Alobar. Jesus Christ Superstar secondo Bollani

Articolo di: 
Piero Barbareschi
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Piano Variations on Jesus Christ Superstar: un affascinante CD Alobar di Stefano Bollani distribuito da Ducale Music nel quale è proposta una visione personale del celebre Musical di Lloyd Webber “secondo Bollani”, in un'entusiasmante successione di variazioni dei temi contenuti nelle sezioni della pop opera degli anni settanta.

Sette anni orsono iniziavo su queste pagine una recensione di un CD di Stefano Bollani in coppia con Hamilton de Hollanda al bandolim con una confessione che rivelava la mia impossibilità di resistere non solo ad ascoltare ma anche ad esprimere il mio entusiasmo per il pianista. Passato un po' di tempo, nel quale peraltro ho avuto il privilegio di ascoltare e recensire anche esibizioni dal vivo in concerto di Bollani con brani straordinari come il Concerto in Sol di Ravel o la Rapsodia in Blue di Gershwin, mi ritrovo a dover ammettere di essere recidivo. Come forse nell'occasione precedente questa mia recensione stupirà chi mi identifica attirato da un repertorio specifico più datato ed accademico (ma su questa definizione si potrebbero e dovrebbero scrivere molte righe...), ma con musicisti dello spessore, intelligenza e sensibilità come Stefano Bollani non è possibile rimanere indifferenti o assumere altezzosi ed errati atteggiamenti di benevola accettazione da parte di chi esegue musica “seria”. Cercherò pertanto di essere convincente, sempre che Bollani abbia bisogno del mio modesto aiuto per essere apprezzato ancor più di quanto non sia.

Piano Variations on Jesus Christ Superstar: il titolo sintetizza il progetto ed alimenta l'interesse. Un CD per pianoforte solo, e se il pianista è Stefano Bollani la gratificazione è assicurata, ed una scelta di repertorio geniale: una rivisitazione ed una lettura personale di un musical che ha lasciato un segno indelebile ed ha rivelato il genio creativo di Andrew Lloyd Webber.

Crediamo che i punti di vista sotto i quali si può impostare un ascolto critico di questo CD siano molteplici ed in ogni caso interessanti. Iniziando dalla scelta del repertorio lo stesso Bollani ha ammesso di aver scoperto da fanciullo il musical rimanendone immediatamente affascinato. Sono passati ormai cinquant'anni dall'apparizione di quest'opera di Webber e quest'omaggio vede la luce dopo un percorso artistico dell'interprete che ha raggiunto una cifra stilistica personale ed inconfondibile. “Piano variations”. Nasce una domanda quasi provocatoria: è necessario conoscere il musical per apprezzare al meglio questa lettura? A nostro parere no, non è necessario. Ogni singola variazione, che scaturisce seguendo lo schema narrativo originale, è talmente affascinante e, soprattutto diversa l'una dall'altra dal punto stilistico da costituire una sorta di campionario musicale delle diverse modalità stilistiche con le quali si può suonare il jazz al pianoforte. Quindi l'ascolto può essere appagato non solo dall'ammirazione per come il tema viene elaborato, nel caso sia conosciuto, ma anche dalla raffinatezza e perizia con la quale Bollani condivide il proprio viaggio musicale con l'ascoltatore, creando momenti di grande emozione e fascino.

Il coinvolgimento emotivo dell'ascoltatore nasce se l'interprete utilizza i mezzi a disposizione con perizia e con quel pizzico di genialità che è prerogativa dei grandi artisti. Se, come nel nostro caso, chi scrive è pianista, non è detto sia avvantaggiato nel descrivere quello che Bollani riesce ad ottenere dal suo strumento. O meglio, la tecnica, il livello di raffinatezza nel padroneggiare il suono, il controllo delle dinamiche, la lucidità della visione e la chiarezza nell'evidenziare diverse linee melodiche, anche le più nascoste, sono tali da suscitare uno stupito entusiasmo nel “collega” pianista, che non riesce a trovare le parole per far capire a chi pianista non è quanto sia bravo l'interprete. Ma forse è normale che sia così. Probabilmente il sentimento deve essere semplicemente di sincera gratitudine, come quando osserviamo uno splendido tramonto sul mare che mai riusciremmo a dipingere e scopriamo invece che qualcuno ha avuto il dono di poterlo rappresentare con la stessa potenza espressiva.

