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46° Cantiere Internazionale d’Arte. Il tragico monologo interiore di Else
Il Cantiere ha presentato una importante produzione di opera contemporanea in prima assoluta, Else, il libretto di Cecilia Ligorio che ha curato anche la regia, è tratto dalla novella di Arthur Schnitzler Fräulein Else (La signorina Else) del 1924 ed è stato messo in musica da Federico Gardella.
Lo spettacolo, andato in scena al Teatro Poliziano sabato 31 luglio e domenica 1 agosto, è una coproduzione della Fondazione Cantiere Internazionale d‘Arte, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia. In questi tempi difficili per qualunque istituzione musicale è stata una scelta coraggiosa e nel solco dei valori del Cantiere che si rivelata vincente, per il livello artistico dell’opera e della messa in scena, e sono state premiate dall’accoglienza calorosa del pubblico. Il presente articolo si riferisce alla replica del 1 agosto.
Nella sua novella Schnitzler attraverso il monologo interiore di Else descrive una società corrotta e decadente in cui contano solo il denaro e l’apparenza. Else è una giovane borghese la cui unica prospettiva è fare un buon matrimonio, mentre è in vacanza in un albergo di montagna il padre, un inguaribile giocatore, ha perso la notevole somma trentamila fiorini che poi diventeranno cinquantamila. È la rovina finanziare e della reputazione perché nessuno dei parenti o amici vuole più fargli credito. La madre le scrive dicendole di chiedere quella somma a Dorsday, un uomo ricco e amico del padre di Else ospite dello stesso albergo della giovane, aggiungendo senza vergogna che Dorday l’ammira molto, che deve farlo alludendo al possibile suicidio del padre e conclude scrivendo:” Succeda quel che succeda non avercela con noi”. Else capisce che la madre non esita ad usarla incitandola a prostituirsi. È la tipica situazione e condizione della donna considerata un oggetto di cui si può disporre, ancora oggi purtroppo, altrimenti non si capirebbe l’esistenza del movimento Me Too. Doorsday, infatti, le chiede di spogliarsi nuda solo per lui, per il suo piacere solo estetico o poi per chiedere altro approfittando della sua inesperienza? Else, si sente tradita e usata dalla sua stessa famiglia, sconvolta svela il suo corpo integralmente nudo alla vista di tutti e sviene suscitando lo scandalo generale, poi sola nella sua stanza si suicida bevendo una dose eccessiva di veronal.
Nella drammatizzazione nel libretto la Ligorio coglie i punti salienti della narrazione e del tormentoso monologo interiore affidandolo a tre Voci permettendo di seguire il crescendo delle angosce della ragazza. Federico Gardella ha alternato il canto con la recitazione, ai tre cantanti che affiancano la protagonista sono affidati i personaggi di Cissy, Paul, Dorsday e le tre Voci del monologo interiore, al mezzosoprano anche la voce della madre che Else sente leggendo la lettera. La parte strumentale è concepita per un piccolo ensemble di otto strumenti, la musica è spezzata in frammenti sonori, aspra e inquietante, salvo quando si parla dell’orchestrina dell’albergo, ci è parso che l’autore voglia evocare la musica e lo Sprechgesang espressionista. La soluzione dipinge efficacemente l’atmosfera straniante e rende bene l’ambiente corrotto in cui vive Else e il suo tormentato monologo interiore che vede nell’uso sempre più frequente del veronal l’unica via per tentare inutilmente di affrontare la situazione.
L’ambientazione espressionista è una idea ripresa dalla regia, nella scenografia e nei costumi delle tre Voci che perseguitano Else che ricordano i personaggi dei quadri di George Grosz. Le scene e i costumi sono stati realizzati dagli allievi dell’Accademia delle Belle Arti di Macerata che hanno affiancato i professionisti nel puro spirito del Cantiere. Libretto e musica hanno trovato nella regia di Cecilia Ligorio una efficace messa in scena che evoca il teatro dell’epoca espressionista nei movimenti dei personaggi di contorno e soprattutto in quelli delle Voci. I bravi musicisti dell’Ensemble Risognanze hanno validamente interpretato la partitura sotto la guida esperta e attenta di Tito Ceccherini. Maria Eleonora Caminada si è calata nel personaggio Else con professionalità e sensibilità interpretando le sue inquietudini e le angosce che la perseguitano, bene anche la parte vocale scritta maggiormente nel registro acuto. Else è una nostra contemporanea, il disagio di vivere una situazione per lei inaccettabile è vissuto affidandosi a una sostanza psicotropa, non importa se sia un farmaco o una droga che la distrugga come troppi fanno oggi. Alda Caiello ha interpretato validamente la madre nella lettura della lettera, Cissy con la sua voglia di sentirsi sempre giovane e dediderabile e una delle inquietanti Voci. Bene hanno fatto Leonardo Cortellazzi, come Paul e Voce e Michele Gianquinto, come Dorsday e Voce. Alla fine della rappresentazione il pubblico ha lungamente e calorosamente applaudito tutti gli interpreti e coloro che hanno contribuito alla realizzazione dello spettacolo.