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Amori e Malintesi. Il gioco delle coppie raccomandato da Wilde
Approcciato a priori il volume “Amori e Malintesi” rimanda a Oscar Wilde. Sarà per quella citazione del Dandy più amato del mondo che il libro riporta in quarta di copertina. Viene subito da pensare che se il grande esteta definiva l'autrice Ada Leverson “la donna più divertente del mondo” ci dovevano essere motivi ben solidi. Così ci si ritrova a prendere il libro dallo scaffale della biblioteca come se si trattasse di una mela matura che fa capolino dall'albero e lo si porta a casa tenendo a freno a malapena la voglia di leggerlo.
L'ambientazione è quella che ci si aspetta: Londra, primi anni del Novecento. C'è una coppia formata da Bruce e Edith Ottley che ambisce a far parte dell'alta società. Il desiderio, a dire il vero, è più che altro del marito. La signora di casa è troppo annoiata per seguirlo con il giusto zelo. D'altra parte non le si può dare torto perché Bruce appare come un essere piuttosto irritante, nella sua ansia di ottenere un rispetto che non sembra in alcun modo meritare. Così, nei suoi impeti di bovarismo, Edith si lega sempre di più alla bella Hacyinth, ape regina di un complicato alveare amoroso che è un po' l'anima di tutto il romanzo.
Ecco quindi svilupparsi una commedia arguta, raccontata a capitoli alterni che passano dalla storia della coppia Edith e Bruce a quella di Hacyinth, in un gioco di continui intrecci dove l'autrice non rinuncia a bacchettare le assurdità del tempo e gioca a riflettere sull'amore e sulle stranezze che porta.
La narrazione è brillante e riesce a piacere, ma è lontana anni luce dalla straordinaria ironia di Oscar Wilde. È evidente che la Leverston, pur dotata di creatività e spirito, non gioca nella stessa categoria dello scrittore irlandese.
Nella satira coniugale vestita all'inglese i personaggi convincono più della trama che in diverse occasioni non appare all'altezza delle aspettative. C'è anche da dire che se tali aspettative guardano nella direzione delle opere wildiane forse si tratta di un peccato piuttosto veniale.
Nel complesso “Amori e Malintesi” resta un libro piacevole e fresco, basta non paragonarlo a classici troppo ingombranti che rischiano di comprometterne eccessivamente la gradevole lettura.