36° Cantiere di Montepulciano. Ariadne auf Naxos di Strauss

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Ariadne auf Naxos

La rappresentazione al Teatro Poliziano di Ariadne auf Naxos (Arianna a Nasso), libretto di Hugo von Hofmannsthal e musica di Richard Strauss, con l'Orchestra del Royal Northern College of Music Manchester – orchestra in residence - diretta da Roland Böer, il 22 e 23 luglio 2011, è stata una delle proposte interessanti del 36° Cantiere Internazionale d'Arte di Montepulciano. La recensione è riferita alla prima del 22 luglio.

La collaborazione tra il musicista e il suo librettista, iniziata con Elektra (1908) e proseguita con Der Rosenkavalier (1910) continuò con Ariadne auf Naxos. Hofmannsthal, affascinato dal teatro barocco e da uno dei temi suoi ricorrenti, il teatro nel teatro, presente anche in altri drammaturghi del'900 come Pirandello, propose  a Strauss di scrivere le musiche di scena (17 brani) per Le Bourgeois gentilhomme (Il borghese gentiluomo) di Molière e di comporre un'opera, Ariadne auf Naxos, da rappresentarsi al termine della commedia, immaginando che sia uno spettacolo offerto agli ospiti, dopo la cena, da Jourdain, protagonista della commedia. Il connubio andò in scena a Stoccarda, con la regia di Max Reinhardt e la direzione musicale del compositore, il 25 ottobre 1912, ma lo spettacolo, non compreso dal pubblico, non ebbe successo.

Strauss negli anni successivi si dedicò al balletto Josephslegende (La leggenda di Giuseppe), per i Balletts Russes di Diaghilev (la Parigi del 1914 con la coreografia di Fokine) e alla Frau onhe schatten (Donna senz'ombra, 1918) sempre su libretto di Hofmannsthal. Il musicista ricavò anche una suite dalle musiche di scena di Le Bourgeois gentilhomme (1917). Hofmannsthal continuò ad insistere con il riluttante compositore per convincerlo a riprendere il  progetto, proponendo un sostanziale cambiamento: la soppressione della commedia di Molière e la creazione di un Prologo (Vorspiel) interamente in musica, creato  ex novo, e l'epoca spostata dalla Parigi del '600 alla Vienna del '700 e, dopo un intervallo, l'esecuzione di Ariadne, una simbiosi tra opera seria, mitologica, e opera buffa rappresentata dalla commedia dell'arte.

Questa idea  entusiasmò Strauss che così  ritrovava un'ambientazione storica vicina a quella dell'amato Der Rosenkavalier e poteva ritornare al mondo musicale settecentesco, occasione che segnò un cambiamento, dopo l'influenza di Wagner, sul compositore. Il musicista propose un'altra analogia con Der Rosenkavalier e impose ad un, comprensibilmente, recalcitrante, Hofmannsthal che, come Octavian, la parte del musicista sarebbe stata sostenuta da una donna en travesti, affermando di voler così alludere al giovane  Mozart durante la composizione di Idomeneo.

Strauss apportò anche alcuni tagli nella parte già scritta: nella parte vocale di Zebinetta, nel preludio che annuncia l'arrivo di Bacco e la ricomparsa di tutte le maschere, lasciando solo una breve apparizione di Zerbinetta prima del finale. L'opera così concepita andò in scena il 4 ottobre 1916 a Vienna ottenendo un grande successo. Il prologo si svolge nella casa di un  ricco signore, a sipario abbassato sul palcoscenico. Il regista Tilman Knabe ha spostato l'azione  nella contemporaneità e sottolineato, il ruolo arrogante e dispotico del padrone di casa, che non compare mai, e presume che, avendo pagato, sia divenuto il padrone assoluto della creazione del musicista e degli artisti che la eseguiranno.

