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Citizenfour. Il "Prisma" attraverso cui ci osserva la NSA
Citizenfour, un film-documentario girato dalla regista Laura Poitras, vincitore di un Premio Oscar nel 2015, si presenta con una veste singolare: coniuga il rigore e la veridicità del documentario con i ritmi di un thriller che si evolve di minuto in minuto. Al centro della trama si staglia la cronaca dell'incontro tra la regista, vincitrice di un premio Pulitzer, i giornalisti Glenn Greenwald e Ewen MacAskill e l'ex tecnico della CIA Edward Snowden.
Il tutto si svolge a Hong Kong, città che sembra ideale per ambientarvi intrighi internazionali e trame di ogni genere. In questo caso si tratterebbe della trama escogitata dalla NSA (National Security Agency, l'Agenzia per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti), per violare la privacy degli utenti di internet, in modo diffuso e senza distinzioni di sorta.
Il titolo Citizenfour è in realtà lo pseudonimo scelto dallo stesso Snowden, quando nel gennaio 2013 contattò la regista, consapevole del suo coraggio e della sua incorruttibilità, benché fosse stata più volte spiata e perfino fermata negli aeroporti. Snowden le rivelò di aver acquisito la certezza, grazie alla sua professione di analista informatico, del fatto che la NSA esercitasse una funzione da "Grande Fratello" orwelliano, ai danni non solo dei cittadini statunitensi, ma anche degli abitanti dell'intero pianeta. La Poitras allora si convinse dell'urgenza di realizzare un film che documentasse in modo il più possibile accurato questi fatti sconcertanti e inquietanti.
Ne è venuto fuori una sorta di intrigo alla Jason Bourne, il famoso killer professionista inventato dal romanziere Robert Ludlum e protagonista di varie saghe cinematografiche e televisive. Certo, a scanso di equivoci, occorre sottolineare che i ritmi sono quelli lenti di un documentario e non certo quelli di un film di azione, ma la suspense è assicurata, grazie alla perfetta descrizione dei contatti tra Snowden, Glenn Greenwald e Laura Poitras che avvengono inizialmente attraverso un sistema di crittografia a chiave pubblica.
La Poitras e Greenwald si incontrano successivamente a Yonkers, nello stato di New York, dove la regista rivela al giornalista di essere in contatto con una fonte anonima che sostiene di essere in possesso di prove che rivelerebbero una sorveglianza di massa da parte della NSA attraverso il monitoraggio dei networks informatici. La fonte anonima si rivela poi essere Snowden. Vengono così scaricati i primi documenti criptati, con il nome riservato "Astro Noise", ma senza il codice che dovrebbe permetterne la decifrazione.
Dopo una serie di fitti incontri, avvenuti specialmente a Hong Kong, si delinea un quadro estremamente preciso: esiste un programma segreto, il PRISM, che permette al governo degli USA di avere accesso ai dati di tutti gli utenti di Google, Yahoo, Facebook, AOL e YouTube, per citare solo alcuni dei più famosi siti e social networks della rete. Celebri testate come il Guardian e il Washington Post pubblicano articoli di fuoco sulla vicenda, proiettando Snowden e la Poitras sul palcoscenico della notorietà internazionale.
Le autorità reagiscono in modo scomposto, sottoponendo la fidanzata di Snowden a un interrogatorio poliziesco nella loro casa alle Hawai. Ma i protagonisti della vicenda non si scoraggiano: Greenwald, in collaborazione con il collega MacAskill, pubblica un ulteriore articolo relativo a una direttiva presidenziale segreta, firmata dal presidente Barack Obama in persona, che ordina al Pentagono e ad altre agenzie di stilare una directory di possibili obiettivi di attacchi informatici.
Un ulteriore articolo riguarda invece il BOUNDLESS INFORMANT, ossia un programma della NSA che si prefigge una raccolta massiccia di dati su scala mondiale, senza riguardo per la privacy o la riservatezza di chicchessia.
Sembra così avverarsi una delle profezie del grande sociologo canadese Marshall McLuhan, quando 50 anni fa ebbe a scrivere: "Poiché la nuova tecnologia elettrica non è un’estensione del nostro corpo, ma del nostro sistema nervoso centrale, possiamo vedere in tutte le tecnologie, linguaggio compreso, dei mezzi per elaborare esperienze nonché per immagazzinare e accelerare informazioni. In questa situazione è plausibile considerare tutte le tecnologie come armi [...] Uno dei fenomeni più significativi dell'era elettrica consiste nel creare una rete globale che ha molte caratteristiche del nostro sistema nervoso centrale, il quale non è soltanto una rete elettrica, ma un campo unificato di esperienza." (Understanding Media [1964], trad. it. Gli strumenti del comunicare, Milano, Il Saggiatore, 1967, pp. 367 e 371).
Si rischia così una sorta di paradossale "voyeurismo universale", in cui tutti pensano di poter vedere senza essere visti, rischiando in realtà di essere esposti all'osservazione di chiunque voglia carpire dati e penetrare nel privato altrui.