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45°Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano. In principio fu il Caos
Il 45°Cantiere Internazionale d’Arte è stato aperto a Montepulciano, in Piazza Grande, da un concerto de I Solisti Aquilani con Daniele Orlando, violino solista, e la partecipazione del soprano Adina Vilichi, di Paolo Vaccari, al flauto, di Gianpiero Allegro, Gaetano Schipani, ai flauti dolci, e di Edoardo Filippi, al fagotto, sotto la direzione di Roland Böer.
La voglia di continuare e la determinazione della presidente della Fondazione Cantiere Internazionale d’Arte, Sonia Mazzini, l’abilità e la perseveranza di Roland Böer, direttore artistico e musicale, e Giovanni Oliva, coordinatore artistico, sostenuti da tutta la comunità di Montepulciano sono riuscite, a dispetto delle disposizioni relative al Covid 19 in continuo cambiamento, a creare con successivi aggiustamenti il programma per il Cantiere. É un atto di coraggio in questa difficile situazione dettato dalla passione che sostiene e e anima da sempre Cantiere Internazionale d’Arte.
Il concerto, in base al tema cardine di questa edizione, Caos e Creazione, è stato aperto da Le Chaos dalla Symphonie nouvelle. Les Éléments (1737) di Rebel. Le Chaos, prologo strumentale del balletto, è un brano affascinante di grande audacia armonica, per la prima volta nella storia della musica vi compare infatti un blocco che comprende tutte le note della scala del Re minore (Re, Mi, Fa, Sol, La, Si bemolle, Do diesis), che permane durante tutto il pezzo in diverse forme. Il brano prevede archi, fagotto, clavicembalo e flauti dolci, che melodicamente si contrappongono alle dissonanze degli altri strumenti, indicando la creazione di diversi elementi, sono stati suonati dai bravi Giampiero Allegro e Gaetano Schipani. Il resto della composizione rientra nelle convenzioni dell’epoca.
Daniele Orlando ha presentato il cortometraggio proposto e interpretato da I Solisti Aquilani. Nel cortometraggio è illustrato il catastrofico disastro ambientale generato dall’irresponsabile sfruttamento oltre misura delle risorse naturali e causato dall’avidità umana. All’inizio le immagini evidenziano la devastazione ambientale, la deforestazione selvaggia, gli oceani invasi dalla plastica a cui si contrappone poi la normalità in discoteca. Il protagonista tornato a casa guarda i figli che dormono. Poi vive un incubo: cerca di sfuggire all’orrore di una enorme discarica, ci riesce in un ricongiungimento onirico con la natura.
Daniele Orlando ha poi egregiamente suonato come violino solista e ben diretto I Solisti Aquilani in una sua versione delle celeberrime Stagioni di Vivaldi, in cui, come ha spiegato, ha inserito cambiamenti ritmici e dinamici e sonorità estranee e dissonanti della musica contemporanea, allusive delle alterazioni delle stagioni e dei ritmi naturali di oggi rispetto all’epoca in cui Vivaldi visse. Il concerto è stato concluso da Sweet Bird aria per soprano e flauto obbligato dall’Oratorio L’Allegro, il Penseroso ed il Moderato HWV55 su testi di John Milton di Händel. Il soprano Adina Vilichi e Paolo Vaccari al flauto accompagnati da I Solisti Aquilani e diretti da Roland Böer, hanno reso in modo eccellente questa seducente pagina del “Caro Sassone”. Lunghi applausi hanno accompagnato la fine di ogni brano e la conclusione del concerto.