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Collateral Beauty. Le delicate luci di Frankel
Un dramma intimo e familiare alla base di partenza di questo film delicato e sensibile di David Frankel, premio Oscar per Il diavolo veste Prada del 2006: Collateral Beauty, il titolo, sembra aprire uno squarcio spirituale fin dall'inizio, e a fianco di Will Smith protagonista, vediamo una serie di star di Hollywood che si aggirano per la New York invernale e ghiacciata delle sere di Natale: Kate Winslet, Helen Mirren, Edward Norton, Keira Knightley, si avvicendano in questa storia dai contorni soprannaturali.
In realtà scopriremo solo alla fine la vera caratura “soprannaturalmente umana” di questa pellicola che indaga conflitti e crisi in bilico tra affetti familiari e business, che decretano il fallimento o la riuscita di intere esistenze, tutte legate da un effetto gigantescamente a farfalla di cui tutti sono consapevoli, a cominciare dai colleghi societari di Howard, interpretato da Will Smith e colpito da una tragedia familiare il cui rilievo ha pesantemente bloccato non solo la sua, ma anche la vita dei suoi amici e collaboratori.
La società è in crisi e Howard è lontano anni luce da tutti finché un trio di attori assoldati per rivestire i ruoli delle tre domande esistenziali di quest'ultimo, ovvero La Morte, Il Tempo e L'Amore, gli si materializzano dietro ogni angolo della sua vita, e lui sarà costretto a riaccendere quel motore della comunicazione che aveva spento da tempo con tutti.
Tra i bagliori di un Natale alla sua vigilia con gli alberi decorati ed illuminati, una favola dolorosa e attuale, trattata con raffinatezza dal regista David Frankel e la sceneggiatura semplice quanto sensibile di Allan Loeb, illumina la Grande Mela tra Rockfeller Center ed interni raffinati, riscaldando con uno stralcio di realtà “collaterale” come la sua bellezza.