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Bella e perduta. L'Angelo e Sarchiapione
Al centro di questo popolare e allo stesso tempo poetico film di Pietro Marcello, che a Torino Film Festival sarà la preapertura e farà inoltre parte del Toronto Film Festival 40° edizione, uno scempio tutto italiano: la Reggia di Carditello, in provincia di Caserta, sopravvissuta alla camorra che l'ha rapinata e servita come rifugio ai suoi latitanti, è stata salvata dal protagonista del film: Tommaso Cestrone. Persona semplice e sensibile alla bellezza, ne ha curate le vestigia fino a perderci la vita il 25 dicembre, la notte di Natale del 2013 a soli 48 anni. Nel film lo vediamo fra i saloni affrescati da Hackert e fuori in compagnia di un bufalotto d'ebano abbandonato anche lui a sé stesso come la Reggia dei Borbone.
L'assenza inqualificabile dello Stato ha avuto fine solo nel 2014 quando finalmente la Reggia è stata sottratta al limbo che perdurava da decenni ed il MIBACT tramite il Ministro Bray, se ne è finalmente fatta carico. Intorno alle sfortunatamente celebri Terre dei Fuochi, intossicate dai rifiuti della camorra e colpevoli della morte di tanti bambini visibili nelle foto dei manifestanti riprese nel film, risiede questa reggia del Settecento con tanto di tempietto ed obelisco centrale, la cui vendita all'asta è sempre fallita sicuramente col beneplacito della camorra.
Il progetto di Pietro Marcello e Maurizio Braucci, presenti in conferenza stampa, nato sull'idea di un viaggio nell'Italia delle origini, si è spostato principalmente su Carditello dopo aver incontrato il suo Angelo, preposto alla sua salvezza dallo sfacelo: Tommaso Cestrone. Insieme al bufalotto che parla con la voce di Elio Germano, Sarchiapone, siamo accompagnati da Pulcinella – Sergio Vitolo nel ruolo – nella distesa territoriale un tempo territorio dei bufali, ora eliminati perchè, come dice un contadino dei dintorni: “E' un maschio, non vale niente” (riferendosi al bufalotto). I bufali maschi sono destinati ad essere uccisi e spesso non servono nemmeno a fornire carne da macello perchè non essendo diffusa si vende poco; al contrario della celebre mozzarella di bufala proveniente dalle stesse terre campane.
In questo racconto di una lotta per la difesa di un territorio maltrattato dai vivi e dai morti, lo sceneggiatore Braucci spiega quale vuole essere l'introduzione di Pulcinella nel film: “Pulcinella incarna un ruolo archetipico della terra, nel senso pasoliniano del termine: ed infatti Pulcinella da psicopompo che è nella tradizione, ovvero tramite tra vivi e morti, decide di togliersi la maschera e di scegliere secondo il suo libero arbitrio, seguendo la stessa rivolta di Tommaso ed affezionandosi al suo bufalotto parlante Sarchiapione”.
Girato in 16 mm come preferisce il regista, che si adatta anche meglio al tempo della fiaba quale vuole essere, il film ha meritato l'interessamento del MIBACT e della Rai dai quali è stato supportato