40° Cantiere di Montepulciano. Lo schiavo fuggitivo di Henze

Articolo di: 
Daniela Puggioni
El Cimarrón. Robert Koller

El Cimarrón composto  da Hans Werner Henze, nel 1970 durante il suo soggiorno a Cuba, è andato in scena al Teatro Poliziano lo scorso 28 luglio, ed è stato un ulteriore omaggio del 40° Cantiere Internazionale d'Arte di Montepulciano al suo fondatore.

Il compositore diede al El Cimarrón (Lo schiavo fuggitivo) come sottotitolo Biografia dello schiavo fuggitivo Esteban Montejo (1860 1965) perché si basò sul libro di Miguel Barnet, che nel 1963 aveva raccolto la storia dallo stesso Montejo, che era stato anche un  veterano della Guerra di Indipendenza Cubana contro la Spagna (1895-98). Henze definì El Cimarrón un recital per quattro musicisti; la partitura è divisa i quindici quadri che, non solo ripercorrono la storia di Montejo, ma dedicano anche una particolare attenzione alle sue riflessioni. Dalle sofferenze per la schiavitù, Montejo, orfano di entrambi i genitori, cominciò al lavorare come schiavo nelle piantagioni di canna da zucchero all'età di dieci anni, alla gioia dopo la fuga (1902) per libertà goduta nella foresta. Ci sono riflessioni sia personali, i rapporti con le donne e la religione, sia politici, la delusione dopo l'apparente fine della schiavitù, perché non era cessata bensì si era trasformata in quella del sistema capitalista delle multinazionali dello zucchero.

Henze è sempre teso alla ricerca di una forma narrativa che aderisca al testo e al contenuto politico, le scelte sia strumentali che vocali sono coerenti allo scopo. Per quello che riguarda gli strumenti sono previste le percussioni più varie, soprattutto quelle legate alla cultura caraibica, ma non solo, c'è anche lo scacciapensieri. Henze fu affascinato dalle percussioni e dedicò parte della sua ricerca musicale proprio alla innumerevole varietà di questi strumenti. Ci sono poi una chitarra, uno strumento introdotto dagli spagnoli, ma poi anch'essa legata alla cultura cubana e un flautista che suona anche il ryuteki giapponese. La varietà riguarda anche il baritono che deve alternare parti recitate a cantate usando: il falsetto, il canto anche il belcanto, il vibrato, la libera improvvisazione e altre espressioni vocali, risata, urlo.

Le percussioni non sono suonate solo dal percussionista ma anche dagli altri tre in quanto i quattro musicisti nelle intenzioni dell'autore sono su un piano di parità e organizzano tra loro, tempi, attacchi, dinamica. La varietà strumentale si riflette anche nella musica in cui si trovano le atmosfere e le danze cubane: il son, la rumba, la habanera, in un mix tra Spagna e Africa, ma anche altre forme funzionali alla narrazione, un aspetto sempre presente nelle composizioni di Henze. La denuncia della schiavitù coloniale si estende a quella delle grandi multinazionali, che sotto l'apparenza democratica, esercitano un uguale sfruttamento disumano.

Michael Kerstan, direttore della Fondazione Henze è autore della regia, per attuare le idee di Henze ha posto tutti gli strumenti e i musicisti sul palcoscenico disposti intorno al cantante-attore. Sono così scenografia ma anche protagonisti su un piano di parità, le percussioni sono suonate non solo dal percussionista ma anche dagli altri e gli spostamenti per suonarle sono parte integrante dei movimenti scenici. Kerstan ha immaginato che: “il cantante non è El Cimarrón cioè Esteban Montejo, ma può essere immaginato come narratore, forse un lettore che fa ricerche nella stanza dove ha vissuto El Cimarrón a L' Avana in una casa di riposo per gli eroi della Revolucíon. Sta leggendo le sue memorie e in alcuni momenti quando le emozioni diventano troppo forti , si ritrova nella vita dello Schiavo e confonde la sua esistenza con quella di Montejo.“

Il risultato nella realtà dello spettacolo è stupefacente per la tensione creata che coinvolge prepotentemente lo spettatore, nonostante il testo sia in tedesco e debba essere seguito con i soprattitoli. Le luci immaginate dalla regia come un “quinto musicista” lo sono realmente e sono una parte fondamentale e perfettamente riuscita. El Cimarrón Ensemble ( Christina Schorn, chitarra, David Gruber, flauto, Ivan Mancinelli, percussioni, e Robert Koller, baritono) è  una formazione, che prende il nome dalla composizione e la cui interpretazione emozionò ed entusiasmò lo stesso Henze.  La bravura di questi artisti è formidabile per il livello di esecuzione musicale e teatrale. La duttilità di Robert Koller nelle diverse espressioni vocali e la fisicità che si manifesta nella padronanza della scena. L'impatto teatrale  è appassionante e seducente e gli scroscianti applausi del pubblico al termine ne sono stati l'esplicita testimonianza.   

Pubblicato in: 
GN37 Anno VII Numero doppio 13-27 agosto 2015
Scheda
Titolo completo: 

40° Cantiere Internazionale d'Arte di Montepulciano

Montepulciano 11 luglio - 2 agosto 2015

Martedì 28 luglio  ore 21.30 
Montepulciano, Teatro Poliziano
EL CIMARRÓN
Recital per quattro musicisti di Hans Werner Henze
Ensemble El Cimarrón
 Christina Schorn,  chitarra
David Gruber, flauto
Ivan Mancinelli, percussioni
Robert Koller,  baritono
Michael Kerstan, regia