In another country. La Huppert lost in Corea

Articolo di: 
Alessandro Menchi
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In concorso al 65° Festival di Cannes, giovedì 22 agosto esce nelle sale italiane In another aountry, l'ultimo film del misconosciuto (in Italia) regista coreano Hong Sang-soo. Protagonista Isabelle Huppert, la cui presenza conferma i profondi legami di Sang-soo con il cinema europeo e in particolare francese. Ma se l'influenza più evidente è quella della poetica, trasognata eppure impegnata della Nouvelle Vague, la narrazione rituale e minimalista attinge pienamente alla tradizione cinematografica coreana.

La storia è una e trina, ovvero comprendente gli stessi personaggi ma variata in tre intrecci diversi. Ognuna ruota attorno alle vicende amorose di una turista francese (Isabelle Huppert) presso la piccola località marina di Mohang (Corea del Sud), le cui ben poche attrazioni (una piccola spiaggia e un altrettanto risibile faro) riescono tuttavia a catalizzare simbolicamente i suoi tentativi di ricerca di una pace interiore. Gli altri personaggi che partecipano, più o meno attivamente, a questo viaggio dell'anima, risentono inevitabilmente dell'aura emotiva della protagonista. Essi sono: un regista fedifrago e la sospettosa moglie incinta, la timida proprietaria dell'hotel e, soprattutto, l'aitante e ingenuo bagnino della spiaggia. E ognuno di essi compie un percorso di presa di coscienza involontario e imprevisto, ma reso necessario dalle interferenze con la donna francese, la quale, viceversa, alla fine di ogni storia, inaugura nuovi punti interrogativi sul proprio io sui resti di quelli risolti. Il tutto inserito attraverso il meccanismo dello story telling nella cornice narrativa composta da un esercizio di scrittura scaccia-noia di una giovane sceneggiatrice inchiodata presso una zia a Mohang. Una zia che, guarda caso, ha scelto l'uomo sbagliato.

Il tema che unisce le quattro storie - compresa dunque quella solo accennata e desunta della sceneggiatrice - è quello del viaggio alla ricerca di risposte e di una salvezza. Sia quest'ultima costituita simbolicamente da un monaco o da un faro o, più semplicemente, dall'amore per un uomo, tale ricerca si configura sempre come un perdersi. L'immagine-simbolo del film è infatti il campo lungo di spalle della Huppert di fronte a un bivio, un bivio interiore sublimato nello spaesamento da pesce fuor d'acqua (viene sfiorata la trama di Lost in translation di Sofia Coppola) che, proprio finché rimane sublimato, non è mai del tutto risolto. È come se le tanto agognate fonti di senso (il monaco, il mare, il faro) smarrissero tale densità esistenziale nel momento stesso in cui vengono scoperte, proprio perché chi le osserva e le ascolta è prima di tutto incapace di osservare e ascoltare a fondo i propri conflitti interiori. Ed ecco che quando finalmente l'eterno ritorno della vita permette alla protagonista di affrontare e superare la propria incompletezza, il destino le fa raccogliere in un attimo tutti i segni lasciati distrattamente (negli altri) durante il suo passaggio, come i vetri appuntiti di una bottiglia di liquore abbandonata su una spiaggia, rischiando di ferire chi inavvertitamente ne viene a contatto.

Il tocco con cui Hong Sang-soo racconta la sua turista esistenziale è felicemente in equilibrio tra romanticismo e ironia, leggerezza e metafora. Un tocco che sfiora le esili e nervose spalle di una sognante e sognata Huppert, le cui dense sfumature espressive giocano fruttuosamente con lo stereotipo, così come i personaggi maschili attingono divertiti a quello, ricorrente in Hong Sang-soo, del maschio coreano e della sua discutibile arte seduttiva.

Pubblicato in: 
GN35 Anno V 9 luglio 2013
Scheda
Titolo completo: 

In another country

GENERE: Drammatico
REGIA: Hong Sang-soo
SCENEGGIATURA: Hong Sang-soo
ATTORI:
Isabelle Huppert, Yoon Yeo-jeong

Uscita al cinema 22 agosto

PRODUZIONE: JEONWONSA FILM CO
DISTRIBUZIONE: Tucker Film
PAESE: Corea del Sud 2012
DURATA: 89 Min
FORMATO: Colore