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In 3D e HD, Sky presenterà a gennaio una serie di sei mediometraggi diretti da registi del calibro di Michael Madsen, Robert Redford, Karim Aïnouz, Michael Glawogger e Margreth Olin: tutti chiamati da Wim Wenders a collaborare per presentare questi edifici che riassumono la storia della cultura ed il senso odierno dell'umanità.

Edifici parlanti che iniziano dalla città degli “edifici crollanti” intorno al Muro di Berlino, ovvero dal tempio della musica della capitale teutonica: la Philharmonie di Postdamer Platz. Lo scorso 8 dicembre i primi tre sono stati presentati in anteprima al Parco della Musica in un'iniziativa congiunta.

Se pensiamo a Berlino ci viene in mente Heroes (1977) di David Bowie, che però ha musicato anche Philip Glass nel 1996: sembra proprio di ascoltare prima i suoni nostalgici e graffianti di Bowie e poi quelli melanconici e struggenti di Glass, entrando nell'edificio a tenda di circo della Philharmonie della capitale della Germania riunita. Wenders qui ha girato Il cielo sopra Berlino nel 1987, un film storico che l'ha fatto conoscere a tutto il mondo.

Il bianco e nero del passato, quando fu progettato e finito nel 1963 dall'architetto ebreo Scharun, tinge di nostalgia un edificio che a colori risulta con le facciate bianche ed il tetto giallino, ad un grande incrocio su cui si trovano dirimpetto il museo di Mies Van der Rohe e la Biblioteca Nazionale. Ed il passaggio continuo che Wenders costruisce tra la storia narrata dall'edificio stesso e  l'avanzare di un anziano primo violino, che sorridente si avvia verso l'entrata, ricalca le parole ascoltate da Lidia Ravera sul Parco della Musica : “L'Auditorium è un fornitore di gioia”, e sfilano gli scarabei di Renzo Piano che compaiono all'inizio nella presentazione di Alessio Boni. E l'immagine utopica della Philharmonie, con la sua pianta in cui il pubblico circonda l'Orchestra diretta da Sir Simon Rattle, è quella di una società al cui centro è la Musica, ed in cui, idealmente, tutti i ceti sociali hanno la stessa possibilità di ascoltarla e di fruire di quella gioia che dispensa ogni volta che si apre a tutti, per tutti.