Supporta Gothic Network
Castelli in Africa a Lanuvio dal 9 all'11 settembre 2011
“Castelli in Africa” è una scommessa vinta, una scommessa che dura ormai da quattro anni nel cuore dei Castelli Romani. Era il 2008 quando la comunità giovanile Zampanò decise di organizzare un festival culturale all’Africa dell’Ovest. Con non poche difficoltà economiche e organizzative il festival prese vita e nel corso degli anni si è arricchito abbracciando una più ampia gamma di espressioni culturali che uniscono idealmente l’Africa con il Mediterraneo.
Così per il quarto anno consecutivo la suggestiva location di Villa Sforza Cesarini a Lanuvio (Roma) ospiterà dal 9 all’11 settembre 2011 la quarta edizione di Castelli in Africa. Tre giorni di workshop, mostre, cucina tipica africana, stand fieristici, ma soprattutto tanta musica.
Si inizia il 9 di settembre quando sul palco di Castelli in Africa si esibiranno gli Easy Roots uno dei gruppi emergenti di musica reggae e ska più popolari che cederanno poi strumenti e microfoni agli Evi ‘Evan: un’orchestra greca che presenterà una raccolta di canzoni appartenenti al genere rempètiko (ρεμπετικο), caratterizzate da forti passioni piene di rammarico, amore, amarezza; le liriche narrano storie ed avventure della gente semplice. Il genere, nato in Grecia agli inizi del ‘900, si ispira alla musica tradizionale greca, mescolando ritmi e suggestioni tratti dai canti della diaspora di Smirne ed Istanbul. Si realizza così un viaggio sonoro unico, a cavallo tra Oriente e Occidente, noto come il ritmo dell’emarginato.I rempètis erano infatti contro il conformismo borghese delle nascenti metropoli, mostrando disinteresse e disappunto per gusti ed ideali impera. Proprio nel pomeriggio di venerdì 9 i musicisti del gruppo degli Evi’ Evan terranno un seminario sulla musica e la cultura greca.
Sabato 10 settembre sarà la volta dei Villa Zuk e dei Gabin Dabiré Trio: i primi coloratissimi musicisti, come amano definirsi, sono espressione del Folk Rock del sud Italia e i secondi rappresentano un ensemble un jazzistico di prestigio internazionale che unisce le sonorità africane del Burkina Faso con quelle indiane.
Chiuderanno la rassegna domenica 11 settembre gli Yampapaya e i Wamde. Gli Yampapaya che in thailandese significa “insalata mista piccante hanno origine nel 1984 quando David Hoffmann, cantante e chitarrista, figlio di un diplomatico americano si trasferisce in Cina. Li, nei corridoi dell'Universita di Pechino, forma un gruppo multietnico con musicisti orientali, occidentali e africani conosciuto come "Bejing Undreground". Così le sonorità che vanno dagli Stati Uniti, a Cuba, dal Senegal, alla Cina e all’Angola si uniscono in una sola band approdando negli anni Novanta in Italia e facendosi conoscere in tutta Europa. I Wamde è un gruppo di percussionisti che cerca di cogliere l'aspetto multiculturale della musica africana e interpreta la tradizione Mandinga ( etnie Bambara, Sousou e sopratutto Malinkè) dell'Africa Occidentale e il repertorio è costituito esclusivamente da ritmi tradizionali e arricchiti da velocissimi breck in stile Ballett.
“Quest’anno uniamo l’Africa e il Mediterraneo attraverso la Grecia – dicono gli organizzatori della comunità giovanile Zampanò – con gli Evi’ Evan che oltre alla loro musica terranno delle lezioni sulla cultura della loro Terra. Ma non mancheranno le sonorità del sud Italia con i Villa Zuk e gli ospiti di fama internazionale che ci condurranno nei sound africani. Inoltre come ogni anno il festival sarà arricchito di stand fieristici, mostre e cucina tipica africana”.
Tutti i concerti di “Castelli” in Africa iniziano alle ore 21.00 e sono a ingresso gratuito. La rassegna “Castelli in Africa” è realizzata con il patrocinio di Regione Lazio, Provincia di Roma e Comune di Lanuvio.