Monaco Bayerische Staatsoper. Otello, e tu pallida, muta e bella

Articolo di: 
Livia Bidoli
Otello

Alla Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera un sold out preannunciato per tutte le serate dedicate ad Otello di Giuseppe Verdi diretto da Kirill Petrenko e con il nuovo allestimento di Amélie Niermeyer, a cominciare dalla premiere del 23 novembre fino all'ultima serata del 21 dicembre 2018. A luglio tornerà al Nationaltheater solo per le due date del 13 e 15, per l'Opernfestspiele. Un cast come sempre all stars con Jonas Kaufmann nel ruolo di Otello, Anja Harteros in quello di Desdemona e Gerald Finley in quello di Jago.

Otello è la penultima opera di Verdi e la prima con il libretto a firma di Arrigo Boito, che  ebbe la sua prima assoluta il 5 febbraio 1887 alla Scala di Milano e appena il 5 febbraio dell'anno seguente c'è stata la prima al Nationaltheater di Monaco. Aida datava 1871, sedici anni prima, ed Otello prese la sua forma definitiva dopo lunghe e numerose lettere di scambio tra il Maestro Verdi ed Arrigo Boito. La trama, che trae diretta ispirazione dal dramma del 1603 di William Shakespeare, è conosciutissima ed ha come topos la gelosia inconsulta e crudele di Otello, il Moro di Venezia, per la sua sposa Desdemona, da cui torna a Cipro vittorioso dopo aver sconfitto i musulmani a capo della su Armata Veneta. Siamo alla fine del XV° secolo ed Otello è appassionatamente innamorato di Desdemona, che finirà all'interno di un intrigo promosso ed architettato dall'alfiere Jago, invidioso di Cassio, cui è stato assegnato il comando della squadra al posto suo, e che odia ferocemente Otello per averlo favorito. Desdemona sarà assassinata da Otello in un moto di gelosia dopo aver trovato nelle mani di Cassio il fazzoletto che lui le aveva regalato, in realtà sottratto da Jago ad Emilia, sua moglie e ancella di Desdemona. Alla fine si scoprirà l'inganno ma troppo tardi: Otello, dopo aver strangolato Desdemona si pugnalerà e Jago sarà arrestato nello sconcerto di tutti, in primis Ludovico, ambasciatore di Venezia. 

L'intreccio parte dall'arrivo di Otello dopo l'ouverture che inizia con l'esaltazione dell'Esultate ma in cui si ravvisa già la tragedia finale, da individuare nel rosso fumogeno del Coro, correlativo oggettivo delle calzature di Jago e del bustino di Desdemona quando sarà accusata di tradimento da Otello. E' infatti evidente che la regista Amélie Niermeyer, insieme allo scenografo Christian Schmidt, ha dato una connotazione appositamente indefinita temporalmente di un'antica casa nobiliare spoglia, in cui sono presenti solo un caminetto ed un letto matrimoniale: è il doppio di un'altra camera dalla quale proviene Desdemona quando entra dopo Otello. La seconda camera matrimoniale è occupata da Otello e da Jago, a significare quanto conti per il Moro la supposta amicizia maschile col suo infido alfiere. I costumi di Annelies Vanlaere seguono questa prospettiva ed appaiono semplici e tutti su colori spenti: grigi, panna, beige, solo Desdemona indosserà un flebile indaco ed un tailleur pantalone in raso nero. 

I ruoli dei personaggi sono attualizzati e ricalcano la storia di un uomo fortemente instabile e debole di carattere, Otello, quasi completamente dipendente nelle decisioni dal falso amico Jago, di cui segue i consigli pedissequamente, essendo poco sicuro di sé e dell'amore della propria sposa Desdemona. Jago, d'altro canto riesce sia ad insinuare il dubbio in Otello sia in Cassio sulla fedeltà di Desdemona; e convince Rodrigo, precedente corteggiatore di lei, di poter anche lui profittare della situazione. Tutti gli uomini in realtà cospirano contro di lei, Desdemona, che si difende come può ed intona la celebre Ave Maria poco prima di essere soffocata nel letto di fiori presentato in precedenza sul palco già nell'atto terzo, proprio come il letto di morte dove ricadrà più tardi. Il dramma è ripensato modernamente e sottolinea così ancor di più quanto sia insano ed irragionevole il delitto di Otello, cui basta una prova come la perdita del fazzoletto e delle calunnie, per uccidere la propria amata.

