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The Counselor. Kitsch & chic con parata di stelle
C'era veramente bisogno di un film come The Counselor firmato da Ridley Scott e con la sceneggiatura dello stesso Cormac McCarthy dello straordinario The Road? La parata di star da Fassbender a Cameron Diaz non fanno che far trapelare il nulla della sceneggiatura inconsistente, del soggetto confuso, del montaggio arzigogolato.
Si comincia con una scena che vorrebbe essere erotica e diventa comica e blanda tra Fassbender e Penélope Cruz, fino ad arrivare all'ovvio epilogo della richiesta di matrimonio di una coppia di innamorati, il detto procuratore del titolo Fassebender, ed una bellezza mediterranea come la Cruz, di cui però non ci è dato sapere la professione.
Nel film tutto risulta, oltreché scontato, piuttosto confuso: per esempio, ma come è possibile che il cartello messicano della cocaina non si accorga che Fassebender è un totale neofita nel commercio illegale di droga e si drammatizzi tutta la sua storia d'amore fino ad una vendetta che, più che metaforica e simbolica come vorrebbero certe frasi nello script: “regalare un diamante ha uno scopo propiziatorio: quello di rendere immortale chi lo riceve”, che risulta grossolanamente grottesca e per nulla in linea con quanto affermato all'inizio sullo scambio delle cosiddette “cauzioni umane”.
Dalla scena sul diamante taglio Hascher ci si aspetterebbe un prosieguo di un certo stile, invece no: veniamo catapultati nell'ambiente straordinariamente kitsch & chic della “cacciatrice” Malkina alisa Cameron Diaz che sta con Javier Bardem a godersi vacanze infinite in un loft arredato à la Warhol senza Bowie ed i Velvet Underground. I due leopardi sono forse l'unica presenza elegante di tutto il film, purtroppo, sappiamo alla fine che anche uno di loro è morto, inutilmente.