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Alcuni anni fa la giovanissima autrice siciliana Chiara Strazzulla aveva debuttato con un paio di romanzi di genere fantasy molto sullo stile di Tolkien: ora l’autrice è cresciuta, si è laureata, insegna inglese a Cardiff e torna con una nuova storia, decisamente diversa da quelle precedenti e molto più interessante e originale.

Il rocchetto di madreperla, pubblicato da Einaudi, presenta una variante sul tema, tipico della narrativa fantastica ottocentesca, del patto con il diavolo, da Goethe a Oscar Wilde: Lord Hugo Farquhar riceve nella sua dimora londinese un misterioso gentiluomo, affascinante e pericoloso, che ha vissuto molto più a lungo di lui e che può dare a lui e ai suoi altri ospiti quello che vogliono, ma a un prezzo altissimo. Lord Hugo non vuole ricchezze, eterna giovinezza, amori, piaceri infiniti, ma la vita di suo fratello John, condannato a morte dalla tisi, e sfida il Diavolo in una partita a carte, con in palio il rocchetto di filo a cui è legato il destino di John, parte di un arazzo con cui si costruiscono negli inferi esistenza e fine degli esseri umani. Hugo vince ma questo suo incontro avrà conseguenze sulla sua vita e su quella delle persone a lui legate, soprattutto alcuni anni dopo, durante un viaggio a Venezia, quando si troverà catapultato in un altro universo, in cerca di una nuova vittoria ancora meno scontata della prima, nella città lagunare in cui coesistono varie dimensioni temporali.

Le atmosfere di due città icona come Londra e Venezia, due luoghi eterni dell’immaginario, sono descritte in maniera impeccabile e sono comprimarie di una vicenda che parla di destino ineluttabile e di incapacità ad accettare lutti e disgrazie, soprattutto quando riguardano persone care, di impossibili sfide, di antieroi che comunque combattono le loro battaglie anche se sanno che le perderanno perché contro certe forze è impossibile vincere.

Il rocchetto di madreperla è un intreccio lungo e complesso, con la struttura del romanzo classico gotico e la chiara testimonianza dell’interesse ormai adulto dell’autrice per la narrativa fantastica, partendo dalle sue origini ottocentesche. Un libro per un pubblico variegato, non certo formato solo da adolescenti come i due precedenti, che può cogliere e apprezzare i riferimenti letterari e storici, e un intreccio non scontato anche se si sa cosa succede se scherzi con il principe delle tenebre.

Un’altra cosa interessante è che, in tempi di saghe infinite, Il rocchetto di madreperla è una storia a se stante, anche se sarà interessante leggere altre prove dell’autrice, magari sempre su questa falsariga.