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37° Cantiere di Montepulciano. Il Royal Northern College of Music di Manchester con Roland
Al 37° Cantiere Internazionale d'arte di Montepulciano, tre sono stati i concerti diretti da Roland Böer, di cui due eseguiti solo con l'Orchestra del Royal Northern College of Music di Manchester, e gli artisti in residence - Markus Bellheim e Justus Grimm. I concerti hanno avuto un grande successo e si sono svolti nella sala ricavata dagli Ex Macelli il 22 e il 26 luglio 2012.
I programmi scelti dal maestro sono stati incentrati sulla musica tedesca nel primo, e su quella russa, nel secondo. L'Idillio di Sigfrido di Wagner, scritto per il compleanno della moglie Cosima, ha aperto il primo concerto. Un brano che pur composto per piccola orchestra ha tutte le caratteristiche e il fascino di quella scritta per le opere e in cui sono già presenti i temi del Sigfrid.
Il Concerto per pianoforte ed orchestra n° 1 op. 27 di Detlev Glanert, ha suscitato molto interesse per la rarità dell'esecuzione in Italia. Fu composto nel 1994 e dedicato al pianista Alan Marks, che per primo lo eseguì; già allora gravemente malato di HIV, morì poco tempo dopo. La composizione presenta una successione di danze di cui esalta l'aspetto dionisiaco e il succedersi dei ritmi trascinanti e violenti, alternate a momenti di pausa meditativa in cui la musica è concentrata in brevi frammenti.
Del pianoforte vengono esaltate le caratteristiche di strumento a percussione, ma anche l'orchestra risente di questa visione ed è presa dal vortice incessante del ritmo, in un'atmosfera che evoca, Strawinskij, Prokoviev e Šostakovič. Il concerto mette a a dura prova il virtuosismo dell'orchestra e del pianista, Markus Bellheim, artista residente del Cantiere, ha offerto una splendida prova della sua bravura e ha riscosso il plauso entusiastico del pubblico.
La Serenata italiana in Sol Maggiore di Hugo Wolf è un brano un po' eccezionale per il musicista, che si dedicò soprattutto ai Lieder. L'atmosfera musicale dei lieder, poetica e sognante, è presente anche in questa composizione che, in origine, fu concepita come suite per quartetto d'archi, per poi diventare una serenata, con una struttura più complessa, in cui la viola solista è accompagnata dagli archi; questa versione fu completata da Reger a causa della morte del musicista.
La Sinfonia n° 45 in Fa diesis Minore "Sinfonia degli addii" di Haydn, del 1772 fu un esempio di elegante protesta sindacale alla corte del principe Esterhazy. I musicisti, esasperati per la lunga lontananza dalle famiglie, causata dal protrarsi del soggiorno nella dimora estiva del principe, chiesero ad Haydn di manifestare il loro scontento.
Il musicista li accontentò usando per la sinfonia la tonalità di Fa diesis Minore, che nella musica barocca è legata al sentimento di frustrazione e ira, e creò un insolito movimento finale – Adagio - in cui i musicisti man mano si allontanano e spengono le candele fino a che rimangono solo i due violini, suonati da Haydn e Tommasini, gli unici ad avere avuto il permesso di avere con sé la famiglia. La protesta finì bene, è inoltre interessante notare come la musica della sinfonia sia già percorsa da quella sensibilità che porterà al Romanticismo.
Il secondo concerto ha avuto come brano di maggiore interesse, per la sua rara esecuzione, il Concerto per violoncello in sol min n° 2 .op. 126 di Šostakovič ,incastonato tra due balletti L'estate da "Le stagioni" op. 67 di Glazunov e L'uccello di fuoco di Strawinskij. Entrambi i musicisti furono allievi di Korsakov, celeberrimo per la sua abilità nel creare un'orchestrazione raffinata e iridescente, ma quale differenza tra i due, dovuta non solo ai quasi vent'anni di differenza, ma anche ad una diversa sensibilità.
