Teatro dell'Opera di Roma. Rusalka la lunare fiaba dell'acqua

Articolo di: 
Livia Bidoli
Rusalka con Vodnik

La fiaba lirica in tre atti di Rusalka, composta da Antonin Dvořák a fine Ottocento e inaugurata trionfalmente nel 1901 al Teatro Nazionale di Praga senza mai smettere di essere rappresentata come la più pregiata opera nazionale, ha aperto la stagione 2014-2015 del Teatro dell’Opera di Roma, dal 27 novembre fino al 14 dicembre, con un nuovo allestimento dal Teatro dell'Opera di Roma e con la regia, le scene e i costumi di Denis Krief; alla direzione dell'Orchestra del Teatro dell'Opera lo svedese Eivind Gullberg Jensen; Maestro del Coro Roberto Gabbiani e Denys Ganio per le coreografie. La voce dell'ondina Rusalka è stata affidata alla maestria della soprano bulgara Svetla Vassileva (secondo cast Anna Kayan) ed il Principe di cui si innamora perdutamente è il tenore russo Maksim Aksenov.

Tratta dalle leggende intorno alle sirene d’acque dolci, da Undine del tedesco Friederich Heinrich Karl de la Motte-Fouqué a La Sirenetta di Hans Christian Andersen e alla leggenda di Melusine, Rusalka propone come sottofondo un’architettura musicale non solo narrativa - pensiamo alle Figlie del Reno della tetralogia dell’Anello ed ai Leitmotive che si annunciano già nel preludio - vicina a Wagner. Rivelando immediatamente, già nella presentazione, la matrice profondamente boema dell’opera, i temi si sviluppano fin dal preludio intorno a Vodnik, il padre acquatico di Rusalka, - l'eccellente e commovente Steven Humes, con i suoi lamenti sinceramente e affettuosamente paterni, ed intorno a cui compare il motivo del desiderio, che contraddistinguerà poi sia Rusalka sia il Principe, e la Principessa straniera - finendo per intessere l’intero dramma di lirismo, ivi compreso il Tristan-Akkord che si rinviene in varie parti dell'opera. Questa nota dissonante, che “graffia” e ferisce Rusalka ed in seguito il Principe, coinvolgendo poi tutti, dalle ondine alla zia Ježibaba, interpretata mangificamente da Larissa Diadkova entro una cornice di luce ultraterrena rosa shocking, ha il suo contraltare nelle quattro note embrionali e motiviche provenienti dalla Seconda Sinfonia in si bemolle maggiore che l'autore ha composto giovanissimo nel 1865 (la Prima Sinfonia è andata purtroppo perduta), quando ancora annaspava come compositore. Il carattere struggente di tutta la musica, il gioco di intarsi tra cori e voci, la parte orchestrale che sincronicamente allaccia come nell'abbraccio dell'acqua, sono di una squisitezza rinvenibile solo nei capolavori. Coloro che non hanno mai ascoltato Rusalka (e ci sarebbe anche quella di Dargomyžskij di cui consiglio l'ascolto) ne rimangono abbagliati: il gioco di danze, la coreografia di Denys Ganio che si connota per un touche anni Cinquanta tutto vibrante dei colori dei costumi; il fluire della musica in un tutto unico senza soluzioni di continuità anche di fronte al silenzio della muta ninfa in territorio umano, affascinano profondamente anche i primi avventori dell'opera.

Dvořák ha infuso la Rusalka di quello spirito drammatico di cui si sentiva innervato in ogni sua espressione musicale: non si può veramente affermare di conoscere questo compositore solo con le sinfonie ed i concerti, sebbene del livello altissimo della sua produzione operistica, poiché in quest'opera – più che anche nella precedente Il Diavolo e Caterina (1899) – propone noumenicamente sé stesso. Il connubio col librettista Kvapil, che gliela sottopose, è assoluto, quanto con il dedicatario della voce del Principe, suo primo interprete a Praga nel 1901, Bohumil Pták, che la cantò insieme a Růžena Maturová nella parte di Rusalka.

