Supporta Gothic Network
41° Festival della Valle d'Itria. Musica dello spirito tra Mozart e Pärt
In ogni edizione del Festival della Valle d'Itria a Martina Franca compare un momento, nella programmazione, nel quale viene data al pubblico la possibilità di confrontarsi con un repertorio religioso sempre di grande impatto non solo musicale ma anche spirituale e mentale. La location utilizzata è l'affascinante basilica di San Martino (foto), splendido esempio di barocco pugliese, ed il repertorio scelto non è mai casuale ma sempre alla ricerca di un filo conduttore che possa collegare i brani proposti anche dal punto di vista della scelta dei testi utilizzati e del messaggio religioso e spirituale che contengono.
Mercoledì 22 luglio 2015, nella Basilica di San Martino ci preme ribadirlo -, il “Concerto per lo spirito” (questo il titolo tradizionalmente dato negli anni a questo appuntamento del cartellone) ha visto protagonisti l'Orchestra ICO della Magna Grecia di Taranto diretta da Sesto Quatrini, il Coro della Filarmonica di Stato “Transilvania” di Cluj-Napoca (maestro del Coro Cornel Groza) ed alcuni giovani cantanti dell'Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”: Tal Ganor e Shaked Bar, soprani, Francesca Sartorato, contralto, Marco Stefani e Lorenzo Caltagirone, tenori e Nicolò Donini, basso.
Il concerto, dedicato, nel centenario della “Grande guerra” 1915-1918, alle vittime di tutte le guerre, prevedeva un serie di interessanti composizioni che spaziavano dal barocco Francesco Nicola Fago, compositore tarantino, con due prime esecuzioni moderne, a Wolfgang Amadeus Mozart, non escludendo uno sguardo alla musica del nostro tempo con Arvo Pärt e Marco Tutino.
La scelta dei brani ha permesso di mettere in evidenza le caratteristiche degli esecutori coinvolti, sia l'ensemble strumentale, sia il coro ed i solisti, diversamente aggregati in base ai brani eseguiti, consentendo quindi anche un'articolazione che ha mantenuto costante l'interesse e soprattutto il gradimento del pubblico che affollava la chiesa.
La musica sacra, per definizione, rappresenta il tentativo dell'uomo di rapportarsi con il divino utilizzando un mezzo espressivo che esalti l'atteggiamento di devozione e di ricerca di conforto per superare le difficoltà della vita terrena. Tutti i brani in concerto, a partire dal Benedictus Dominus e dal Magnificat Anima Mea di Fago che hanno aperto e chiuso il concerto, dalle meravigliose Litanie Lauretane K 195 di Mozart per soli, coro ed orchestra che provocano ad ogni ascolto un rinnovato e commosso stupore per la bellezza, ed infine Pärt e Tutino hanno, ognuno in modo diverso, dimostrato come si possa pregare anche con la musica.
L'acustica della chiesa, problema non certo solo di questa in particolare ma di tutte le grandi chiese nelle quali si esibiscono ensemble strumentali corposi, ha un po' impastato i suoni non consentendo di apprezzare in pieno sia la scrittura interessante di Fago sia le raffinatezze mozartiane, concertate comunque con attenzione da Sesto Quatrini ed eseguite con trasporto dall'Orchestra e dal coro. Da segnalare in ogni caso la bellezza della voce e l'ottima interpretazione del giovane soprano Shaked Bar.
L'impostazione invece della scrittura dei brani di Tutino e Pärt, nei quali la componente strumentale è concepita per ottenere un sostegno timbrico ed armonico nel quale non è necessariamente richiesta una percezione del particolare ma dell'insieme, non è stata penalizzata dall'acustica. Il brano di Tutino, che utilizzava come testo le parole di una preghiera di Karol Wojtila, si è rivelato di grande bellezza e profonda ispirazione, perfettamente calibrato nei rapporti fra l'ensemble, il solista, l'ottimo tenore Lorenzo Caltagirone, ed il coro. Tutino ha in quest'occasione dimostrato come anche con la “musica del nostro tempo”, utilizzando un linguaggio personale, mai banale ma sempre piacevole e di grande suggestione, sia possibile contribuire, nel repertorio sacro, a mantenere vivo quel sentimento di devozione e rispettoso timore verso il divino al quale prima si accennava.
Stesso risultato con l'affascinante Salve Regina di Pärt, altro autore che ci ha regalato brani di straordinaria efficacia ed inconfondibili per stile e caratteristiche della scrittura. In entrambi i casi solista, coro ed orchestra hanno quasi ipnoticamente catturato l'attenzione del pubblico, a dimostrazione che la qualità dell'esecuzione e la concentrazione degli esecutori avevano concretizzato le intenzioni degli autori.
Ripetuti applausi per tutti i protagonisti della serata, un momento sicuramente diverso rispetto ad altri più appaganti non solo per l'udito ma anche per gli occhi, ci riferiamo ovviamente agli allestimenti dei melodrammi, ma decisamente coinvolgente e gratificante.