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41° Festival della Valle d'Itria. Pavel Berman solista con lo Stradivari 1716
Il Festival della Valle d'Itria prevede ogni anno nel proprio cartellone un grande concerto sinfonico nel quale vengono tradizionalmente eseguite importanti composizioni per orchestra o per strumento solista ed orchestra.
L'edizione 2015, la quarantunesima, ha proposto lunedì 3 agosto un concerto con due figli d'arte come protagonisti: alla guida dell'Orchestra Internazionale d'Italia Min Chung (figlio di Myung-Whun Chung) e come solista il violinista Pavel Berman (figlio del grande Lazar Berman).
Di sicuro impatto il programma scelto: Le creature di Prometeo op.43 di Beethoven, il Concerto per violino e orchestra di Mendelssohn ed ancora di Beethoven la Sinfonia n.6 “Pastorale”.
La breve ouverture in do maggiore di Beethoven, opera giovanile, scritta fra prima e la seconda sinfonia e nella quale si intravedono alcune caratteristiche della scrittura beethoveniana che nel tempo diverranno inconfondibili ed alcuni spunti tematici ripresi nella terza sinfonia, ha di fatto costituito una sorta di introduzione al ben più ampio ed affascinante concerto di Mendelssohn nell'esecuzione del quale era attesissimo il solista Pavel Berman ed il suo splendido violino Antonio Stradivari 'Maréchal Berthier' 1716.
Il violinista, inserito con pieno merito nel ristretto club dei migliori interpreti internazionali, non ha deluso le aspettative ed ha subito assunto il ruolo di protagonista evidenziando le conosciute doti tecniche ed espressive.
Il concerto, giustamente famoso per le felici idee melodiche, la proporzione della struttura e la sapiente orchestrazione, richiede in ogni caso un'esecuzione attenta per non cadere nella superficialità limitandosi ad esporre un materiale sonoro come detto particolarmente ispirato.
Berman ha sottolineato con trasporto la bellezza delle linee melodiche ed ha risolto con la disinvoltura e l'apparente facilità propria dei grandi interpreti i passi tecnicamente più complessi senza cadere in una banale ostentazione di virtuosismo. L'orchestra ha assecondato le intenzioni del solista dando in certi casi l'impressione di affidarsi più ai suoi gesti ed alle sue indicazioni ritmiche ed espressive che non a quelle del direttore.
L'entusiasmo del pubblico al termine dell'esecuzione ha provocato la concessione di un meraviglioso bis: il Largo della III sonata per violino solo in do maggiore di J.S.Bach, che il pubblico ha ascoltato quasi trattenendo il respiro nel timore di spezzare un incantesimo che solo la musica di Bach, ed esecuzioni del genere, possono provocare.
Analoga sensazione di una non efficace sintonia fra direttore ed orchestra nella celeberrima Sinfonia Pastorale di Beethoven.
Il vasto e descrittivo affresco beethoveniano, contemporaneo ma così distante e diverso dalla quinta sinfonia, è un universo di idee melodiche, raffinatezze timbriche e momenti di alta ispirazione che necessitano, già solo per la notorietà della composizione, di un lavoro accurato ed approfondito. I componenti l'Orchestra Internazionale, tutti in possesso di grande esperienza, avendo sicuramente eseguito innumerevoli volte la sinfonia, hanno affrontato con concentrazione e trasporto l'esecuzione, ma paradossalmente, osservando il gesto non sempre chiaro ed efficace di Min Chung, non era facile capire dove terminasse la conoscenza e la familiarità degli esecutori e dove iniziasse un contributo personale del direttore all'interpretazione. In ogni caso la forte personalità e l'interpretazione di Berman, l'approccio sicuro con la partitura della Sinfonia da parte dell'Orchestra ed ovviamente la musica assoluta di Beethoven hanno regalato al folto pubblico una serata molto piacevole.