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67° Stagione Lirica Sperimentale di Spoleto. Tosca memorabile
Il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli” è giunto alla sua 67° Stagione in gran forma, offrendo una Tosca memorabile prima di tutto per le doti canore della protagonista, la soprano Chiara Isotton, appena vincitrice del Concorso Europeo 2013, che organizza il Teatro, e già avviata ad una carriera di sicuro successo, essendo stata subito prescelta per l'Accademia di Canto del Teatro alla Scala. L'allestimento, poi, è quello storico di Nicola Benois, raffinato e calibrato sull'opera pucciniana; mentre il Direttore dell'Orchestra del Teatro Lirico e Sperimentale di Spoleto (OTLIS) ha il nome di Carlo Palleschi, che ha debuttato proprio a Spoleto con Un ballo in maschera.
La 67° Stagione del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto, che si svolge dal 13 settembre fino al 13 ottobre per un intero mese e chiudendo con Così fan tutte in forma di concerto; la rassegna si muove tra i più bei teatri dei centri umbri della cultura: partendo da Spoleto raggiunge Todi, Assisi, Orvieto, Città di Castello e Perugia, dove, nello splendido Teatro Morlacchi, abbiamo potuto assaporare questa versione di Tosca col primo cast e la regia di Lucio Gabriele Dolcini.
Prima di entrare nel merito di questa rappresentazione, vorrei sottolineare l'attività formativa del Teatro Lirico Sperimentale, che si compone di un concorso per cantanti lirici ma anche compositori, che spesso vedono messe in scena le loro opere in prima assoluta, come quest'anno con Doglie di Valerio Sannicandro, ed Euridice e Orfeo di Mario Guido Scappucci. Il Corso è sovvenzionato dal Fondo Sociale Europeo in concordanza col MIBAC e gli enti locali della Regione Umbria come dei Comuni che partecipano come sedi per gli spettacoli, tutto abilmente organizzato e miscelato dal Presidente Carlo Belli; dal Direttore Generale, Claudio Lepore; dal Direttore Artistico Michelangelo Zurletti, e la partecipazione straordinaria di Giorgio Pressburger tra i consiglieri (e ce ne sarebbero molti altri da citare, fra consiglieri e Maestri).
Tutti conosciamo l'estremo coinvolgimento di un'opera che, inscenata tra due dei luoghi detenuti dalla Chiesa, Sant'Andrea della Valle e Castel Sant'Angelo (al cui interno esisteva un condotto sotterraneo che conduceva direttamente a San Pietro, in caso d'attacco i papi potevano rifugiarsi in questa fortezza inespugnabile); ed in una data precisa: il 14 giugno del 1800, data della Battaglia di Marengo e della caduta della Repubblica Romana. E difatti abbiamo due rivoluzionari: Mario Cavaradossi (tenore), interpretato da Paolo Lardizzone e Cesare Angelotti, la cui parte è di Davide Giangregorio (basso), entrambi condannati dal barone Scarpia, capo della polizia pontificia. Tosca, amante gelosa di Cavaradossi, la strepitosa Isotton, complicherà oltremodo l'intreccio verso l'epilogo tragico, che conserva, nella versione librettistica di Illica e Giacosa tratta da Sardou e vista da Puccini a Parigi con Sarah Bernhardt, un profondo spirito anticlericale, insieme ad una figura di donna attratta dall'amore come dal potere, ed invincibile pur nella morte.
Le romanze di Tosca e Mario Cavaradossi sono di una potenza ineludibile. Dalla “Recondita armonia” di Cavaradossi, a “Vissi d'arte” di Tosca al finale clamoroso di “E lucevan le stelle”, sono una serie di brividi inaspettati che smuovono e commuovono le fila con le doti canore di Paolo Lardizzone e Chiara Isotton. Quest'ultima, nel “Vissi d'arte” e nelle tragiche liriche quando si annuncia il climax precedente alla morte di Scarpia (il bravo Valdis Jansons, baritono), è da pelle d'oca, non solo per gli esperti, ma per il pubblico tutto, che riconosce con la sua presenza variegata (molti giovani presenti al Morlacchi dove lo abbiamo seguito il primo ottobre), l'assoluta eccellenza dell'offerta. Con 12 recite per due cast da Spoleto a Todi, Assisi, Orvieto, Città di Castello e Perugia; dal 24 settembre al 6 ottobre, questa Tosca, con le magnifiche scene di Benois, l'attenta e curata regia di Dolcini, le luci ben dosate ed evocative, nonché sincroniche con la scenografia; l'Orchestra dell'OTLIS di Spoleto con la sicura direzione di Palleschi, insieme al Coro e al Coro di Voci Bianche del Teatro Lirico e Sperimentale, si è dimostrato uno spettacolo eccellente.