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Colette. Ritratto del glamour liberato al femminile
Un film su Colette è sempre interessante, soprattutto se realizzato da un autore indipendente come Wash Westmoreland, autore di Still Alice con Julianne Moore e nel 2014 oppure di The Last of Robin Hood su Errol Flynn l'anno prima. Questa pellicola analizza e presenta in maniera glamourous la prima parte della vita di Colette, pseudonimo di Sidonie-Gabrielle Colette (Saint-Sauveur-en-Puisaye, 28 gennaio 1873 – Parigi, 3 agosto 1954), e soprattutto disegna un profilo della sua vita finchè non esplode sia come scrittrice sia come attrice.
Non può naturalmente che essere imperniata sulla sua esuberante personalità, una narrazione filmica su Colette, nata in Borgogna e trasferitasi a Parigi grazie al suo primo amante e poi sposo, Henry Gauthier-Villars, conosciuto come Willy, un imprenditore editoriale diremmo oggi, che ha una fucina di “schiavi” (chiamati così allora) che sfornano dai racconti ai romanzi, alle critiche musicali.
Il film è quindi molto godibile, essendo la sua vita piena di ménage, e non solo à trois, con ambo i sessi; scandali che vanno dal seno nudo a teatro fino a nuove edizioni sempre piu' pepate della serie di Claudine, firmata dal marito, e solo in seguito cofirmata da lei. Storie che nascondono però anche una sofferenza al femminile per l'appropriazione maschile (Willy) del suo personaggio, per averne venduto i diritti senza nemmeno chiederglielo, per le continue scappatelle alle spalle di lei. Una donna però che si libererà di lui, sceglierà di vivere i suoi amori saffici, da Georgie Raoul-Duval fino alla Marchesa Mathilde de Morny, detta Missy (che si vestiva da uomo), e con quest'ultima inizierà una carriera teatrale che la condurrà fino al Moulin Rouge.
Keira Knightley è perfetta dal punto di vista fisico ed anche inebriante il suo indossare costumi così diversi nel ruolo di Colette, un po' meno come espressività attoriale, ma questo già lo sapevamo; Willy è interpretato dal bravissimo Dominic West; la parte di Missy, recitata in maniera sensibile e calibrata, è di Denise Gough. Una nota di merito alla scelta delle musiche, scritte e curate da Thomas Ades, autore contemporaneo di opera (Powder Her Face la piu' famosa), che denota un'estrema sensibilità anche in quell'ambito. Amica tra l'altro di Debussy e Ravel e musa di Anatole France e Jean Lorrain, Colette merita in pieno questo trattamento ricercato.