Seducenti Canti d’amore e di Natale alla Sala Casella

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Concerto Romano

Un concerto natalizio fuori programma è stato quello svoltosi lo scorso giovedì 21 dicembre nella Sala Casella dell'Accademia Filarmonica Romana, una preziosa sorpresa offerta dall’ensemble Concerto Romano, diretto dal suo fondatore Alessandro Quarta, con la partecipazione di Andrés Montilla Acurero, alto, Luca Cervoni, tenore, e Giacomo Nanni, basso.

Il programma ha avuto come tema la notte e la splendida cromia del cielo notturno trapunto di stelle delle notti romane accostando la sacralità della notte di Natale a quella profana delle Serenate, ma non solo questo. In musica è stato un dialogo tra la musica popolare artisticamente rielaborata nell'Oratorio filippino e quella dell'aristocrazia dei sontuosi palazzi romani. San Filippo Neri (1515-1595) fondatore dell'ordine usò la musica per il catechismo ai poveri che abitavano il centro della città, e precisamente quell'ansa del Tevere tra Via Giulia, la Chiesa di S. Maria in Vallicella, più nota già dall'epoca come Chiesa Nuova, con annesso oratorio, una invenzione del Santo fondatore, e Tor di Nona. Per l'Oratorio dei Filippini lavorarono musicisti come Emilio de' Cavalieri (1550-1602) che compose per l’Istituzione la Rappresentatione di anima et di corpo (1600) ma anche fra gli altri Giacomo Carissimi, Girolamo Frescobaldi, Giovanni Girolamo Kapsberger, Giovanni Animuccia.

L'Oratorio come genere musicale nacque in questo ambito da cui derivò anche il nome. La musica del Barocco romano è stata poco indagato, unica eccezione il grandissimo Giacomo Carissimi, merito di Alessandro Quarta con l’ensemble Concerto Romano di dedicarsi a riscoprire e proporre la musica del Seicento romano. Per questo motivo l’esecuzione dei brani si è alternata con spiegazioni da parte dello stesso Quarta, di particolare efficacia, la soluzione, basata sui testi storici rinvenuti, di eseguire i brani più legati alla tradizione popolare utilizzando una pronuncia linguistica vernacolare e uno stile affine al folklore per ricreare il canto del popolo a cui era dedicata l’attività oratoriale.

Ha aperto il programma un brano di Giovanni Animuccia (1520-1571) Deh, venitene, pastori, brano ancora legato alla tradizione cinquecentesca, è un tipico esempio delle Laude Filippine in volgare, con testi semplici in modo che potesse essere compresi da tutti. Il genere della Lauda ha una lunga tradizione, dalla lauda medioevale umbra a quella quattrocentesca fiorentina. La musica semplice e melodica, facile da ricordare poteva essere intonata dai fedeli che ben guidati potevano eseguire polifonie a due e tre voci con accompagnamento strumentale o a cappella. I temi erano insegnamenti morali o avevano protagonisti Cristo, la Vergine, la Maddalena e la Natività il cui soggetto agreste era vicino anche all'esperienza della vita vissuta dai poveri.

Giunti i pastori di Giovanni Francesco Anerio (1567-1630), che scrisse per i Filippini una raccolta di dialoghi concertati raccolti nel Teatro Armonico Spirituale (1619), è un delizioso e divertente esempio di teatralizzazione nei modi della Commedia dell'Arte, il dialogo comico si svolge fra gli angeli e i pastori, i primi invitano i secondi a cantare qualcosa di adatto per il Bambino, ma visti i risultati li invitano a tacere e cantano loro stessi una soave ninna nanna, simile a quelle popolari.

Una Sinfonia è stata la composizione strumentale successiva di autore sconosciuto proveniente dalla collezione di Palazzo Altemps, il duca Giovanni Angelo, infatti, commissionava brani strumentali da eseguirsi durante la celebrazione della messa nella cappella del suo palazzo dedicata a Sant'Aniceto. Il brano seguente è stato di Francisco Soto de Langa (1534-1619), spagnolo membro dell'Oratorio dei Filippini dal 1566 e ordinato sacerdote nel 1575, se non uno dei maggiori musicisti, fu una figura centrale dell'Oratorio, si occupò dei bambini e delle donne, una novità di gran peso per l'epoca quando alle donne era proibito cantare in chiesa, e fu creatore della Lauda romana secentesca. Nell’apparir del sempiterno sole è un esempio, lauda a tre, su terzine di contenuto semplice e molto ritmato, un ritmo che evoca la danza.

Del resto fu frequente l'uso di melodie popolari ben conosciute dai fedeli cambiandone il contenuto da profano a religioso, sempre allo scopo di ottenere l'adesione e il coinvolgimento dei fedeli. Ancora una danza con il fascinoso Canario per tiorbe sole, fu composta da Giovanni Girolamo Kapsberger (1580-1651) eccelso virtuoso della tiorba e grande artista che lavorò prima per i grandi patrizi a Venezia e poi a Roma. Di schietta origine popolare altri tre brani anonimi, Dolce Dio e Perché m’inviti pur entrambi sono per due voci a cappella, Mentre ti miro è una villanella sullo stile alla napoletana di origine chiaramente profana con la sostituzione delle parole.

