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Ayrton Senna. Un corsa sconfinata nel sogno
Il film Senna è diretto da Asif Kapadia (L’incubo di Joanna Mills, 2006 e Far North, 2007), con protagonista Ayrton Senna (1960-1994), il pilota di Formula 1 morto tragicamente in un incidente nel circuito di Imola il primo maggio del 1994 durante il Gran Premio di San Marino. Il film è una collezione diacronica e lirica che ricostruisce il passaggio di Senna dai go-kart fino alla vittorie in Formula 1, decriptandone anche la coscienza religiosa, il carattere volitivo e tenace, ed i suoi rapporti con l’entourage della Formula 1, a cominciare dal conflitto con Alain Prost.
Un film attento questo di Kapadia: sia per le questioni rese celebri dall’interessamento dei media, come lo scontro con Alain Prost, nella stessa scuderia della MacLaren-Honda, la vettura che gli conferì i primi successi; sia a quel lato umano e religioso che avvicinava Ayrton Senna Da Silva al suo popolo brasiliano, per una delicata sobrietà e modestia ed una grande fede religiosa avulsa da fanatismo e con un tocco di misticismo.
E' stato amato per i suoi successi clamorosi da tutto il Brasile che gli ha dedicato tre giorni di lutto nazionale ed il campionato di Calcio vinto proprio nel 1994. Un pilota unico che faceva delle gare in pista la sua filosofia di vita, come disse un volta ad Alain Prost dopo che si aggiudicò il mondiale facendolo uscire di pista nel 1990 (ma l’anno prima Prost vinse il mondiale, del 1989 proprio bloccando Senna in curva): “Quello è il tuo limite, non il mio: non puoi dire che quel limite vale per tutti”.
Campione di tre titoli mondiali: 1988, 1990 e 1991 sempre con Mc-Laren Honda, gli fu fatale il passaggio alla Williams-Renault subito dopo il ritiro di Prost che aveva messo come veto nel contratto che non ci fosse Ayrton Senna nella squadra. Senna passò alla Williams nel 1994 perché più dotata in senso teconologico: le sospensioni attive e il controllo di trazione che proprio in quell’anno furono vietate dalla FIA (Federazione Internazionale dell'Automobile) per garantire condizioni equanimi in gara. Non solo, la Williams era un vettura con un abitacolo stretto che causò non pochi problemi a Senna, che si lamentava anche dello sterzo poco sicuro. Il giorno prima dell’incidente mortale in cui Senna perse la vita c’era già stato un incidente mortale nel circuito di Imola per le qualificazioni al Gran Premio di San Marino: il pilota austriaco Roland Ratzenberger (1962-1994) con la Simtek si era schiantato a 300km/h dopo la curva intitolata alla memoria di Gilles Villeneuve (1950-1982). Prima di Ayrton altri due incidenti il primo maggio in gara: JJ Lehto e Pedro Lamy escono di pista e causano anche qualche ferita agli spettatori. Senna alle 14:17 del 7º giro, sulla macchina progettata da Adrian Newey, si scontra in pieno dopo la curva del Tamburello. Lo soccorre il medico della FIA, e suo grande amico, Sid Watkins che si rende conto che il puntone della sospensione che gli ha trafitto la testa dopo l’impatto col muro del Tamburello, non gli lascia alcuno scampo.
Il processo che si condurrà fino al 2007 e che ritiene Newey, il tecnico aerodinamico della Williams-Reanult innocente "per non aver commesso il fatto", stabilisce invece il ''non luogo a procedere'' per Patrick Head, responsabile tecnico del team, “per prescrizione” (27 maggio 2005 - Corte d'Appello di Bologna). La causa dell’incidente morrtale di Senna è stato il cedimento del piantone dello sterzo provocato dalle modifiche mal progettate ed eseguite, e rendendo l’auto ingovernabile per Ayrton Senna. L’ultima sentenza è quella del 13 aprile 2007: “la Corte di Cassazione rigetta la richiesta di assoluzione piena fatta dall'imputato e conferma la sentenza di prescrizione pronunciata nei confronti di Patrick Head ribadendo chiaramente le modalità e le responsabilità dell'incidente.”
Nessun mistero quindi, piuttosto un incidente prevedibile ed evitabile. Rimane di Senna il ricordo e la celebrazione di un grande pilota stimato da tutti, anche dai suoi nemici dell’epoca come Prost, che adesso fa parte della sua Fondazione Ayrton Senna, fatta conoscere dalla sorella Viviane e fondata pochi mesi prima della sua morte ma progettata anni addietro con lo scopo di garantire a tutti i brasiliani, soprattutto i bambini, una possibilità, queste le sue parole: ”Dovremmo poter dare a tutti almeno una possibilità”. Proprio come è stata data a lui, dai genitori Neyde Senna e Milton Da Silva, che fin dal principio hanno nutrito e fatto crescere il suo sogno.
Ayrton è inoltre una famosa canzone di Paolo Montevecchi, prima traccia dell'album Canzoni (1996) di Lucio Dalla. Una nota di merito alla colonna sonora del film curata da Antonio Pinto, lirica e con reminescenze dalla solare patria di Senna, dalle antichità del fado (secondo la tesi delle origini brasiliane).