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Adelphi. Sesso, cinema e illustrazioni. I diari bollenti di Mary Astor
Guai a lasciare tracce delle proprie “disattenzioni”: specialmente quando si tratta di tradimenti e soprattutto negli Stati Uniti! È questo che viene subito in mente nel leggere il libro I diari bollenti di Mary Astor di Edward Sorel edito da Adelphi in Italia, nato da un'idea covata per cinquant’anni dall’autore, illustratore per il “New Yorker”, “Vanity Fair”, “The Atlantic Monthly” e “Time”.
E infatti le illustrazioni e la copertina sono davvero eccellenti: il loro obiettivo probabilmente era quello di rendere accattivante la presentazione di un’opera che a dire il vero ci aveva fatto sperare di più. L’aspetto grafico-editoriale è infatti ineccepibile: il formato inedito per un libro Adelphi, notevole la carta utilizzata e soprattutto le illustrazioni rendono questo un oggetto esteticamente bello e godibile. Quel che ci pare povero è l’impianto narrativo. Nonostante la pruriginosità della storia che esigerebbe forse un'attitudine al gossip maggiormente sorretta dall'abilità nel racconto, si basa piuttosto su eventi personali dell’autore che, oltretutto, non è originariamente uno scrittore.
I diari bollenti di Mary Astor parte dal ritrovamento, durante la ristrutturazione di un appartamento, di una serie di giornali risalenti al 1936. In questi quotidiani si racconta dello scandaloso processo all’attrice che disputa col marito l’affidamento della figlia.
Mary Astor, all’epoca dei fatti, non era certo un'artista di primo piano ma era comunque una “stella” - attiva nel periodo del passaggio dal cinema muto al sonoro - degna abbastanza da meritare la prima pagina sul “Daily News” o sul “Daily Mirror”. Lo scandalo del ritrovamento del diario fu particolare proprio per il racconto dettagliato della propria relazione con lo scrittore George S. Kaufman, il più illustre commediografo di Broadway e per di più sposato. In queste pagine, inoltre, Mary riportava commenti particolareggiati anche su rapporti intrattenuti con altri uomini.
Il diario però viene citato in minima parte. A nostro parere, in questo libro, la voce della donna è quasi sempre filtrata da quella maschile di Sorel. A Mary è permesso parlare a discrezionalità dell’uomo e come spesso succede quando un uomo vuol parlare in vece di una donna, il risultato è deludente.