Supporta Gothic Network
Complesso del Vittoriano. LUCE -L’immaginario italiano
Il Complesso del Vittoriano ospiterà fino al 21 settembre 2014 una mostra dedicata all’Istituto Luce, a novant’anni dalla fondazione. Fu, infatti, istituito nel 1924 ed è un fondamentale e vastissimo archivio della memoria degli anni trascorsi con il suo patrimonio di filmati e fotografie, che testimoniano i cambiamenti avvenuti in Italia e non solo.
L’esposizione è stata ideata e realizzata da Istituto Luce-Cinecittà; Gabriele D’Autilia ne è il curatore scientifico e dei testi e Roland Sejko, il curatore artistico e della regia video. L’organizzazione generale è di Comunicare Organizzando.
L'idea di raccontare l'Italia attraverso il nuovo linguaggio delle immagini del cinema, prima muto, poi all'inizio degli anni trenta sonoro, fu fondamentale ed ebbe successo in un contesto in cui la maggior parte della popolazione era analfabeta. Lo scopo iniziale per cui fu ideato fu infatti pedagogico, come testimonia l'acronimo Luce: L'Unione Cinematografica Educativa.
L'importanza e l'efficacia di questo strumento a fini di propaganda non sfuggì a Benito Mussolini che lo sostenne e lo finanziò. La creazione nel 1927 del cinegiornale Giornale Luce con l'obbligo di venire proiettato in tutti i cinema d'Italia prima dei film, ne è una esemplare testimonianza. Il passo successivo fu nel 1935, l'Istituto Luce dette origine all'Ente Nazionale Industrie Cinematografiche (ENIC).
Iniziò così la partecipazione alla produzione cinematografica, il colossal Scipione l'Africano (1937) di Carmine Gallone ne è un significativo esempio. Nel 1936 il controllo dell'Istituto Luce passò dal diretto controllo del Capo del Governo a quello del Ministero della Cultura Popolare. Sempre nello stesso anno cominciò la costruzione della nuova sede dell'Istituto vicino a Cinecittà e al Centro Sperimentale di Cinematografia.
La produzione di documentari e dei film proseguì dopo la guerra se ne sono avvalsi registi come Pupi Avati, Marco Bellocchio, Claude Chabrol, Liliana Cavani, Mario Monicelli, Ermanno Olmi, Ettore Scola. L' archivio dell'Istituto con decine di migliaia di filmati e tre milioni di fotografie è ricchissimo e di incommensurabile valore; dal 2013 il fondo ‘Cinegiornali e fotografie dell’Istituto Nazionale L.U.C.E.’ è nel Registro Memory of the World dell’UNESCO un riconoscimento della sua importanza come testimonianza storica.
Il percorso della mostra è in ordine cronologico e tematico e associa fotografie a video, quelli proiettati sono stati realizzati per questa occasione con un montaggio di filmati d'epoca, che raccontano le condizioni di vita degli italiani fin dagli anni venti, la propaganda fascista, l'autarchia, la guerra e i vari aspetti del dopoguerra, politici e sociali. Una parte illustra i documentari realizzati a scopo didattico anche all'estero per far conoscere agli italiani non solo il loro paese e le colonie, ma anche luoghi lontani ed esotici.
La conclusione è dedicata al Cinema: con centinaia di foto di registi, attori, set, e una interessante selezione di trailer e backstage di film. I visitatori non più giovani si trovano a loro agio, in quanto molto di quello che vedono gli è familiare. Per i più giovani è necessaria una guida esperta, che è ancora più efficace se sono stati sufficientemente preparati in anticipo; poiché il periodo in cui si è svolta la mostra è coinciso con la chiusura delle scuole, in particolare segnaliamo il sito www.youtube.com/user/CinecittaLuce dove è possibile consultare l'archivio dei filmati, uno strumento di validissimo supporto per gli insegnanti nell'insegnamento della storia.
Per l'occasione è stato pubblicato il volume LUCE – L’immaginario italiano, ricco di di immagini in bianco e nero e a colori , è l'occasione di un approfondimento dei temi trattati nella mostra, è curato da Gabriele D’Autilia, docente di Fotografia e Cinema presso l’Università di Teramo, la prefazione è di Dacia Maraini ed è edito da Rai Eri con Istituto Luce-Cinecittà.