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Concerto Romano. La sete di Christo di Bernardo Pasquini
Un vero evento è stata la riproposizione, in prima esecuzione moderna a Roma dell'oratorio La sete di Christo di Bernardo Pasquini, che proprio a Roma fu eseguito per la prima volta nel 1683, da parte dei musicisti di Concerto Romano diretti da Alessandro Quarta. Il concerto si è svolto il 16 febbraio 2013 nella suggestiva chiesa Evangelica Luterana, di via Sicilia.
Bernardo Pasquini (Massa di Valdinievole (Pistoia) 7 dicembre 1637 – Roma, 22 novembre 1710) fu allievo Antonio Cesti e Loreto Vittori. Compositore, clavicembalista e organista italiano fu protagonista del barocco musicale romano e come Arcangelo Corelli e Alessandro Scarlatti fu accolto nell'Accademia dell'Arcadia nel 1706.
È oggi conosciuto soprattutto per le sue composizioni per tastiera in quanto fu uno straordinario clavicembalista e organista, ebbe molti allievi che divennero illustri musicisti: Georg Muffat, Johann Philipp Krieger, Francesco Gasparini, Francesco Durante, Giovanni Maria Casini, Domenico Zipoli, Azzolino Bernardino della Ciaja e probabilmente Alessandro Scarlatti e Johann Kaspar Kerll. Pasquini, compose anche opere e oratori, che però vengono molto raramente eseguiti è stata quindi un'iniziativa meritoria riproporre dopo 330 anni questa composizione nella città in cui fu eseguita per la prima volta.
La sete di Christo è un oratorio, insieme ai mottetti e alle cantate fa parte di quelle musiche che venivano eseguite negli oratori per accompagnare i sermoni e stimolare le meditazioni e le preghiere durante gli esercizi spirituali. I testi potevano essere in latino o in volgare, italiano, come in questo caso, seguendo l'insegnamento di San Filippo Neri che per primo, nell'oratorio di Santa Maria in Vallicella, incoraggiò e patrocinò nelle celebrazioni religiose l'uso della musica, molto amata dal popolo, per coinvolgere e stimolare i fedeli, alla preghiera. Solo in seguito l'oratorio si trasformò in un vero e proprio spettacolo, anche in forma scenica, in cui si esibivano i musici o castrati trasformando anche la struttura stessa dell'oratorio, con il predominio dell'aria solistica, di tipo operistico a discapito dei pezzi di insieme.
Questo oratorio fu concepito per la celebrazione degli esercizi spirituali della quaresima. La sete di Christo è diviso in due parti, e ha quattro personaggi: Maria, S. Giovanni, Giuseppe D'Arimatea e Nicodemo; nella prima parte, dopo una breve introduzione orchestrale, arrivano separatamente a coppie sul Calvario, pieni di angoscia e solo alla fine si riconoscono fra loro. La seconda parte inizia con unico intervento di Cristo, che ripete due volte in latino: Sitio. Dalla sete iniziano una serie di meditazioni che terminano con la morte di Cristo e con il drammatico recitativo di Maria si conclude l'oratorio.
I recitativi sono pochi mentre le arie si alternano a pezzi di insieme (duetti, terzetti e quartetti) conferendo allo svolgimento drammatico una grande tensione. L'oratorio alterna drammaticità a meditazione evidenziate dalla ricchezza musicale profusa nell'orchestra e nel canto, arricchito da abbellimenti espressivi. Abbiamo saputo che sono state tagliate tutte le parti contro gli ebrei, infatti, dal Concilio di Trento (1545 -1563) fino che Giovanni XXIII° non l'abolì nel 1959, nella liturgia del venerdì santo era inclusa la preghiera Oremus et pro perfidis Judaeis. La traduzione di perfidis è controversa: che non credono o perfidi, ma è certo che veniva percepita dal popolo nella seconda versione e ha alimentato l'antisemitismo.
L'esecuzione sotto la guida di Alessandro Quarta è stata convincente sia nella parte strumentale, grazie alla bravura dei musicisti di Complesso Romano, sia dei cantanti tra cui si è distinta Francesca Aspromente, che dotata di una voce morbida e di una tecnica appropriata, ha offerto una efficace interpretazione. Il pubblico presente ha applaudito con calore tutti gli interpreti.