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Alabama Monroe. Amore a ritmo di bluegrass
Per trovare qualche novità bisogna quasi sempre guardare al Nord Europa, ed il Belgio in questo caso è piuttosto a Nord, non proprio confinante con la Danimarca di Von Trier, ma di certo con la Germania che ha premiato Alabama Monroe con il Premio del Pubblico Panorama alla Berlinale 2013, e di sicuro linguisticamente vicino – anche se il regista Felix Van Groeningen, di Gand, è fiammingo – alla Francia che lo ha premiato con un César come Miglior Film Straniero di quest'anno.
È una storia ben ritmata e condita col bluegrass del fantomatico master Alabama Monroe che dà il titolo al film: alle radici del country più acustico, con il banjo e la voce del protagonista Johan Heldenbergh, un vero e massiccio uomo del Nord, bello, attraente e sincero. Insomma, qualcosa che da queste parti – nel Mediterraneo – sembra scomparso da tempo. Lei è bellissima, Veerle Baetens, che ha conquistato il premio come Miglior Attrice agli European Awards 2013, e ben interpreta la parte di Pippi Calzelunghe nella versione olandese del musical. La mitica foto di copertina del film, con la Baetens in bikini stampato con la bandiera degli Stati Uniti, è assolutamente favolosa, e ben interpreta il mood del film: a cominciare dal mito nord-americano di Didier, il protagonista maschile prima descritto, che la conosce approdando nel negozio di tattoo di lei.
Un amore a prima vista e pulito che si scontra con la cruda realtà della malattia, con la critica alla religione conservatorista supportata nel 2001 da Bush: una sequenza che sembra parodica di George Bush - che parla prima della tragedia delle torri gemelle e poi del dovere “etico” di bloccare la ricerca sulle staminali, perché contraria ai principi religiosi - si merita una vigorosa strigliata di Didier dal palco bluegrass dove suona la sua band, inclusa un'accusa al papa per aver bloccato la ricerca. E di certo Didier ha ragione: entrambi hanno promosso uno stop alla ricerca non motivato da ragioni scientifiche, infervorando invece la superstizione.
Magnifica in ogni caso la storia, lo sviluppo realistico della relazione tra i due protagonisti ed il modo “puro” di girare di Groeningen - che ha scritto la sceneggiatura insieme a Carl Joos, per cui ha preso il Premio Tribeca insieme a quello per la Migliore Attrice –, raccontando pulitamente quel che può avvenire tra due persone che si amano senza nascondersi dietro a sciocchi stereotipi. Direi che quello che dovrebbe imparare la filmografia italiana è proprio questo: apprendere dal Nord Europa per rinnovarsi e smetterla di rappresentare la faccia ipocrita della sua medaglia. Lodi a ritmo di bluegrass.