Un atteggiamento che sicuramente appartiene al '700 ma anche al '900, ricordiamo che John Rockfeller fece distruggere il murales che Diego Rivera (1886-1957), artista notoriamente politicamente schierato, aveva dipinto per il Rockfeller Center nel 1933, perché vi era raffigurato Lenin. Il maggiordomo (ruolo sostenuto da un attore, il bravo Helmut Rühl ) che via via comunica gli ordini, è trasformato in un inquietante, sarcastico e perentorio personaggio, che sembra uscito dalla penna di Dürremat, e annuncia al musicista che dopo l'opera  seria andrà in scena una farsa. Non ci sono le maschere bensì irridenti musicisti rock in abiti anni'70, un po' isola di Wight, che bevono e fumano, cosa è facile intuirlo.

Il musicista, che nella sua composizione esalta l'amore, (Arianna) fedele ad unica persona, è costernato davanti alla prospettiva che la sua opera sia seguita da una tale rappresentazione. Il padrone despota fa annunciare, poi, che i due spettacoli dovranno essere rappresentati insieme, in modo che i fuochi artificiali, che offrirà agli ospiti, inizino puntualmente. Il contrasto tra opera seria e buffa è da Knabe mutato in quello tra una cultura elitaria e sclerotizzata, rappresentata anche dal  litigio tra soprano e tenore per i tagli da apportare all'opera, e quella popolare più umana. Zerbinetta  istruisce le altre maschere dicendo che loro cercheranno di rallegrare Arianna, disperata per essere stata abbandonata da Teseo.

Si avvicina, poi, al musicista e gli rivela che il suo  continuo passare da un uomo all'altro nasconde il desiderio di trovare  un amore a cui restare fedele tutta la vita, ma è solo un inganno per ingraziarselo. Vengono interrotti lo spettacolo sta per iniziare e il musicista disperato fugge; terminata la musica si ode una brusca frenata e poi la sirena dell'ambulanza: quale sorte gli  avrà riservato il regista? Dopo l'intervallo inizia l'opera che il regista ambienta nella sala da pranzo, intorno al tavolo su cui giacciono i resti della cena offerta dal padrone di casa. Seduta a quel tavolo una Arianna, divenuta un'alcolizzata che passa da una sigaretta all'altra, in un'atmosfera di cupo disfacimento che ricorda la  Veronica Voss (Die Sehnsucht der Veronika Voss, 1982) di Rainer Werner Fassbinder.

Compaiono Eco, Naiade e Driade, in abiti da efficienti segretarie; i musicisti rock falliscono, nulla riesce a distogliere Arianna dallo stato di prostrazione in cui giace. Inutilmente Zebinetta, in base alla propria esperienza, saggiamente le  suggerisce di  trovarsi un altro uomo. Uscita la donna torna il terzetto femminile che annuncia ad Arianna l'arrivo di Bacco e le legge giornali di gossip che narrano dell'infelice relazione tra il dio e la maga Circe. Giunge Bacco, l'incontro viene dissacrato anch'esso impietosamente e così gli equivoci che sorgono trai due. La riluttante Arianna crede che sia prima Teseo e poi Ermes messaggero di morte e dopo essersi  sottratta  in un primo momento all'amplesso, rappresentato in modo abbastanza esplicito, successivamente lo accetta. Bacco si rivela: dal dio immaginato dalla donna in un uomo squallido e maschilista che la usa, la maltratta e poi l'abbandona in uno stato di allucinata disperazione.

L'intrigante e acuta regia di Knabe ha dato un taglio sociale e politico all'opera di Strauss  interpretandola come la metafora della classe sociale dominante in disfacimento: la borghesia. La scelta di eseguire Ariadne auf Naxos in un teatro medio- piccolo si è rivelata, a nostro avviso, particolarmente felice per due importanti fattori: quello teatrale in quanto in un ambiente meno ampio si seguono meglio la drammaturgia e la recitazione, molto curata da Knabe, e le peculiari caratteristiche musicali di quest'opera. Strauss, infatti da all'orchestra una dimensione cameristica di 37 elementi: due flauti, 2 oboi, due clarinetti, due fagotti, un corno, una tromba, un trombone, sei violini, quattro viole, quattro violoncelli, due contrabbassi, due arpe, pianoforte, glockenspiel, armonium, celesta,  timpani, tamburello e triangolo.

