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Anaïs Nin secondo Louis Adriessen. Erotismo integrale per i suoi diari in musica
Il 10 luglio 2010 al Teatro dei Rozzi, come secondo spettacolo della 67° Settimana Senese, è andata in scena la prima assoluta di Anaïs Nin di Louis Adriessen, monodramma su testi di Anaïs Nin, commissionato dall'Accademia Musicale Chigiana di Siena e dalla London Sinfonietta.
Andriessen racconta di aver conosciuto prima gli arrangiamenti di musica spagnola del padre Joaquín Nin e poi i diari di Anaïs, nota per i suoi testi erotici. Successivamente è stata pubblicata l'edizione integrale dei suoi diari, Incest, in cui descrive il rapporto incestuoso con il padre: I await my father with deep joy and impatience. My Double ! My evil Double! (Aspetto mio padre con gioia profonda e impazienza. Mio Doppio! Mio demoniaco Doppio!). Altri fattori hanno poi influito sulla scelta del soggetto: il rapporto costruttivo e già sperimentato con Cristina Zavalloni, definita dal musicista: diabolica, e la creazione di un nuovo gruppo: Nieuw Amsterdams Peil, che intende dedicarsi alla musica del XX° e XXI° secolo, da parte di suoi due amici Gerard Bouwhuis e Heleen Hulst.
Attraverso i brani scelti dal suo diario emerge la donna: Anaïs Nin che affronta sé stessa con coraggio: ”Solo Henry (Miller, N.d.R.) riesce a sentire il mostro perché anche lui ne è posseduto”. Una donna inquieta, tormentata e affascinante che coinvolge lo spettatore nello svolgersi del monodramma. Sul palcoscenico a destra sono posti i musicisti: otto, al centro un sofà rosso, dietro uno schermo su cui verranno proiettati i filmati, sul proscenio alcuni oggetti di uso quotidiano: una teiera, una banana...
Una musica angosciosa e pregnante affidata ai soli pianoforte e violino ci introduce nei pensieri di Anaïs, che interpretata da Cristina Zavalloni si prepara il tè e mangia una banana... Sullo schermo, successivamente, compaiono alcuni significativi amanti di Anaïs: Antonin Artaud, René Allendy, prima suo psicanalista su consiglio di Artaud, Henry Miller e ... il padre; le loro parole, nei filmati e nelle registrazioni audio, interpretate da Han Buhrs, si contrappongono al canto della protagonista. Seguiamo i pensieri di questa donna disperata ma decisa a essere sé stessa, a vivere le sue angosce con passione ma anche con ironia grazie all'intensa interpretazione della Zavalloni che dona ad Anaïs voce e corpo, coinvolgendoci totalmente. Adriessen ha detto di essere stato condizionato nella sua composizione dal periodo dei primi anni trenta, in cui Anaïs scrisse i diari, e ha utilizzato, oltre a pianoforte e violino, sassofoni, clarinetti e percussioni, probabilmente per questo la voce della cantante è amplificata. La musica è ispirata all'espressionismo, Kurt Weill e al jazz dell'epoca i cui stili sono ricreati e fusi in modo originale rendendo efficacemente l'atmosfera, il significato e l'emozione dei testi e del canto.