Teatro Vascello. Roberto Latini presenta Amleto e il Cantico dei Cantici in versione postmoderna

Roberto Latini presenta al Teatro Vascello altri due spettacoli dopo I giganti della montagna di Luigi Pirandello: il 14 e 15 aprile AMLETO + DIE FORTINBRASMASCHINE; dal 19 al 22 aprile il CANTICO DEI CANTICI. Due riscritture moderne, la prima ripresa da Die Hamletmaschine di Heiner Müller, con la drammaturgia di Barbara Weigel; la seconda da San Francesco, entrambe in collaborazione con Gianluca Misiti alla musica e ai suoni.

14 e 15 aprile 2018 | PROSA

sabato h 21 – domenica h 18

AMLETO + DIE FORTINBRASMASCHINE

di e con Roberto Latini

musiche e suoni Gianluca Misiti

luci e tecnica Max Mugnai

drammaturgia Roberto Latini, Barbara Weigel

regia Roberto Latini

movimenti di scena Marco Mencacci, Federico Lepri, Lorenzo Martinelli

organizzazione Nicole Arbelli

foto Fabio Lovino

produzione Fortebraccio Teatro

in collaborazione con

L'arboreto - Teatro Dimora di Mondaino

ATER Circuito Regionale Multidisciplinare – Teatro Comunale Laura Betti

Fondazione Orizzonti d'Arte

con il contributo di

MiBACT

Regione Emilia-Romagna

Durata 70 minuti (senza intervallo)

NOTE DI REGIA

Roberto Latini

AMLETO + DIE FORTINBRASMASCHINE è la riscrittura di una riscrittura.

Alla fine degli anni '70 Heiner Müller componeva un testo che era liberamente ispirato all'Amleto di Shakespeare.

Oggi, tentiamo una scrittura scenica liberamente ispirata a Die Hamletmaschine di Heiner Müller.

Lo facciamo tornando a Shakespeare, ad Amleto, con gli occhi di Fortebraccio, con l'architettura di Müller, su un palcoscenico sospeso tra l'essere e il sembrare.

Intitoliamo a Fortebraccio il nostro sguardo sul contemporaneo, la caccia all'inquietudine nel fondo profondo del nostro centro, per riscriverci, in un momento fondamentale del nostro percorso.

Ci siamo permessi il lusso del confine e abbiamo prodotto da quel centro una deriva.

Una derivazione, forse; alla quale riferirci nel tempo, o che probabilmente è il frutto maturo di un tempo che già da tempo è il nostro spazio.

Di Heiner Müller conserviamo la struttura, la divisione per capitoli o ambienti e componiamo un meccanismo, un dispositivo scenico, una giostrina su cui far salire tragedia e commedia insieme.

Die Hamletmaschine è modello e ispirazione: Album di Famiglia; L'Europa delle donne; Scherzo; Pest a Buda Battaglia per la Groenlandia; Nell'attesa selvaggia, Dentro la orribile armatura, Millenni.

Ci accostiamo alla potenza della sua intenzione trattandolo come un classico del nostro tempo.

La riflessione metateatrale e quindi culturale e quindi politica che ci ha sempre interessato, la capacità del teatro di rivolgersi a se stesso, alla sua funzione, alla sua natura, per potersi proporre in forme mutabili, mobili, è la voce dalla quale vorremmo parlare i nostri suoni.

L'Amleto è una tragedia di orfani, protagonisti e antagonisti di un tempo in cui i padri vengono a mancare. Anche Die Hamletmaschine, ormai, da figlio è diventato padre.

Questo ha a che fare con la nostra generazione, da Pasolini in poi, con la distanza che misura condizione e divenire, con il vuoto e la sua stessa sensazione.

Siamo Fortebraccio, figlio, straniero, estraneo e sopravvissuto e arrivando in scena quando il resto è silenzio, domandiamo: "Where is this sight?"

AMLETO UND DIE FORTINBRASMASCHINE

Barbara Weigel

Frequentare i personaggi della tragedia di Amleto necessariamente significa rifrequentarli. Sono i nostri mitici antenati, una sorta di miti-genoma della nostra cultura. Come tali, ogni volta che li rincontriamo, ci danno una nuova misura della distanza che intercorre tra loro e noi.

Frequentarli significa anche dover rivalutare ogni volta di nuovo questa distanza, interrogarci ogni volta su dove stiamo e chi siamo diventati - come per capire l'evoluzione della nostra civiltà e, nello specifico, della nostra cultura teatrale.

Heiner Müller, che ha chiamato il teatro "un istituto per la riparazione di classici in cattivo stato di marcia", ha visto Hamlet e Ophelia come delle macchine-mito.

Ri-frequentandoli prima di noi, tra l'Est e l'Ovest di una Germania fine anni '70, Müller ha nutrito la loro energia mitica con la storia della sua epoca: cortocircuitando storia e mito, ha rimesso in moto la macchina Amleto.

Ha liberato i personaggi in un movimento poeticamente autonomo, li ha collocati oltre il testo di Shakespeare, in uno spazio visionario nel quale la loro tragedia poteva diventare ancora concreta e tangibilmente parte della nostra storia recente. Secondo Müller, questo tipo di operazione diventa necessaria fino al superamento della condizione umana dalla quale sorgono le tragedie di Shakespeare.

