Celletti+Onze. Intervista sul progetto per il 150° di Satie

Articolo di: 
Livia Bidoli
Alessandra Celletti ed Onze

Nell'humus vivace e mistico della vitalità pianistica di Alessandra Celletti, ricordiamo i progetti su Gurdjeff/De Hartmann come di Scelsi e tanti altri che lei ha suonato, spicca l'universo, ormai al suo centocinquantenario, dell'iconoclasta Erik Satie, di cui ricordiamo il lavoro precedente di Celletti, Esotérik Satie, con delle esecuzioni particolarmente trascinanti di Gnossiennes e di Gymnopédies. Questo progetto ideato con l'illustratore Onze e che ha già superato la soglia su MusicRaiser affinchè prenda vita, si compone di un autografato "50/150 Working on Satie" (CD+DVD) e di un concerto speciale per il Romaeuropa Festival il 27 Ottobre 2016: abbiamo approfondito il tutto con un'intervista ad Alessandra Celletti.

Satie è stata l'ispirazione principale, non solo per il  centocinquantenario, bensì per il legame profondo che lei sente con questo compositore, ce ne può parlare?
Amo Erik Satie da sempre. Avevo 12 anni quando suonai per la prima volta in pubblico la versione pianistica del suo balletto “Parade”. Era il saggio di fine corso del primo anno di conservatorio e la mia insegnante pensava di “punire” la mia scarsa ubbidienza alle regole accademiche, facendomi suonare un autore “minore”. Per me invece fu amore a prima vista (o meglio “a primo ascolto”)…Amo la sua semplicità, per niente scontata, la sua ricerca di essenzialità, il suo mondo bizzarro e misterioso. Da quel primo saggio non ho mai smesso di suonare Satie e nel corso degli anni gli ho dedicato due incisioni discografiche. EsoterikSatie (per la Kha Records) è stato anche in classifica in Francia tra i dischi più venduti di classica.

Ha deciso di creare il progetto con un artista grafico come Onze, come è nata la vostra collaborazione?

Per i 150 anni di Satie desideravo dedicargli un progetto speciale, riuscire a creare un microcosmo di suoni e colori per poter trascinare tutti dentro a un paesaggio incantato fatto di suoni, ma anche di forme variopinte e visioni. Così ho chiesto aiuto a Onze, di cui conoscevo la bellezza di alcune opere e la capacità onirica e surreale. Lui conosceva Satie solo superficialmente ma da subito si è appassionato al progetto immergendosi totalmente in una ricerca seria, dedicandovisi con passione e cura di ogni particolare.
 
Come si sono delineate le due strade, visive e musicali, in questo omaggio a Satie?

Da subito abbiamo cominciato a lavorare con una grande sintonia e con rispetto. Io gli ho proposto le musiche e lui ha da subito avuto delle bellissime ispirazioni per disegnare e animare paesaggi incantati. Andremo in fondo ad un lago, dentro a un vulcano, vagheremo in una città insonne…Ma non vorrei svelare di più.

Lei è un artista multimediale, una performer a tutto tondo dal particolare approccio travolgente con il pubblico, ed in questo la fantasia è la chiave di volta: si potrebbe dire che l'audélà che mette in scena  travalica il muro della mancanza di comunicazione trasportando in un universo di condivisa autenticità?

Io mi considerò semplicemente una pianista. Il fatto è che le note di un pianoforte si trascinano dietro tutto un universo fantastico. Può sembrare che io faccia di più che suonare un pianoforte, ma non è così…è il suono che crea il resto. Ed anche la presenza di chi ascolta, una presenza che non è mai passiva, ma innesca un meraviglioso passaggio di energia.

Il concerto per RomaEuropa sarà sicuramente una sorpresa per tutti, può però snocciolarci qualche guida per cominciare ad immaginarcelo?

L’appuntamento del 27 Ottobre al Romaeuropa Festival è per me ed Onze un appuntamento importante e faremo in modo di creare qualcosa di speciale. Non si può mai fare previsioni: uno spettacolo dal vivo è l’alchimia di un momento. Dipende da un’infinità di cose e ogni persona presente in sala farà la differenza. Posso dire che tutto prenderà il via da una celebre frase di Satie: “Quando ero giovane mi dicevano: vedrà quando avrà cinquant’anni. Ho cinquant’anni, ma non vedo niente”…Ecco Onze ed io cercheremo di ribaltare questa provocazione e…

Unito cl concerto c'è un cofanetto "50/150 Working on Satie" (CD+DVD): come si uniscono sinergicamente i due aspetti dalvio/in studio?

Lo spettacolo dal vivo è un’ esperienza unica che non si potrebbe ripetere mai uguale anche se ce ne fossero mille repliche…Ma con Onze abbiamo deciso di custodire questo lavoro anche in un cofanetto che conterrà un cd e un dvd. Ci teniamo tantissimo e lo stiamo realizzando con cura grazie al supporto di Musicraiser e di tante persone che ci stanno dando fiducia sostenendoci economicamente e con il loro affetto. Da un paio di giorni abbiamo anche uno “sponsor superstar” di nome Stravinskij. Sembra incredibile che Stravinskij, in questo nuovo secolo, abbia deciso di mettere su una pizzeria e, attraverso i proventi di questa attività, di sostenere il lavoro di artisti indipendenti…Bizzarri e imprevedibili incroci della vita e dell’arte.  
Del resto tra Satie e Stravinskij c’è sempre stata una grande stima e una speciale sintonia.

Questo progetto è dedicato a Michael Sheppard: ci puoi spiegare chi è e come mai?

Permettimi di ancora un grazie, questa volta a Michael Sheppard, che ci ha lasciato lo scorso marzo.. Con la sua etichetta discografica “Transparency”  è stato il mio produttore dal 2008 e insieme abbiamo realizzato 4 album e un tour in America. Michael, era una persona davvero speciale e il miglior produttore che un artsita potesse desideare. Avrebbe voluto produrre lui questo lavoro ed è per questo che sarà dedicato a lui.

Pubblicato in: 
GN36 Anno VIII Numero doppio 28 luglio - 5 agosto
Scheda
Titolo completo: 

Celletti+Onze
50/150 Working on Satie



 

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