Glazunov compose questo brano elegante, in cui tutti i colori degli strumenti sono utilizzati con grande perizia e che si inserisce nella tradizione tardo romantica. L'uccello di fuoco è il primo balletto scritto da Strawinskij per i Ballet Russes, nonostante sia ancora manifesta l'influenza del maestro nella sapiente orchestrazione, la propensione ad esaltare il ritmo nella composizione musicale, comincia a manifestarsi palesemente; indimenticabile l'entrata Kasheij, l'immortale, con il suo mostruoso seguito, scandito dal suono secco degli strumenti e dal ritmo violento e incalzante.
Veniamo al Concerto per violoncelloin sol min. n° 2 op. 126 di Šostakovič fu eseguito per la prima volta a Mosca, nella Sala grande del Conservatorio, il 25 novembre 1966, con l'Orchestra Sinfonica di Stato dell'URSS diretta da Evgenij Svetlanov e fu dedicato Mstislav Rostropovic, il mitico violoncellista e direttore d'orchestra. Sicuramente la l'ardua scrittura virtuosistica per lo strumento solista fu influenzata da Rostropovic, ma l'aspetto che suscita più interesse è che fu composto dopo la morte di Stalin, quando il compositore non più minacciato, poteva godere di una maggiore libertà e seguire il suo estro creativo.
Non più gli obblighi celebrativi e magniloquenti del dopoguerra, e il ricorso ineludibile agli elementi legati al folklore, ma la possibilità di esprimere quel lato della sua anima pensoso, interiore e malinconico, senza abbandonare l'amara ironia del feroce sberleffo. Questa visione si riversa nella composizione dell'organico dell'orchestra, ridotto, quasi cameristico, un'espressività intima e sotterranea pervade il brano, in una forma libera in cui si sovrappongono echi musicali diversi.
Il Largo si apre in una atmosfera cupa e introspettiva, comincia il solo violoncello a cui si uniscono, gli archi gravi e poi gli altri strumenti senza giungere al pieno dell'orchestra; nella parte centrale, una sezione ritmica, sempre tetra, inizia dal solista per essere poi ripresa dagli archi e dagli strumentini. L'assolo virtuosistico di violoncello è violentemente scandito dalla grancassa, un contrappunto tragico e grottesco che sfocia in un finale che cupamente si spegne.
L'Allegretto inizia algido e quasi meccanico con vaghe rimembranze popolari, per poi aprirsi alla melodia nel dialogo fra i corni e il violoncello. Senza interruzione, ma come continuando il precedente movimento, inizia l'Allegretto finale, una fanfara con il rullo del tamburo segna la fase di transizione e poi ai corni spetta di iniziare, il violoncello è impegnato in virtuosismo trascinante e pirotecnico che si conclude su un trillo, il concerto con tutta l'orchestra sembrerebbe finire tradizionalmente in modo brillante, e invece no, ecco riappare il clima cupo iniziale del Largo e il concerto si conclude con il suono doloroso e grave dello strumento con il lugubre e inquietante accompagnamento delle percussioni.
Justus Grimm, artista residente del Cantiere, ha interpretato in modo magistrale il brano e sollecitato dagli scroscianti applausi del numeroso pubblico, lì convenuto, ha eseguito un bis con l'orchestra: il Preludio de I masnadieri di Verdi, in cui il violoncello ha uno splendido a solo lirico contrapposto alla violenta e cupa drammaticità della parte orchestrale.
I giovani dell'Orchestra del Royal Northern College of Music di Manchester, che si sono alternati nell'esecuzione dei due concerti hanno superato tutti diversi problemi tecnici ed interpretativi che le differenti composizioni ponevano sotto la guida esperta e sicura di Roland Böer, che ha profuso tutta la sua bravura ed il suo entusiasmo nel dirigere i giovani musicisti.