Noi quindi ci inseriamo nella serie delle evocazioni, trovando un Hamlet oggi consapevole della sua vita di palcoscenico - vita intrisa delle nostre storie di teatro - e ci interroghiamo su chi è, se, con Müller, non è più Hamlet, e su chi poi sarà.

Immaginiamo un Amleto che ha smesso di stare in riva al mare a parlare alle onde, con alle spalle le rovine d'Europa già percepite da Heiner Müller, mentre uno dei figli di Ecuba, Polidoro, vittima innocente anche lui di vendette nefaste, viene dal mare per approdare a quelle stesse coste.

Ci poniamo le domande che si poneva già Heiner Müller:

Che cos'è che ritorna?

Quali sono i fantasmi che vengono dal futuro?

Ciò che è morto, non è morto nella storia. Una funzione del dramma è l'evocazione dei morti - il dialogo con i morti non deve interrompersi fino a che non ci consegnano la parte di futuro che è stata sepolta con loro.

Heiner Müller, 1986*

*da Gesammelte Irrtümer 2, Verlag der Autoren, Frankfurt a. M., 1996, p.64, traduzione B. Weigel

dal 19 al 22 aprile 2018 | PROSA

dal giovedì al sabato h 21 – domenica h 18

Fortebraccio teatro

CANTICO DEI CANTICI

adattamento e regia Roberto Latini

musiche e suoni Gianluca Misiti

luci e tecnica Max Mugnai

con Roberto Latini

organizzazione Nicole Arbelli

produzione Fortebraccio Teatro

con il sostegno di

Armunia Festival Costa degli Etruschi

con il contributo di

MiBACT

Regione Emilia-Romagna

durata 50 minuti senza intervallo

Roberto Latini vincitore del Premio Ubu 2017 come Miglior attore o performer

Gianluca Misiti vincitore del Premio Ubu 2017 come Miglior progetto sonoro o musiche originali

Note di regia

Il Cantico dei Cantici è uno dei testi più antichi di tutte le letterature.

Pervaso di dolcezza e accudimento, di profumi e immaginazioni, è uno dei più importanti, forse uno dei più misteriosi; un inno alla bellezza, insieme timida e reclamante, un bolero tra ascolto e relazione, astrazioni e concretezza, un balsamo per corpo e spirito.

Se lo si legge senza riferimenti religiosi e interpretativi, smettendo possibili altre chiavi di lettura, rinunciando a parallelismi, quasi incoscientemente, se lo si dice senza pretesa di cercare altri significati, se si prova a non far caso a chi è che parla, ma solo a quel che dice, senza badare a quale sia la divisione dei capitoli, le parti, se si prova a stare nel suo movimento interno, nella sua sospensione, può apparirci all'improvviso, col suo profumo, come in una dimensione onirica, non di sogno, ma di quel mondo, forse parallelo, forse precedente, dove i sogni e le parole ci scelgono e accompagnano.

Non ho tradotto alla lettera le parole, sebbene abbia cercato di rimanervi il più fedele possibile.

Ho tradotto alla lettera la sensazione, il sentimento, che mi ha da sempre procurato leggere queste pagine. Ho cercato di assecondarne il tempo, tempo del respiro, della voce e le sue temperature.

Ho cercato di non trattenere le parole, per poterle dire, di andarle poi a cercare in giro per il corpo, di averle lì nei pressi, addosso, intorno; ho provato a camminarci accanto, a prendergli la mano, ho chiuso gli occhi e, senza peso, a dormirci insieme. "vi prego, non svegliate il mio amore che dorme"

Biglietteria: Intero € 20,00 - Ridotto over 65 € 15,00 e studenti € 12,00

Servizio di prenotazione € 1,00 a biglietto

Abbonamenti

ABBONAMENTO REGALO € 50,00 

5 spettacoli a scelta programmazione prosa, musica e danza

FREE CLASSIC € 90,00

10 spettacoli a scelta programmazione prosa, musica e danza

LOVE € 80,00

4 spettacoli in coppia, a scelta programmazione prosa, musica e danza

FAMILY € 40,00 programmazione Vascello dei Piccoli

5 ingressi cumulabili

Teatro Vascello Via Giacinto Carini 78

Cap 00152 Monteverde Roma

www.teatrovascello.it

 

Il Teatro Vascello si trova nello splendido quartiere di Monteverde vicino al Gianicolo sopra a Trastevere a Roma, con i suoi 350 posti, la platea a gradinata e il palcoscenico alla greca permette un'ottima visibilità da ogni postazione.

Il Teatro Vascello propone spettacoli di Prosa, Spettacoli per Bambini, Danza, Drammaturgia Contemporanea, Eventi, FestivaL, Rassegne, Concerti, Laboratori

Come raggiungerci con mezzi privati: Parcheggio per automobili lungo Via delle Mura Gianicolensi, a circa 100 metri dal Teatro. Parcheggi a pagamento vicini al Teatro Vascello: Via Giacinto Carini, 43, Roma; Via Francesco Saverio Sprovieri, 10, Roma tel 06 58122552; Via Maurizio Quadrio, 22, 00152 Roma, Via R. Giovagnoli, 20,00152 Roma 

Con mezzi pubblici : autobus 75 ferma davanti al teatro Vascello che si può prendere da stazione Termini, Colosseo, Piramide, oppure: 44, 710, 870, 871. Treno Metropolitano : da Ostiense fermata Stazione Quattro Venti a due passi dal Teatro Vascello 

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