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Quando si è genitori single, le difficoltà quotidiane a volte possono sembrare insormontabili. Anche se ti chiami Gru e fino a poco tempo fa eri il più spietato cattivo della Terra. Giovedì 10 ottobre esce nelle sale italiane Cattivissimo me 2, il sequel del fortunatissimo film d'animazione campione d'incassi nel 2010, ancora per la regia di Pierre Coffin e Chris Renaud. Protagonisti, nella versione italiana, Max Giusti, Arisa e Neri Marcorè, che doppiano, non senza una certa verve, le voci americane di Steve Carrell, Kristen Wiig e Benjamin Bratt. Il risultato è una divertente miscela di gag e avventura che non fa rimpiangere il primo capitolo.

Fra i ghiacci polari un'agenzia segreta ha installato un laboratorio per creare un siero che trasforma chi ne viene in contatto in una spietata arma da guerra. Ma qualcuno ruba l'intero laboratorio e minaccia di conquistare il mondo. La Lega Anti Cattivi brancola nel buio e ha bisogno di un consulente da affiancare a Lucy Wilde (Arisa), la loro agente più qualificata. E chi può farlo meglio dell'ex-cattivissimo Gru (Max Giusti)? Alle prese con il compleanno della figlia adottiva Agnes, il neo-padre redento si barcamena fra grigliate in giardino, buffi travestimenti e goffi tentativi di sfuggire ad appuntamenti galanti organizzati per lui da amici invadenti. Il laboratorio è stato convertito in fabbrica di marmellate e confetture, gestita ovviamente dal compassato Professor Nefario e dai piccoli Mignon, e l'unica preoccupazione di Gru è diventata quella di accudire al meglio la sua nuova famiglia. Ma il bene non paga e l'amico Nefario se ne va al soldo di un altro cattivo, lasciando Gru da solo col suo dilemma: continuare la sua placida vita a fianco di Agnes, Edith e Margo, oppure accettare l'incarico della LAC? Complice una certa dose di infatuazione per Lucy, Gru accetta l'incarico e viene spedito con lei in un centro commerciale in cui si sospetta agisca sotto copertura il misterioso cattivo che ha rubato il siero. 

A differenza del primo film, Cattivissimo me 2 mette in campo conflitti interiori meno forti e pregnanti – nel precedente la malvagità del protagonista si scontrava con l'affetto delle figlie adottive –, ma sopperisce a questa mancanza con un'irresistibile profusione di gag e, soprattutto, con l'ironica e divertita linea sentimentale che lega appunto il personaggio di Gru a quello di Lucy. Non solo. A rendere ancora più interessante questa linea è il rapporto tra la reticenza di Gru e le apprensioni delle tre figlie, il loro preoccuparsi di trovare una compagna al padre prima ancora che lui si accorga di averne bisogno. In tutto ciò si inserisce anche la tematica della necessità di una figura materna, espressa dalla malinconia che pervade certi atteggiamenti della piccola Agnes. Come se non bastasse, ad impensierire ulteriormente Gru ci pensa Margo col sorgere dei suoi primi slanci amorosi preadolescenziali, direzionati ovviamente verso il ragazzo più sbagliato in assoluto. In questo crogiolo di tematiche e linee narrative, ne risente un po' la profondità generale, ma non certo la comicità, che travolge bonaria in quel misto di slapstick, iperboli visive e parodia di genere. Piacevole anche per i grandi.