Nella rappresentazione odierna del nuovo allestimento di Krief – a differenza di quella più filologica e fiabesca del 2008 - si circoscrive l'ambiente con delle mura di legno che si accendono di colori determinativi dei luoghi: il verde iniziale delle Ondine ed il seguente blu cobalto di Rusalka, contrapposti al rosso della passione della Principessa straniera, ed al caldo giallo dello scoppiare dell'amore per il Principe e l'approdo sulla Terra; il ricordato rosa fucsia della strega Ježibaba che concede la pozione per diventare umana a Rusalka prendendole la voce e condannandola ad una maledizione nel caso di ritorno alle acque. Un'altra efficace contrapposzione si evidenzia fra il mondo sotterraneo di Rusalka, delle sue sorelle Ondine, del padre spirito dell'acqua Vodnik; e dall'altra il mondo terreno, rappresentato dalle passioni materiali del Principe che si lascia irretire dalla Principessa straniera, interpretata dalla valchiria, di voce e di presenza possente, Michelle Breedt. La freddezza di Rusalka, di cui si lamenta il Principe, - le voci di Svetla Vassileva e di Maksim Aksenov si intrecciano solo alla fine ma sia da sole che in comunione con le altre, brillano costantemente – è quella delle acque gelide che Dvořák ha già musicato attraverso le Danze slave, le Leggende, i poemi sinfonici e Lo spirito delle acque (Vodnik, 1856) da cui direttamente è ispirato Rusalka. In comune con le mitografie sulla sirena, come Ligeia o Ligheia (da Tomasi di Lampedusa alla vampirica dark lady di Poe), e la Loreley danese, il fascino voluttuosamente romantico che si rinviene nella musica con i temi acquatici grotteschi (se assimilati al padre Vodnik) oppure flessuosi e lamentosi, quelli della protagonista ondina introdotta dal suono dell’arpa. Come tutti gli slavi, oserei dire i boemi più propriamente, rivela nelle onde dei suoni perciò un’atavicità quasi assorta, un incanto nel discorrere di lamentose richieste appena accennato. Vicino a Rimskij-Korsakov concettualmente, per la genesi di un mito direttamente fugato tra magia e natura, Dvořák sceglie però una preminenza panica rispetto all’umano e al magico, quasi un governo delle acque risuona attraverso le sue onde sonore.

Rusalka è dotata inoltre di un’altra caratteristica notoriamente associata ai pesci, la mutevolezza della voce (differente tra gli atti), che riesce ad arricchire di strani ed onirici risvolti la storia appassionata con il Principe amante. Il tradimento con la Principessa straniera, correlato da un tema specifico, mentre il Principe si presenta con un vago accenno al tema del bosco e alla sua fascinazione per gli umani, è un presentimento certo dall’inizio, dalla richiesta alla strega Ježibaba di renderla umana pur di amarlo.

La tragedia del padre Vodnik per la perdita della figlia è il dramma centrale di Rusalka per Dvořák, non meno del lamento di lei per l’inganno subito e la sorte maligna che la condanna a farsi fuoco fatuo, così come il suo amore disperato.

In tutto questo tourbillon di magiche parvenze rivelatesi trappole, la regia di Krief dà delle sicurezze rese effimere soltanto dallo specchio centrale, in cui possiamo immaginarsi specchiare quel chiarore lunare che approda alla fine nell'abbraccio gelidamente finale dell'ultimo duetto. Il direttore Eivind Gullberg Jensen ha condotto in modo sicuro e preciso l'incedere complesso di questa fiaba dell'acqua, sia gli afflati impressionistici, sia gli stilemi cromatici nell’intenso furoreggiare degli spietati tradimenti “umani”, in cui sicuramente è la “natura” come musica che ha avvinto il pubblico con affondi metafisici nei riflessi cangianti di fluidi femminili intinti di luce sovrannaturale.

Pubblicato in: 
GN5 Anno VII 4 dicembre 2014
Scheda
Titolo completo: 

Teatro dell'Opera di Roma
RUSALKA

Teatro Costanzi
Musica di Antonín Dvořák
Fiaba lirica in tre atti
Libretto di Jaroslav Kvapil
 
Durata: 3 ore e 20 minuti circa
(compresi due intervalli)

Direttore
Eivind Gullberg Jensen
Regia, scene, costumi e luci
Denis Krief
Maestro del Coro
Roberto Gabbiani
Coreografia
Denys Ganio
 
ORCHESTRA, CORO E CORPO DI BALLO DEL TEATRO DELL’OPERA
Nuovo allestimento

 
In lingua originale con sovratitoli in italiano e in inglese
Prima rappresentazione
giovedì 27 novembre, ore 19.00 (turno A)
Repliche fino al
domenica 14 dicembre
 
Interpreti principali

Rusalka                        
Svetla Vassileva /Anna Kasyan 12, 14
Principe
Maksim Aksenov /Peter Berger 12, 14
Vodník, lo spirito dell'acqua Steven Humes
Ježibaba, la strega Larissa Diadkova
La Principessa Straniera Michelle Breedt
Il Guardiacaccia Igor Gnidii
Lo Sguattero Eva Liebau
Prima ninfa del bosco Anna Gorbachyova
Seconda ninfa del bosco Federica Giansanti
Terza ninfa del bosco Hannah Esther Minutillo
Un Cacciatore Antonello Ceron