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Ambra Iovinelli. Vogelod, il gotico secondo i Marlene Kuntz
All'Ambra Iovinelli, dal 24 al 29 ottobre un'occasione speciale per rivedere Il castello di Vogelod (Schloß Vogelöd), rara pellicola muta del 1921 di Friedrich Wilhelm Murnau (Bielefeld, 28 dicembre 1888 – Santa Barbara, 11 marzo 1931) con una sonorizzazione dal vivo: i Marlene Kuntz alla musica e Claudio Santamaria al doppiaggio ed al live electronics. Il castello di Vogelod è presentato da Nuovo Teatro diretto da Marco Balsamo e con la regia di Fabrizio Arcuri.
Il film di Murnau, in pieno espressionismo tedesco e lui stesso massimo rappresentante negli anni '20, che video il suo fiorire in Germania, è un tipico racconto gotico basato su un intrigo ed un precedente assassinio compiuto per laide motivazioni. Il romanzo dal quale è tratto e scritto da Rudolf Stratz, esattamente come il film, racconta di come la baronessa Safferstätt, che ha compiuto col nuovo marito l'omicidio del primo, si penta e voglia confessarsi con padre Faramund. Insieme ad altri invitati è riunita al castello di Vogelod per una caccia. Il conte Johann Oetsch, che tutti pensano autore dell'omicidio, raggiunge il castello, rivelandosi poi innocente nelle parole della stessa baronessa che gli confessa l'assassinio compiuto in combutta col nuovo marito, barone di Safferstätt, quando lo trova travestito da padre Faramund. A questo punto al barone non resta che togliersi la vita mentre la baronessa si rende conto del gesto iniquo che ha compiuto a causa dell'interesse del precedente marito per le sole faccende spirituali, privandola di una relazione amorosa e coniugale.
Il film è stato proiettato in formato molto piccolo, 4/3, sebbene restaurato dalla cineteca di Berlino, quindi risultava, soprattutto nei posti lontani dal palco, piuttosto ridotto di dimensioni. Aggiungiamo poi che sul palco erano ubicati tutti i componenti dei Marlene Kuntz con l'ovvia strumentazione sul fondo mentre Claudio santamaria, al doppiaggio di alcune parti del film ed al live electronics, si trovava sul lato destro. Dobbiamo dire che la sonorizzazione da parte dei Marlene Kuntz ci è sembrata piuttosto ovvia e ridondante sui bassi: uso ostinato di quest'ultimi e ripetuto di alcuni loop, distorti e non; echi di bassi per evocare ombre e l'aspetto più gotico e misterico della pellicola. La parte più interessante ci è parsa il doppiaggio ed il live electronics di Claudio Santamaria, che in stato di grazia riprendeva parti maschili e femminili come la baronessa Safferstätt, con estrema naturalezza e profondità di voce. Effettistica ben calibrata come i rumori d'ambiente. A difesa si può testimonirare un differenziale acustico particolarmente sensibile ai rumori e risonanze dovute alla sala.