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Furtwängler al Teatro Vascello. La bacchetta tra l'esilio e la forca
Fino al 14 marzo 2010 al Teatro Vascello si è svolto il processo ad uno dei massimi direttori d’orchestra della storia, ovvero il tedesco Wilhelm Furtwängler (1886-1954), accusato durante le operazioni di denazificazione di filonazismo insieme a molti altri. La regia di Manuela Kustermann porta in scena un testo di Ronald Harwood, Taking Sides (prendere posizione) appunto, che fu a suo tempo diretto da Harold Pinter nella sua prima messinscena nel 1995. Alberto Di Stasio recita la parte del celebre direttore.
Wilhelm Furtwängler fu processato una volta a Vienna e ne fu assolto: delle indagini necessarie al secondo processo si discute qui, con il Maggiore americano Steve Arnold, ottuso accusatore interpretato da un bravo Giuseppe Antignati, che si fa odiare amabilmente come insensibile inquisitore di un uomo che, aldilà di qualsiasi processo, è stato l’antesignano della direzione d’orchestra sinfonica del Novecento. A sua difesa, ovvero di esser rimasto in Germania e di aver rappresentato la cultura germanica durante il periodo nazista, nonostante le sue idee ed i suoi gesti a difesa di (non solo) musicisti ebrei, vi è la netta separazione sempre professata tra musica e politica ed il suo grande amore per quattro cardini della musica tedesca, ovvero Beethoven, Brahms, Wagner e Bruckner. Ascoltiamo le sue parole:
“Io e Richard Strauss eravamo le perdine di Goebbels e Göring per il podio della cultura nazista. Sono anni che lotto perché arte e politica siano completamente separate. Ho dedicato alla musica la mia vita intera ed ho creduto così di tutelare la dignità umana.”
Uno dei cardini attorno cui ruota l’accusa è di aver diretto la Nona Sinfonia di Beethoven il 19 aprile 1942, in occasione del compleanno di Hitler, quando Karajan, il suo diretto avversario sulla scena musicale, aveva 34 anni e lui 55. In quell’occasione, racconta Furtwängler che si mise la bacchetta nella mano destra per non fare il saluto nazista sebbene abbia dovuto dare la mano ad Hitler quando gliela porse per complimentarsi con lui per l’esecuzione. Non dimentichiamo però che la K di Karajan con cui lo chiamava Furtwängler, suo eterno avversario, è una K nazista e per ben due volte Karajan si iscrisse al partito e fu processato e condannato.
Wilhelm Furtwängler era convinto inoltre che: “Le battaglie vanno condotte dall’interno, non dall’esterno, quindi qui, in Germania”. E non dimentichiamo che in Russia, nel 1948, sotto un altro totalitarismo, stavano mettendo sotto accusa due fra i più grandi compositori del Novecento: una risoluzione del Comitato centrale del Partito comunista sovietico a Mosca accusa di "formalismo decadente" Dmitrij Šostakovič e Sergej Prokof'ev (e con loro anche Nikolaj Yakovlevich Miaskovskij e Vissarion).
Io voglio “prendere posizione”, come dice il titolo, in questo articolo: voglio difendere un artista contro il burocrate americano Arnold che dà del tu a Furtwängler dicendogli: “Quando cominci a parlare di cultura mi sento perso”. Un amministratore della giustizia post-seconda-guerra-mondiale cui dà fastidio ascoltare la musica, ripreso per l’arroganza verso il direttore umiliato come l’ultimo degli uomini, addirittura dal suo tenente e dalla sua segretaria. Un cieco accusatore che cerca perfino di fabbricar le prove per accusarlo, e che afferma perentorio:
“C’è sempre una domanda a cui il colpevole non sa rispondere. Perché è rimasto in Germania?”.
Preferisco di gran lunga le risposte di Furtwängler, ineccepibili, insieme alla lista di musicisti ebrei e le lettere – non solo di questi – a ringraziamento di ciò che ha fatto per loro rischiando in prima persona:
“Rimanere per me era come oscillare tra esilio e forca, però io appartengo alla nazione che custodisce il senso dell’umanità della musica, che sarà in grado di portarli dove nessuna tribolazione li avrebbe mai raggiunti. Finché vive gli uomini saranno liberi.”
Nota a margine. Nel 2001 il regista ungherese István Szabó realizzò il film A torto o a ragione, nel quale ha narrato la controversa vicenda e dove il direttore Wilhelm Furtwängler è interpretato da Stellan Skarsgård.