla musica da camera rumena, moderna e contemporanea, promosso da SonoMania Ensemble, formazione di Bucarest dedita a valorizzare questo repertorio. Per l’omaggio alla Polonia, nella seconda parte di serata (ore 21.45), il duo multistrumentista di Karolina Cicha e Bart Pałyga presentano il progetto In molte lingue (Wieloma językami) basato sulla tradizione multiculturale e plurilingue della regione Podlachia di cui è originaria Karolina Cicha e da cui è nato anche l’esperanto, inventato da Ludwik Zamenhof (1859-1917), ricordato nel centenario della morte. Si canterà in polacco, ucraino, lituano, russo, rom, bielorusso, yiddish tataro e ovviamente esperanto, con l’apporto di strumenti tradizionali e moderni, secondo l’armonia moderna e quella arcaica, il tutto elaborato con originalità da questi due carismatici artisti.
 
Giovedì 13 luglio è la giornata del Burkina Faso con il racconto in musica di Fausto Sebastiani su testi di Sandro Cappelletto Il paese degli uomini integri dedicato alla storia politica degli ultimi decenni di questo paese africano (Sala Casella ore 20). Il soggetto trae spunto dalla vicenda del capitano Thomas Sankara eletto Primo Ministro nel 1983 dell’ex colonia francese Alto Volta, chiamata Burkina Faso ovvero La Terra degli uomini integri, nome con il quale Sankara intendeva infondere nella popolazione un sentimento di identità, ma il cui sogno venne infranto con il suo assassinio, trent’anni fa, oggi tuttora impunito. Ne saranno interpreti insieme a Cappelletto (voce narrante), il soprano Marta Vulpi, le percussioni dell’Aura Ensemble e l’Apeiron Sax Quartet (cui spetterà anche il concerto delle ore 21.45), diretti da Francesco Belli.
 
Venerdì 14 luglio giornata di jazz e non solo: si apre (ore 20) con il duo Alex Kubotha (percussioni ed elettronica) e Kris Argentino al contrabbasso: un duo decisamente originale in cui i linguaggi provenienti dalla tradizione sciamanica si incontrano con il jazz, con la psichedelia, con la classica contemporanea, l’improvvisazione e l’elettronica, e in cui l’ascoltatore è invitato a lasciarsi trasportare verso un mondo sonoro fatto di pulsazioni vitali e suoni ancestrali. Con l’eclettismo espressivo che è il segno distintivo del suo percorso artistico e di ricerca, Gabriele Coen presenta nel suo concerto (il secondo della giornata, ore 21.45) brani tradizionali e composizioni originali, creando un’appassionante, inconsueta, lirica, esperienza musicale attraverso un tessuto sonoro che attinge al jazz, al rock, alla world music, senza mai dimenticare le radici ebraiche della sua ispirazione. Con Coen (sax e clarinetto), sul palco ci saranno anche Pietro Lussu pianoforte, Marco Loddo contrabbasso e Luca Caponi batteria.
 
Ultima giornata quella di sabato 15 luglio e ultimo dei #Giovani in concerto, il chitarrista Emiliano Gentili. A seguire l’omaggio a Shakespeare e alla sua commedia A midsummer night’s dream: un concerto-spettacolo basato sul testo della celeberrima commedia del Bardo, con escursioni a sorpresa nello spazio dei Giardini. Le musiche originali di Stefano Vasselli che dirige l’ensemble vocale e strumentale ResAltera.
 
E per chi è attento a nutrire, oltre allo spirito, anche il corpo, non mancherà il tradizionale punto di ristoro in giardino, quest’anno dedicato allo street food, con le birre artigianali di Policarpo.