41° Festival della Valle d'Itria. Le inquiete braci tra Tutino e Marai

Articolo di: 
Piero Barbareschi
Le Braci

La quarantunesima edizione del Festival della Valle d'Itria a Martina Franca, che da sempre prevede la rappresentazione di melodrammi o composizioni strumentali in prima esecuzione moderna o su commissione, è stato inaugurato mercoledì 15 luglio 2015 con un'affascinante opera di Marco Tutino in prima versione assoluta: Le Braci, dal romanzo omonimo di Sandor Marai. Commissionata dal Festival della Valle d'Itria e dalla Fondazione del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, è stata diretta in quest'occasione da Francesco Ciluffo con la regia di Leo Muscato.

Chi ha letto ed amato il testo di Marai sa che l'autore affronta temi eterni ma fondamentali nella vita degli uomini: l'amicizia, la lealtà, il tradimento, il rancore e l'amarezza, elementi che possono condizionare e dare un significato all'esistenza stessa, condizionandone le azioni ed i pensieri. Valori che obbligano in ogni caso l'individuo a farsi delle domande  e tirare le somme sul significato della propria vita quando la stessa si avvia, nella vecchiaia, a terminare.

La scelta di questo testo da parte di Tutino ha rappresentato una sfida affascinante ed impegnativa che, lo diciamo subito, è stata a nostro parere vinta producendo un un ottimo prodotto.

Elemento costante nel testo originale è una sensazione di inquietudine e di angoscia provocata da alcune domande fondamentali che attendono risposta. Solo l'incontro fra due uomini, amici un tempo inseparabili, dopo una separazione di quarant'anni potrebbe porre fine agli interrogativi.

Cosa può provare un uomo convivendo per una vita intera con il dubbio che il migliore amico, avendo una relazione con la moglie, potesse per questo motivo decidere addirittura di ucciderlo e non sfruttando l'occasione per farlo sparisse poi per quarant'anni?

La morte della moglie, che ha forse nel suo diario scritto qualcosa di utile, non può aiutare e solo il ritorno imprevisto dell'amico potrebbe porre fine al tormento.

Questa sintesi della vicenda è indispensabile per poter far capire come Tutino in primis, ma anche la regia di Leo Muscato, le scene di Tiziano Santi ed ovviamente i cantanti che di seguito saranno doverosamente citati, abbiano proposto un'opera interessante, ben calibrata e perfettamente aderente al testo ed al suo messaggio.

Angoscia ed inquietudine, si diceva. Sin dalle prime note dell'introduzione strumentale e per tutta l'opera, la scrittura musicale, le scelte armoniche e timbriche e l'impostazione delle linee melodiche dei cantanti, riescono con straordinaria efficacia a trasmettere all'ascoltatore questo stato d'animo, creando una condivisione emotiva con la ridda di pensieri angosciosi e malinconici che i personaggi in scena stanno vivendo. Di straordinaria efficacia e d'ispirazione cinematografica l'idea di rappresentare in scena, in una sorta di successivi flashback che materializzano i ricordi, i protagonisti nella loro gioventù rappresentati nelle azioni e nelle parole che hanno preceduto e creato la vicenda che ora forse può trovare spiegazione. Konrad ed Henrik, ormai anziani ed acciaccati, possono osservare loro stessi nel fulgore degli anni. Alfonso Antoniozzi-Konrad e Roberto Scandiuzzi-Henrik hanno proposto un'interpretazione convincente e coinvolgente, così come Davide Giusti-giovane Konrad e Pavol Kuban-giovane Henrik hanno delineato con stile adeguato le caratteristiche giovanili dei personaggi.

Altrettanto ben calibrata la presenza di due personaggi femminili: l'anziana governante di Henrik, silenziosa e consapevole custode di un dramma che ha segnato un'intera vita, interpretata con la giusta sobrietà e discrezione che il personaggio impone da Romina Tomasoni, e Kristina, la donna intorno alla quale ruota la vicenda, intepretata dall'ottima Angela Nisi con slancio e partecipazione.

Altra idea di Tutino di grande efficacia nello svolgimento drammaturgico e musicale la comparsa quasi inaspettata all'interno dell'esposizione musicale di due valzer (ricordiamo i danzatori Chiara Ameglio, Mattia Agatiello e Cesare Benedetti con le coreografie di Mattia Agatiello) che nell'ambito dei flashback del passato improvvisamente stemperano la tensione con momenti e ricordi di serenità e gioia ma che, terminati, addirittura accentuano, se mai possibile, la malinconia del presente.  

Le scene di Tiziano Santi hanno condensato l'ambiente domestico, anch'esso, come i protagonisti, segnato dal tempo e pallido ricordo dello splendore di un tempo, con esterni nei quali trovano spazio i flashback dei ricordi dei protagonisti. Calati nel periodo storico evitando inutili anacronismi i costumi di Silvia Aymonino. Doveroso in conclusione sottolineare l'efficace direzione da parte di Francesco Ciluffo dell'Orchestra Internazionale d'Italia, perfettamente a proprio agio e duttile strumento per esaltare ogni particolare dell'interessante partitura.

In linea con l'impostazione data da qualche anno dalla direzione artistica di Alberto Triola, anche questa edizione è stata aperta da un evento che lascerà un ricordo profondo nel pubblico che ha affollato ogni posto disponibile dell'atrio del Palazzo ducale.

Pubblicato in: 
GN35 Anno VII 23 luglio 2015
Scheda
Titolo completo: 

41° Festival della Valle d'Itria
Martina Franca 15 luglio-4 agosto 2015

15 luglio 2015
Martina Franca – Palazzo Ducale
Marco Tutino
Le Braci

Opera in un atto.
Libretto di Marco Tutino dal romanzo omonimo di Sandor Marai
Prima rappresentazione assoluta della versione definitiva dell'opera.
Commissione del Festival della Valle d'Itria e della Fondazione del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.
Editore Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali – Milano

Kristina Angela Nisi
Nini Romina Tomasoni
Giovane Konrad Davide Giusti
Giovane Henrik Pavol Kuban
Konrad Alfonso Antoniozzi
Henrik Roberto Scandiuzzi

Danzatori Fattoria Vittadini:
Chiara Ameglio, Mattia Agatiello, Cesare Benedetti
Coreografie di Mattia Agatiello

Maestro concertatore e direttore d'orchestra Francesco Ciluffo
Regia Leo Muscato

Scene Tiziano Santi
Costumi Silvia Aymonino
Luci Franco Machitella

Orchestra Internazionale d'Italia
Coprodruzione Festival della Valle d'Itria e Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino