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17th Fryderyk Chopin Piano Competition. Inaugurazione con Garrick Ohlsson
I grandi lampadari di cristallo della Filarmonica di Varsavia sono pronti a d illuminare il palco dove 80 candidati di contenderanno il premio del 17th International Fryderyk Chopin Piano Competition, per il quale sono stati preparati ben tre concerti speciali di inaugurazione. L’Orchestra Filarmonica di Varsavia e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Radio Polacca si dividono le sale della Filarmonica, la prima; la Sala Grande dei Concerti a Katowice, la seconda, con Martha Argerich e Garrick Ohlsson.
Un compositore italiano, Ferruccio Busoni, per inaugurare uno dei più antichi e importanti concorsi internazionali pianistici e un interprete di scuola busoniana, Garrick Ohlsson, sono i protagonisti della seconda serata di inaugurazione del Concorso pianistico che ogni cinque anni riempie Varsavia di artisti di fama mondiale.
Premio Busoni nel 1966 e Premio Chopin nel 1970, Garrick Ohlsson è anch’egli di formazione busoniana, poiché in America ha studiato con un insegnante che è stato allievo di uno dei migliori alunni di Busoni, Frida Kindler. L’interpretazione che Ohlsson sceglie per il Concerto per pianoforte, orchestra e voci maschili di Busoni è elegante, quasi senza sforzo apparente e con un suono di meravigliosa dolcezza e morbidezza. “Sono solo 72 minuti” – dice il pianista in una intervista ad un magazine italiano – “ ma una montagna di lavoro tecnico”.
Tutta l’opera ha una struttura imponente che si riflette anche nella corposità del titolo "Concerto - per un pianoforte principale e diversi strumenti ad arco, a fiato e a percussione - aggiuntovi un coro finale per voci d'uomini a sei parti - le parole alemanne del poeta Oehlenschläger, danese, la musica di Ferruccio Busoni da Empoli. Anno MCMIV, opera XXXJX". Il Concerto infatti si conclude con un inno di lode ad Allah tratto da L'Aladino di Adam Gottlob Oehlenschläger e intonato dal Coro di voci maschili della Filarmonica di Varsavia.
Amato dal pubblico (tanti i giovani e anche i bambini! presenti in sala), richiamato con ovazioni a fine serata, Ohlsson sa mettere in risalto il virtuosismo di cui il Concerto di Busoni è intriso. La tecnica strumentale, che richiama quella di Franz Liszt e che fa del pianoforte lo strumento principe dell’orchestra, raggiunge la sua brillantezza soprattutto nel secondo (Pezzo giocoso) e nel quarto (All’Italiana) movimento che rappresentano la parte più scherzosa di una composizione monumentale e solenne. In entrambi i movimenti è facile riconoscere la melodia napoletana di “Fenesta ca lucive” che Busoni aveva ascoltato quando era ancora bambino e che si contrappone alla ieraticità del corale armonizzato dell’Adagio centrale.
Garrick Ohlsson è un artista composto nella figura e nel pianismo; l’infallibilità della sua preparazione tecnica e una eccezionale padronanza della partitura, gli consentono di suonare interi passaggi senza guardare la tastiera ma seguendo il direttore e la sua gestualità. Il pianista ringrazia il pubblico che acclama e applaude: regala brevi interpretazioni di bis chopiniani.
Si vorrebbe continuare ancora ma l’indomani è il giorno di apertura del concorso, quasi ottanta candidati giovani e giovanissimi sono pronti per farsi conoscere, per testare le loro doti pianistiche (e anche di resistenza emotiva) davanti a una giuria che quest’anno conta ben quattro Premi Chopin: Adam Harasiewicz (1955), Martha Argerich (1965), Garrick Ohlsson (1970), Yundi Li (2000). Il concorso che occuperà tutto il mese di ottobre, fino al 23, si potrà seguire quotidianamente sul canale riservato o addirittura, novità di quest’anno, scaricando una app apposita sui dispositivi mobili dal link ufficiale del concorso.
In competizione quest’anno candidati provenienti dalla stessa Polonia che vanta il numero più consistente, ben 15 pianisti, segue la Cina con 14 concorrenti, il Giappone (12) e la Corea del sud (9), a testimoniare ancora una volta la grande supremazia della disciplina orientale. A seguire Russia, Stati Uniti, Italia, Canada e Gran Bretagna i paesi con i partecipanti più numerosi. È un’esperienza unica partecipare alle sessioni di prove: l’occasione per condividere l’emozione di questi giovani ma soprattutto per vedere quante eccellenze ci sono nel mondo. Tutti con una tecnica eccellente, con somme capacità interpretative, molti di loro già con un’avviata attività concertistica seppur ancora immersi nello studio di un repertorio che desiderano perfezionare. In bocca al lupo, ragazzi!...che vinca il migliore.