Tra le voci spiccano quella del perfido Jago, che Gerald Finley caratterizza come una specie di manigoldo un po' mafioso e cameratesco, la cui agilità vocale è dello stesso livello di quella ginnica, in particolare Credo in un Dio crudel, monologo, (Atto II); l'Otello di Jonas Kaufmann giustamente si presenta lamentoso con Jago ed efferato con Desdemona, e nell'ultimo atto ha conferito tal ferocia impietosa alla sua voce nel duetto con Desdemona da brivido; Anja Harteros è teutonica nella sua algidità attoriale e profondamente commovente nei registri alti, ha una figura elegante e di grande dignità, a rappresentare ancor di più quale atto gratuito ed ingiusto sia stato il suo assassinio da parte del suo amato, special modo nella sua supplica finale. L'Emilia di Rachael Wilson è prodigiosa e dalla voce toccante nello svelare il complotto del marito Jago e nell'accusare lui ed Otello di fronte a Ludovico (Bálint Szabó) occorso insieme a tutti i soldati, rivelando anche l'omicidio di Rodrigo (Galeano Salas) da parte di Cassio (Evan LeRoy Johnson). Vogliamo però citare alcune delle parole piu' suggestive alfin di Otello per Desdemona, prima del famoso "Un bacio ancor" che ne suggella la fine:

E tu. . .come sei pallida! e stanca, e muta, e bella,
pia creatura nata sotto maligna stella.
Fredda come la casta tua vita. . .
e in cielo assorta.

Il Maestro del Coro Jörn Hinnerk Andresen ha condotto egregiamente e con tanto calore si è sentita un'unica voce proveniente dal Coro e dalle Voci Bianche della Bayerischen Staatsoper.

La direzione del Maestro Kirill Petrenko, Generalmusikdirektor alla Bayerische Staatsoper,  è di una raffinatezza eccezionale: fa ascoltare un Otello smussato, levigato nei suoi toni e soprattutto dalle percussioni raffinate e non ridondanti – uno degli aspetti meno piacevoli di Verdi – che solo lui sa far risuonare potentemente con un'Orchestra d'eccellenza come quella del Nationaltheater. Petrenko riesce a conferire a Verdi quella profondità del pathos wagneriano che lo rende struggente e ricco di significato su livelli stratificati che il pubblico ha accolto con una vera e propria ovazione, per lui e per l'intero cast, chiamato più volte a sipario chiuso.

Kirill Petrenko, che dal 2019 dirigerà i Berliner Philarmoniker succedendo a Simon Rattle, tornerà a condurre Otello in luglio al Nationaltheater - (e non solo, I Meistersinger sono da segnalare tra le altre chicche) -, per le due date del 12 e 15, per l'Opernfestspiele: consiglio di non mancare a questo appuntamento soprattutto per chi ama sia Verdi sia Wagner.

Pubblicato in: 
GN8 Anno XI 27 dicembre 2018
Scheda
Titolo completo: 

Bayerische Staatsoper – Monaco di Baviera
Otello
musica di Giuseppe Verdi
Opera in quattro atti (1887)
Libretto di Arrigo Boito basato sull'Otello di William Shakespeare
In Italiano con sottotitoli in tedesco ed inglese

Nuovo allestimento della Bayerische Staatsoper

Premiere il 23 Novembre 2018
Fino al 21 dicembre 2018
Opernfestspiele 12 e 15 luglio 2019

Direttore Kirill Petrenko
Regia Amélie Niermeyer
Scene Christian Schmidt
Costumi Annelies Vanlaere
Luci Olaf Winter
Video Philipp Batereau
Coreografia Thomas Wilhelm
Maestro del Coro Jörn Hinnerk Andresen
Dramaturgie Malte Krasting e Rainer Karlitschek

Interpreti
Otello Jonas Kaufmann
Jago Gerald Finley
Cassio Evan LeRoy Johnson
Rodrigo Galeano Salas
Ludovico Bálint Szabó
Montano Milan Siljanov
Un araldo Markus Suihkonen
Desdemona Anja Harteros
Emilia  Rachael Wilson

Bayerisches Staatsorchester
Chor und Kinderchor der Bayerischen Staatsoper
Statisterie der Bayerischen Staatsoper

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