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Carlos di Olivier Aassayas. Dall'OPEC all'assassinio di Moro
Il film Carlos, diretto da Olivier Aassayas, è nato come una serie televisiva, presentata prima al Festival di Cannes in 354 minuti mentre al Festival Internazionale del Film di Roma risultava dimezzata. Il progetto data 1997 ma è stato ultimato soltanto di recente. Carlos, soprannominato lo Sciacallo perché fu trovata una copia del libro Il giorno dello sciacallo di Frederick Forsyth tra i suoi beni personali, è un terrorista internazionale reso famoso soprattutto dal rapimento a Vienna nel 1975 di tutti i ministri dell’OPEC.
In prigione in Francia dal 1994 per l’uccisione a Parigi di due membri della DST (Direction de la Surveillance du Territoire), l’intelligence francese, Ilich Ramírez Sánchez, ha preso il nome di battaglia di Carlos dopo il suo insediamento nel FPLP (Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina) guidato da Wadie Haddad, da cui fu espulso per aver negoziato la liberazione degli ostaggi dell’OPEC rapiti a Vienna nel dicembre del 1975, tra cui i due ministri, il saudita Sheik Yamani e l’iraniano Jamshid Amouzegar, che dovevano essere uccisi come obiettivo dell’attentato.
Interpreta Carlos l’attore, venezuelano come lui, Edgar Ramirez (1977), reso celebre da Domino di Tony Scott (2005) e che ha partecipato con il personaggio di Ciro Redondo a Che – l’Argentino di Steven Soderbergh (2008). Somigliante al vero Ramirez con cui condivide il cognome (piuttosto diffuso in America Latina), offre un’interpretazione calzante di un personaggio complesso che, ancora oggi, offre degli spunti di verità da indagare anche sul caso Moro e su come fu trattato dai servizi segreti di mezzo mondo. Carlos afferma infatti, in un’intervista di Paolo Cucchiarelli per l’ANSA del giugno 2008 a Poissy, dove è detenuto con pena dell’ergasotolo, che il tentativo di uno scambio con i terroristi fu sabotato: “Un ultimo, estremo tentativo di salvare Aldo Moro venne tentato da una fazione del Sismi che preparò, con l'aiuto dei palestinesi dell'Fplp (l'ala marxista della resistenza palestinese vicina alla RAF) di portare dei brigatisti italiani dal carcere in un Paese arabo (…) Il tentativo di Beirut è stato sabotato a Milano e questo è un dato di fatto; i sovietici avevano interesse a salvare Moro, gli yankees e gli israeliani erano contro”.
Il film riassume – ma consiglio di vederlo nella versione lunga perché nella versione al Festival di Roma, a causa dell’ovvio dimezzamento temporale, ci sono troppe lacune, per di più per una vicenda già estremamente complessa di per sé a livello di intrighi internazionali – tutto il percorso di Carlos a partire dall’instradamento nel primo vero attentato terroristico di rinomanza mondiale (il rapimento dei ministri dell’OPEC), fino alla sua trasformazione in mercenario al servizio di Siria, Unione Sovietica ed altri stati del Medio Oriente. Contatti con la Stasi gli hanno permesso di dimorare a Berlino Est e costruire la sua organizzazione “Separat” con un appoggio logistico al gruppo.
Nel 1979 Carlos sposa Magdalena Kopp, prima moglie di Johannes Weinrich, dalla quale avrà nel 1986 la figlia Elba Rosa, e che faceva parte delle Cellule rivoluzionarie tedesche insieme a Weinrich. Con Magdalena resterà fino al 1990 finchè non decideranno di separarsi, soprattutto per far crescere la bimba in un clima più adeguato a lei, la Kopp si rifugia in Venezuela dai genitori di lui. Attualmente è tornata in Germania ed è libera perché non ci sono prove contro di lei. Carlos ha invece sposato nel 2001, secondo una cerimonia musulmana, il suo avvocato francese Isabelle Coutant-Peyre, però l’atto non ha validità legale.
La notorietà di Carlos come tombeur de femmes è ben nota, e piuttosto rimarcata nel film, che mostra in maniera verosimile gli aspetti più caratteristici di un uomo che tuttora non si è pentito dei suoi crimini, ritenendo giuste anche le incommensurabili stragi dell’11 settembre ordinate da Osama Bin Laden.
Nota. Un film che riassume l’attacco all’OPEC con Aidan Quinn nel ruolo di Carlos è The Assignment con Ben Kingsley del 1997 per la regia di Christian Duguay.