cinema

  • L'uomo di neve
    Articolo di: 
    Livia Bidoli

    Un thriller perfetto, mozzafiato, freddo e lucido nella sua progressione: cerebrale e teso, in cui un serial killer continua ad uccidere ossessivamente nello stesso modo nelle lande innevate della Norvegia. Tra Oslo e Bergen, il Detective Harry Hole, un Michael Fassbender in splendida forma, si aggira alla ricerca di indizi e sentieri da battere per rintracciare L'uomo di neve, insieme a Rebecca Ferguson: ottimamente diretti entrambi nel gelo norvegese dallo svedese Tomas Alfredson, che ha già due frecce al suo arco: Lasciami entrare (2008), tratto dal romanzo omonimo di John Ajvide Lindqvist; e La talpa (2011), remake del famoso spy-movie con Michael Caine.

  • Loving Vincent
    Articolo di: 
    Livia Bidoli

    Con amore, Vincent” titola così, brevemente, il film dedicato a Van Gogh da una collaborazione cinematografica britannico – polacca che ne ha disegnato i contorni tra fumetti ed attori in carne e ossa, tutti ridipinti olio su tela secondo il modo reso celebre dal pittore olandese: le spesse pennellate che intridono di colore ogni palmo dei suoi quadri. Uno squisito ritratto degli ultimi giorni, “à rebours”, a ritroso, come direbbe Huysmans, il decadente francese per antonomasia, che lui ha tanto letto e amato. Loving Vincent, nelle sale unicamente dal 16 al 18 ottobre distribuito da Adler e Nexo in Italia, comincia dal saluto finale della sua ultima lettera indirizzata a suo fratello Theo.

  • 120 battiti al minuto
    Articolo di: 
    Livia Bidoli

    Col Grand Prix de Cannes, il Premio Fipresci, il Queer Palm ed il plauso commosso di Pedro Almodovar, Presidente della Giuria oltre alla recente candidatura a rappresentare gli Oscar per la Francia, il nuovo film di Robin Campillo, 120 battiti al minuto (tit. orig.:120 battements par la minute) sta aprendosi una highway star americana oltreché europea, raccontando uno dei periodi più difficili della lontra contro l'AIDS, gli anni '90 a Parigi ed in Francia.

  • Blade Runner 2049
    Articolo di: 
    Livia Bidoli

    Tutti ricordano Blade Runner, anche chi non conosce Philip K. Dick, che ha scritto Do the Androids Dream of Electric Sheep? nel 1968 (tradotto in italiano per la prima volta dall'editrice Nord con Cacciatore di androidi, riferendosi al protagonista ed al suo mestiere; più tardi tradotto da Fanucci – che ha edito l'opera omnia di Dick – con Gli androidi sognano pecore elettriche?, seguendo fedelmente il titolo originale): da questo libro è tratto il famoso film di Ridley Scott datato 1982, di cui Denis Villeneuve ha diretto il seguito datandolo trent'anni dopo: Blade Runner 2049, prodotto dallo stesso Ridley Scott.

  • Richard Gere
    Articolo di: 
    Emanuela Giuliani

    “Scusa…ragazzi scusa…” Inizia così la conferenza stampa con Richard Gere, a Roma, tenutasi presso il Cinema Quattro Fontane, in occasione della presentazione dell’ultimo film da lui interpretato L’incredibile vita di Norman, scusandosi per il ritardo e strappando così oltre che un meritato applauso anche tanti sorrisi.

