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Claudio Metallo. Un libro leggero come una foglia
Come una foglia al vento, leggera, ma priva di forza. Cresciuta sopra un albero del quale non si conoscono bene le radici e sospinta da un vento di cui non si conosce la direzione. Così appare Peppe Blagano’, il protagonista di questa opera prima di Claudio Metallo.
Ed è esattamente da una foglia che si ricava la cocaina. Peppe è figlio di calabresi emigrati all’“Alta Italia”, come si usava dire allora, nato negli anni '60 e cresciuto tra compagni che lo chiamavano terrone. In Calabria trascorre le festività calabresi, estive e non. Ha una passione smisurata per il calcio e impara lo spagnolo leggendo i libri del giornalista sudamericano Osvaldo Soriano. Queste letture non saranno solo una valvola di sfogo, ma anche il filo conduttore che permetterà la trasformazione di un uomo semplice ed onesto, forse anche troppo ingenuo, in un intermediario della ‘ndrangheta in Colombia.
E’ un libro che si beve come un sorso di moscato, accompagnato da altri sapori tipici locali citati dall’autore. A contrasto con l’assurda rincorsa al denaro del mercato della droga, dalla quale Peppe non sembra trarre alcun reale beneficio, è nella semplicità dei cibi genuini come i fichi, i culluttialli (ciambelle salate di farina e patate) che il povero Peppe, ormai avvinghiato nel circuito del narcotraffico, trova un po’ di conforto.
Lo si insegue passo passo in questo percorso senza ritorno, spinto dall’Onorevole del paese e addirittura dal prete. Sembra non avere scelta, e soprattutto, nessuno su cui contare. Quello che gli resta da fare é capire quando “tirare la corda e quando mollare”.