Di altro ambito Transeamus pastores di Bonifazio Graziani (1604-1664) è in latino, caratteristica che lo colloca nella musica destinata ai religiosi e alla aristocrazia. Notte placida e serena è invece una incantevole Serenata di Giacomo Carissimi (1605-1674) una composizione nata per allietare le serate estive nei giardini dei palazzi, queste composizioni parlano di stelle un tema ricorrente nella poesia e musica secentesca, messe in relazione con le vicende umane un tema particolarmente frequentato a Roma, che ha dato il titolo al concerto: Stelle Amiche. La Ciaccona fu considerata una danza lasciva e per questo anche proibita per il fascino che esercitava la vivace Ciaccona strumentale di Andrea Falconieri (1585-1656) mantiene nel tempo tutto il suo potere seduttivo.

Fuori programma per il tema, ma un gioiello di stupefacente bellezza il duetto Di Beltà per alto e tenore tratto dalla favola in musica Aretusa su testo di Ottaviano Corsini di Filippo Vitali (1590-1654) rappresentata a Roma nel 1620 in casa dello stesso Corsini. Non poteva mancare Girolamo Frescobaldi (1583-1643) eccelso musicista, di spicco nella Roma del 1600 di cui è stato presentato un brano profano strumentale Canzona detta La Todeschina caratterizzato dai raffinati virtuosismi dei due violini. Se Frescobaldi è universalmente noto molto meno lo è Francesco Foggia (1604-1688), musicista di ambito romano come Giacomo Carissimi e Bonifazio Graziani, che condivide con il Foggia di essere poco conosciuto. Il brano di Foggia Salve panis per alto, tenore, basso e strumenti fu scritto per l’Offertorio che dopo il Concilio di Trento divenne fondamentale e centrale per motivi politico- religiosi che si opponevano alla Riforma protestante e per questo i musicisti scrissero innumerevoli brani per questo momento topico della celebrazione.

Ha concluso un'altra composizione natalizia di Graziani Amici pastori una cantata per tenore, alto e basso accompagnati dagli strumenti, Graziani fu maestro di cappella della Chiesa del Gesù, anche i Gesuiti, infatti, usarono la musica come strumento di conversione anche nel Nuovo Mondo, il più famoso è Domenico Zipoli (1688-1726), le Canzoni morali di Graziani in italiano furono pubblicate ad opera del fratello Graziano. Grandi e calorosi applausi, meritatissimi al termine per tutti gli interpreti, per un concerto insolito, raffinato, divertente ed entusiasmante.

Pubblicato in: 
GN9 Anno X 5 gennaio 2018
Scheda
Titolo completo: 

Accademia Filarmonica Romana
Giovedì 21 dicembre 2017 ore 20.30
Sala Casella
Stelle amiche
Canti d’amore e di Natale dal Seicento romano

arie, pive, sinfonie, mottetti e canzoni di Carissimi,Graziani, Foggia, Anerio e altri autori

Giovanni Animuccia (1520-1571)
Deh, venitene, pastori per alto, tenore, basso ed ensemble

Giovanni Francesco Anerio (1567-1630)
Giunti i pastori per alto, tenore, basso ed ensemble

Anonimo
Sinfonia per ensemble

Francisco Soto de Langa (1534-1619)
Nell’apparir del sempiterno sole per alto, tenore, basso ed ensemble

Giovanni Girolamo Kapsberger (1580-1651)
Canario per tiorbe

Anonimo
Dolce Dio per due voci a cappella

Anonimo
Mentre ti miro per alto, tenore, basso ed ensemble

Bonifazio Graziani (1604-1664)
Transeamus pastores per alto, tenore, basso ed ensemble

Anonimo
Perché m’inviti pur per alto, tenore, basso a cappella

Giacomo Carissimi (1605-1674)
Notte placida e serena per alto, tenore, basso ed ensemble

Andrea Falconieri (1585-1656)
Ciaccona per ensemble

Filippo Vitali (1590-1654)
Di beltà per alto, tenore ed ensemble

Girolamo Frescobaldi (1583-1643)
Canzona detta La Todeschina per ensemble

Francesco Foggia (1604-1688)
Salve panis per alto, tenore, basso ed ensemble

Bonifazio Graziani (1604-1664)
Amici pastori per alto, tenore, basso ed ensemble

CONCERTO ROMANO
Andrés Montilla Acurero alto
Luca Cervoni tenore
Giacomo Nanni basso
Gabriele Pro, Sinni Ricci violini
Francesco Tomasi tiorba e chitarra
Fabrizio Carta tiorba
Valeria Brunelli violoncello
Matteo Coticoni contrabbasso

Alessandro Quarta concertazione, direzione, canto