  • Norman
    Articolo di: 
    Emanuela Giuliani

    Norman Oppenheimer (Richard Gere), è un modesto faccendiere newyorkese il cui istinto primario è quello di rendere felici gli altri, esaudendo ogni loro desiderio e risolvendo qualsiasi problema gli venga posto, grande o piccolo che sia. Con la speranza nel cuore di ricevere, un giorno, la dovuta gratitudine ed il giusto riscatto, non risparmia sé stesso, ma, suo malgrado, Norman si scontrerà con la dura realtà, quando Micha Eshel (Lior Ashkenzi), un uomo a cui aveva fatto un favore anni prima, viene eletto Primo Ministro Israeliano, rendendosi conto, con ingenuo stupore, che la generosità e l’altruismo non sempre vengono accettati, compresi e soprattutto rispettati. Questa la trama di Norman: The Moderate Rise and Tragic Fall of a New York Fixer (letteralmente: La moderata ascesa e la tragica caduta di un faccendiere newyorkese, ma nella versione italiana semplicemente L'incredibile vita di Norman).

  • Valerian
    Articolo di: 
    Livia Bidoli

    Il ritorno di Luc Besson alla fantascienza è in sé un evento dopo il capolavoro indimenticabile de Il quinto elemento (1997), cui ha fatto seguito, sulla stessa scia, Lucy con Scarlett Johansson nel 2014, che abbiamo apprezzato molto. Con Valerian e la città dei mille pianeti però si staglia un legame con l'infanzia di Besson, che si è colorata proprio di quegli stessi fumetti che ora hanno un rilievo cinematografico. Per questo, si è avvalso, nella creazione del film, di Pierre Christin e Jean-Claude Mézières, autori del fumetto (il primo alla scrittura, il secondo alle illustrazioni) che è andato per la prima volta in edicola nel 1967 sotto il titolo di Valérian et Laureline. Ascoltiamo dalla voce di Besson come è nata questa passione.

  • In Dubious Battle
    Articolo di: 
    Emanuela Giuliani

    Durante gli anni della Grande Depressione negli Stati Uniti d'America, e più precisamente nel 1933, i due attivisti politici Mac (James Franco) e Jim, (Nat Wolf) si infiltrano in un gruppo di braccianti, raccoglitori di mele, della California, con lo scopo di convincerli a ribellarsi ai loro padroni per lottare e far riconoscere i propri diritti di lavoratori. Il poliedrico James Franco, arriva nelle sale cinematografiche con In Dubious Battle – Il coraggio degli ultimi, da lui stesso interpretato, diretto e prodotto. La pellicola è l’adattamento del romanzo del Premio Nobel John Steinbeck, La battaglia, scritto nel 1936, e il cui titolo è un riferimento a un brano del Paradiso perduto di John Milton, tradotto nell’edizione italiana da Eugenio Montale con il titolo La battaglia.

  • Dove cadono le ombre
    Articolo di: 
    Emanuela Giuliani

    La regista Valentina Pedicini, realizzando il film: Dove Cadono le Ombre, contribuisce, nel suo piccolo, a far conoscere l’atroce genocidio avvenuto dal 1926 al 1986 in Svizzera, fin ora tenuto accuratamente nascosto, con l’aiuto della sopravvissuta Mariella Meher, conosciuta per i suoi romanzi e poesie.

  • Dunkirk
    Articolo di: 
    Emanuela Giuliani

    Alla fine del maggio del 1940 il corpo di spedizione britannico, assieme alle truppe francesi, belghe e canadesi indietreggia fino alla spiaggia di Dunkerque (Dunkirk in inglese), rimanendovi intrappolato. Nonostante la distanza da “casa” sia minima, poiché l’altra sponda si trova a soli 26 miglia, la secca di 7 metri rende impossibile la missione di salvataggio e quindi l’evacuazione dei 400.000 soldati da parte delle navi inglesi, unica speranza l’aiuto dei civili oltre la Manica con piccole imbarcazioni private. Mentre gli Spitfire della RAF si fronteggiavano, in cielo aperto, con il nemico, per difendere gli uomini prigionieri sulla spiaggia, le piccole imbarcazioni salparono formando una piccola flotta, dal sud della costa inglese, per raggiungere la Francia e salvare l’esercito, in una spedizione denominata: Operazione Dynamo.