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Amore a pezzi. Documentario di apertura della rassegna "Materiali d'amore"
In occasione della prima rassegna web "Materiali d'amore", a cura di Anna Maria Pasetti e Antonio Pezzuto – nell'ambito del progetto "Oggi insieme, domani anche. -Film partecipato" – sulla piattaforma streaming di MyMovies dal 7 al 13 gennaio sono stati proiettati alcuni film che hanno proposto, spesso in forma documentaristica, diverse angolazioni da cui osservare i rapporti e le relazioni interpersonali, in particolare legati all'amore.
Si tratta, quindi, di una ricerca approfondita sull'amore, mai svincolata dalla realtà italiana in cui è stata condotta, costituita da numerosi documentari legati alla situazione sociale dagli anni '60-'70 a oggi, con particolare attenzione al modo in cui è cambiato il rapporto tra uomo e donna e come su questo abbia influito la situazione economica e politica, in un periodo così denso di cambiamenti sociali.
Non per questo, però, è venuto meno lo sguardo lucido e attento per le problematiche attuali, tristemente note, legate soprattutto a rapporti interpersonali sfociati in atti di violenza: è proprio il femminicidio, infatti, l'argomento centrale del brevissimo film d'animazione di Maria di Razza, "Forbici".
Della rassegna, inoltre, fa parte anche un documentario dal titolo "Ogni sedia ha il suo rumore" dedicato ad una delle donne più significative della letteratura contemporanea, Alda Merini (1931-2009), che con la sua poesia ha dato voce a fugaci sensazioni, alle intime pieghe delle passioni umane e ai grandi sospiri dell'amore.
Ha aperto la rassegna cinematografica il documentario "Amore a pezzi", preceduto dalla presentazione di Antonio Pezzuto, caratterizzato da una serie di brevi filmati documentaristici degli anni '60-'70 – con immagini tratte dall'Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico - girati nel periodo del Referendum sul divorzio (1974), che tanto ha fatto parlare e intervenire l'opinione pubblica in tutta Italia.
Il primo è un significativo cortometraggio pubblicitario, con protagonista il grande Gigi Proietti che, in pochi minuti, non fa che ripetere la parola "no" in modi e toni diversi, in quanto testimonial del Comitato per il No. Anche successivi brevi spot dimostrano come non solo il celebre artista romano, ma anche altri famosi personaggi dello spettacolo, come il cantante Gianni Morandi, abbiano partecipato attivamente alla campagna di informazione che, attraverso la televisione, avrebbe raggiunto il maggior numero di persone.
Il documentario "Biografia della miseria" (su testo di Sciascia), invece, con tono critico, mostra da vicino la realtà popolare di un paesino della Sicilia, come tanti altri lontano dalle problematiche sociali nazionali a causa della diffusa condizione di povertà e degrado, che spinge gli uomini altrove per cercare fortuna, mentre coloro che restano vivono nell'immobilità e nell'abbandono. La voce narrante esprime con chiarezza che qui, dove la mentalità chiusa favorisce una considerazione della donna ancora basata su stereotipi, gli unici momenti di ritrovo comunitario sono, parallelamente, le celebrazioni pubbliche di amore (i matrimoni) e di morte (i funerali), durante le quali, nonostante tutto, vi sono significative manifestazioni di affetto.
Altri filmati, poi, dimostrano l'impatto della discussione a proposito del Referendum sul divorzio sulle coscienze popolari: uno di essi, ad esempio, è girato a bordo di una barca dove due pescatori, padre e figlio, esprimono in modo schietto la propria idea del rapporto di coppia e del ruolo della donna; un altro video, poi, mostra lo stesso tipo di discussione in una situazione familiare come qualsiasi altra, durante un pranzo in famiglia. Si tratta di esempi semplici e significativi che danno prova dell'interesse popolare per queste tematiche e del desiderio di esprimere la propria idea confrontandosi con altri, in famiglia o tra amici, generando anche scontri tra generazioni, che hanno avuto la funzione di scuotere le coscienze e favorire proficui dibattiti.
Sempre degli anni '70 sono gli ultimi due filmati proposti: il primo è realizzato in presa diretta presso diverse piazze italiane durante le manifestazioni in favore del no all'abrograzione della legge sul divorzio, mentre il secondo, intitolato simbolicamente "Diario di un no" è l'inchiesta cinematografica realizzata dall'attore Bruno Cirino e dai ragazzi della scuola media Tiburtino III di Roma (nell'ambito del Cinema di propaganda del PCI). Si tratta di un workshop collettivo, realizzato proprio come fosse un approfondimento di studio, durante il quale l'attore interpreta un maestro che, insieme ai propri alunni, analizza il tema del divorzio a partire dalle leggi emanate in merito, proponendo continui dibattiti ed estendendo l'inchiesta al maggior numero di persone con vere e proprie interviste alla gente comune.
In definitiva, questo primo documentario della rassegna cinematografica web "Materiali d'amore", dimostra come l'indagine sul significato dell'amore sia stata realizzata sotto molteplici aspetti, in modo più concreto o poetico, proprio grazie al mezzo cinematografico quale modalità di archiviazione di documenti e immagini, per conservare la memoria e far riflettere gli spettatori anche e soprattutto a distanza di anni, per favorire nuovi dibattiti e considerazioni riguardanti il significato e i cambiamenti delle relazioni interpersonali.