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Auditorium Parco della Musica. Morrissey e Tindersticks per Luglio Suona Bene
La scure dei tagli alla cultura sta danneggiando seriamente e irreversibilmente le scelte delle proposte dell'Auditorium Parco della Musica di Roma. Il festival di Tivoli di Villa Adriana, che da diversi anni era diventato per l'Auditorium l'ennesimo fiore all'occhiello per l'eccellente programmazione, è stato cancellato per mancanza di fondi. La manifestazione Luglio suona bene, che negli anni precedenti aveva coniugato arte e box office, quest'anno nelle scelte, come si suol dire, ha tirato i remi in barca. Repetita iuvant, d'accordo ma senza esagerare.
Bisogna rischiare (non raschiare!) e proporre sempre gli stessi artisti è semplicemente autoreferenziale e alla lunga non paga. Da questa premessa si discostano due concerti, quello di sabato 7 luglio, dove Steven Patrick Morrissey ha dato ampia dimostrazione delle sue qualità vocali, e soprattutto di come si scrive una canzone. Generosa la sua proposta con una band che lo ha supportato anche nei piccoli dettagli del suo excursus, dagli Smiths alla sua carriera da solista, infiammando il pubblico della Cavea con la sua voce ora declamatoria ora possente.
Anche senza Johnny Marr si è districato egregiamente, lunedì 23 luglio, il gruppo dei Tindersticks. La band di Nottingham con 20 anni di attività e 9 album alle spalle, complice la pioggia, si esibisce nella Sala Sinopoli. Quello che in apparenza poteva essere un miglioramento per il sound del gruppo non ha fatto altro che ingessare i suoni in un manierismo da studio.
L'intro è la stupenda prima canzone Blood, segue If you're looking for a way out e Dick's slow song: eseguite in modo abbastanza variegato e ondivago. Poi con Chocolate, Show me, This fire o autumn, si vira verso un sound che riporta ampiamente l'eco dei migliori Roxy Music. Il cantante, senza avere peraltro il carisma di Bryan Ferry, si impegna egregiamente. Spruzzate vintage, suoni electro-pop e atmosfere cupe fanno il resto. Purtroppo è nel core del concerto che il gruppo improvvisamente tira il freno a mano e si perde un pò.
A night so still, I know that loving, Slippin' shoes, Frozen e Come inside vengono eseguite scolasticamente e senza anima. La professionalità e il mestiere porta i nostri a concedere il bis: 4:48/ Cherry blossoms e Medicine/ Goodbye Joe vengono eseguite senza infamia e senza lode. Il fascino indubbio dei Tindersticks viene liquefatto dallo specchiarsi continuamente nel loro stagno.Sorge il dubbio che si tratti di un gruppo dignitoso in studio ma non dello stesso livello dal vivo.