Il CD propone diciotto tracce, che come dicevamo seguono la successione originale. Credo non renderebbe merito all'esecutore e sarebbe un inutile e pedante approccio descriverle una dopo l'altra. Per descrivere poi cosa? Si sottolineava in precedenza che forse non è necessario conoscere esattamente i brani variati da Bollani, quindi ognuno potrà ascoltare quello che vuole con la modalità che ritiene più adatta, siamo certi in ogni caso con soddisfazione e gradimento. Per quanto ci riguarda, poiché invece conosciamo il musical ed in qualche modo muoviamo le dita su una tastiera non possiamo esimerci dal condividere la nostra ammirazione per alcune caratteristiche dell'esecuzione.

Non siamo i primi né i soli ad affermare che nel panorama dei pianisti che affrontano il Jazz, non solo italiani, Bollani abbia dimostrato di possedere doti pianistiche dal punto di vista tecnico di altissimo livello, grazie alle quali può permettersi di affrontare con ottimi risultati anche brani di repertorio tradizionale (come appunto Ravel e Gershwin) senza temere il confronto con nessuno, ma soprattutto utilizzare questa padronanza, come in questo CD, per creare momenti di grande suggestione. Il Jazz non richiede solo la conoscenza di armonie ed accordi “strani”, richiede anche un controllo del tocco ed una padronanza dell'aspetto ritmico che spesso, non me ne vogliano i pianisti classici, non sempre si ritrovano anche negli interpreti del repertorio tradizionale.

L'ascolto delle variazioni su “Strange Thing, Mystifying”, “Everything's Alright” o “I Don't Know How to Love Him” renderà immediatamente chiaro cosa intendiamo per controllo del tocco e gusto armonico. Chi conosce ed apprezza Bollani anche per un certo modo travolgente e quasi inesorabile con il quale riesce a costruire brani ritmicamente elaborati si esalterà ascoltando ”What's the Buzz?”, “Everything's Alright” , “Damned for All Time” o l'esilarante (ricalcando il mood della versione originale) “King Herod's Song”.

Ballade, new orleans, walking bass...: questi ed altri stili compaiono uno dopo l'altro durante l'ascolto. Questa visione di Jesus Christ Superstar “secondo Bollani” non è solo un affettuoso omaggio ad una composizione amata ma è anche una sorta di affascinante campionario. Una dimostrazione di come Bollani riesca ad utilizzare le più diverse modalità stilistiche che il jazz consente con grande naturalezza, competenza ed apparente facilità, prerogativa questa solo dei grandi interpreti. In qualsiasi ambito. Non possiamo che essere grati del privilegio che abbiamo di poter condividere con lui e grazie a lui questo mondo musicale.

Pubblicato in: 
GN33 Anno XII 9 luglio 2020
Scheda
Titolo completo: 

Stefano Bollani
Piano Variations on Jesus Christ Superstar

Prelude
Heaven on Their Minds
What's the Buzz?
Strange Thing, Mystifying
Everything's Alright
This Jesus Must Die
Hosanna
Simon Zealotes
Pilate's Dream
The Temple
I Don't Know How to Love Him
Damned for All Time
The Last Supper
Gethsemane (I Only Want to Say)
King Herod's Song
Trial Before Pilate

Superstar - Stefano Bollani With Frida Bollani, Manuela Bollani & Valentina Cenni
John Nineteen: Forty-One

CD ALOBAR AL1007