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Arena di Verona. L'iconico Giappone di Puccini
Troppi sono stati ormai gli aggettivi per descrivere una grande notte all’opera nella cornice della plurisecolare Arena di Verona. Così nelle tiepide serate settembrine la stagione ha chiuso i suoi battenti con l'opera di Puccini, Madama Butterfly.
La visione di eterno Giappone, nella classicissima versione del Maestro Franco Zeffirelli, sempre afferra lo spettatore. Una casa al centro è protagonista della scena, costantemente presente viene a volte nascosta dai più classici paraventi orientali e circondata da piccoli colli che sembrano usciti da una delle più raffinate incisioni nipponiche.
È in questa cornice, firmata dallo stesso Maestro, che si muove Pinkerton, sfilando nella sua uniforme di tenente della marina americana, l’ingenua fanciulla nei suoi preziosissimi kimono; il regista riesce infatti nell’intento di mostrare mondi sottili: la rassicurazione degli americani, l'intolleranza religiosa tradizionale di fronte alla forza interiore di Cio-Cio-San, l'amore, l'abbandono, la disperazione, la morte, è tutto lì… tradotto con la verità, la semplicità e la forza. Personaggi con abilità e raffinatezza sottolineate anche dai preziosi costumi di Emi Wada.
Il tenore Giorgio Berrugi appare molto confortevole, sorridente, giocando perfettamente al giovane ufficiale negligente e sconsiderato, la sua voce chiara, la facilità degli alti, riescono al meglio nell’Addio, fiorito asil.
Quanto ad Amarilli Nizza la sua voce in un grande crescendo, tocca il cuore di tutti, declinando Cio-Cio-San in tutti i registri della sua voce, dal più piccolo pianissimo al forte appassionato. E quando il triste destino improvvisamente irrompe nella sua breve vita una vocina sottile, è filo perfetto che non si spezza.
Vivere il dramma è il giusto manifesto di come la Nizza firma un’interpretazione mozzafiato di farfalla, suonando e cantando con il suo intestino, emanando una toccante fragilità. Viene la sera del loro duo d’amore ardente, delira nella speranza in Un bel dì vedremo… ed è straziante nel dialogo con il figlio e poi il suo estremo sacrificio che ha tenuto il pubblico incantato.
I protagonisti erano tutti in sintonia con questa bella produzione, tra cui Anna Malavasi cantando l’importante ruolo di Suzuki e Francesco Pittari efficace Goro, senza dimenticare il bambino, toccante e naturale.
L'Orchestra, diretta dal M° Marco Amiliato ha reso al meglio la felicità, la sensualità e la passione dell’iconica musica di Puccini.