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Accademia d'Ungheria di Roma. Il Mikrocosmos di Bartók al piano
La serata dello scorso 19 aprile presso l'Accademia d'Ungheria a Roma si è svolto un concerto eccezionale: un duo pianistico, Matteo Fossi e Marco Gaggini, ha presentato in anteprima il cd dell'opera completa per piano di Béla Bartók che uscirà in settembre per Decca. L'introduzione è stata curata da Giovanni Bietti e l'evento è stato patrocinato dalla Casa di Goethe di Roma.
Béla Bartók (1881-1945), compositore e pianista ungherese dalle doti straordinarie, è celebre per la sua ricerca filologica delle radici popolari di musiche e canti non solo ungheresi, ma anche rumeni (meravigliose le sue danze come quelle su ritmi bulgari), slovacchi, bulgari e di quanti si innestarono sul quel territorio dell'Europa dell'Est che tanto collaziona culture ed etnie in ritmi e danze trascinanti quanto vivacemente elaborate e ricche dei riflessi diretti della natura circostante.
I ritmi percussivi, lo strabiliante Allegro Barbaro o l'Allegro diabolico della Suite op. 4 bis che hanno battuto pervicacemente i due pianisti Fossi e Gaggini sulla tastiera di un pianoforte per due, insieme ad una scelta di brani da Mikrocosmos (scritto per piano solo) e l'intera versione per piano del balletto Il Mandarino Miracoloso, hanno offerto al pubblico una serata sulla scia coloristica di Bartók che al piano risulta ancor più oscuro e enigmatico nella sua scrittura densa di variazioni.
Come annuncia Bietti, la messinscena del balletto Il Mandarino Miracoloso fu vietata per motivi di censura: difatti il tema era quello di una fanciulla che si prostituiva con tre barboni che rapinavano i passanti, attratti da lei in una stanza finché la ragazza non incontra un cinese (il Mandarino Miracoloso), che morirà solo dopo essersi legato a lei in un abbraccio d'amore.
In attesa dell'uscita a settembre dell'opera pianistica completa di Bartók incisa da Matteo Fossi e Marco Gaggini per Decca, annunciamo i due cd dedicati a Brahms – che recensiremo a parte in una prossima uscita –: il primo, edito per Universal (2010), comprende tutte le quattro sinfonie; il secondo, inciso per Decca (2012), include le Variazioni su un tema di Haydn op.56b; l'Ouverture tragica op. 81, ed infine la Sonata per due pianoforti in fa minore op. 34b.
Vorrei in ultimo segnalare la mostra “La luce dello spirito” che include opere di Zsolt Asztalos, János Borsos, Márta Czene, Lilla Lőrinc, Erik Mátrai e Gábor Szenteleki: la mostra è ad ingresso libero fino al 12 maggio prossimo.