La scrittura cameristica e la raffinata orchestrazione del musicista rendono questa partitura di difficile esecuzione, in quanto ai musicisti è richiesta una notevole perizia, sia per rendere le parti più trasparenti e rarefatte in cui suonano pochi strumenti, che quelle  timbricamente più vicine ai poemi sinfonici in cui sembra che l'orchestra sia molto più  corposa. La musica di Strauss echeggia le struttura musicali barocche non solo con l'impiego del recitativo secco, con il pianoforte e il recitativo  accompagnato, ma anche con le arie, come nel prologo, quella, molto melodica, di Zerbinetta accompagnata dal solo violino e che riprende uno dei temi di Morte e trasfigurazione, una delle varie autocitazioni presenti nella partitura.  

Roland Böer ha guidato con mano sicura la preparazione dei giovani e la direzione dell'opera  mettendo accuratamente in rilevo le caratteristiche musicali dell'opera. Il compito dei cantanti non è meno arduo, infatti è difficile riuscire ad ascoltare un cast in ogni ruolo all'altezza della situazione. Il direttore ha scelto un cast abbastanza omogeneo; i vari cantanti che hanno interpretato i comici hanno fornito un' interpretazione convincente sia vocale che scenica, abbiamo apprezzato anche Eric Roberts (Il maestro di musica), Carlos Petruzziello (Il maestro di ballo e Brighella) e Claude Eichenberger efficace nel ruolo del compositore. Rinnat Moriah è stata una Zebinetta, a suo agio scenicamente nel ruolo di seduttrice e ha superato anche le difficoltà dell'aria del secondo atto, simbolo di certa sterile artificiosità  barocca nel virtuosismo slegata dall'espressività. Su Mélanie Moussay (Arianna) e Carsten Süss (Bacco) nutriamo non poche perplessità sia per l'interpretazione vocale che per quella teatrale. Il pubblico ha  apprezzato e lungamente applaudito lo spettacolo.  

Pubblicato in: 
GN63 Anno III 8 agosto 2011
Scheda
Titolo completo: 

36° Cantiere Internazionale d'Arte di Montepulciano
21- 31 luglio 2011
Programma completo

Montepulciano (SI)

Direttore artistico Detlev Glanert
Direttore musicale Roland Böer
Ideatore Hans Werner Henze
Tema ispiratore: Divina Commedia di Dante Alighieri -  terza tappa il Paradiso

Arianna a Nasso
Ariadne auf Naxos op.60 (1912-1916)  
opera in un atto con un prologo
libretto di  Hugo von Hofmannsthal
musica di Richard Strauss
in lingua originale con soprattitoli in italiano

Personaggi ed interpreti:
nel prologo
La primadonna (soprano)                Mélanie Moussay
Il tenore (tenore)                         Carsten Süss
Zerbinetta (soprano)                    Rinnat Moriah
Arlecchino (baritono)                    Philipp Smith
Scaramuccio (tenore)                    Romolo Tisano
Truffaldino (basso)                     Florian Plock
Brighella (tenore)                    Carlos Petruzziello
Il compositore (mezzosoprano)                Claude Eichenberger
Il maestro di musica (baritono)            Eric Roberts
Il maestro di ballo (tenore)                Carlos Petruzziello
Un parrucchiere (baritono)                Lukas Zeman
Un lacchè (basso)                    Francesco Salvadori
Un ufficiale (tenore)                    Marco Banini
Il maggiordomo (voce recitante)                Helmut Rühl
Il secondo Brighella                        Lorenzo Pascarelli

nell’Opera
Arianna (soprano)                    Mélanie Moussay
Bacco (tenore)                                  Carsten Süss
Zerbinetta (soprano)                    Rinnat Moriah
Scaramuccio (tenore)                    Romolo Tisano
Truffaldino (basso)                     Florian Plock
Brighella (tenore)                    Carlos Petruzziello
Najade (soprano)                     Anaïs Mahikian
Driade (contralto)                    Verena Gunz
Eco (soprano)                        Georgina Stalbow

Orchestra del Royal Northern College of Music
maestro concertatore e direttore Roland Böer
Tilmann Knabe, regia
Annika Haller, scene
Mareike Uhlig, costumi
Dorothea Lübbe, assistente alla regia
John Shea, Cordelia Huberti, maestri sostituti
Carolina Sofulak, assistente ai costumi
Pietro Sperduti, luci