Da Forum Novum a Vescovio

Articolo di: 
Daniela Puggioni
“Da Forum Novum a Vescovio. Per uno stato degli studi sulla maior ecclesia sabinensis

A Roma, lo scorso 7 giugno, a Palazzo Patrizi Clementi è stata presentata la pubblicazione degli Atti della Giornata di studi raccolti in un volume dal titoloDa Forum Novum a Vescovio. Per uno stato degli studi sulla maior ecclesia sabinensis”, che si svolse il 27 ottobre 2018 presso l’Oasi di Vescovio, organizzato dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Frosinone, Latina e Rieti, in collaborazione con la Diocesi Suburbicaria di Sabina-Poggio Mirteto.

Nella campagna del comune di Torri in Sabina (Rieti) si erge la chiesa di Santa Maria in Vescovìo che fu un importante sede vescovile, da cui il nome, che si sovrappose al precedente insediamento romano Forum novum. Il volume, a cura di Alessandro Betori, Giuseppe Cassio e Francesca Licordari, è diviso in due parti, la prima dedicata a Forum Novum la seconda a Santa Maria in Vescovìo. Il libro raccoglie ventisei contributi di notevole valore scientifico di archeologi, architetti, storici dell’arte, restauratori, fisici e storici, contributi che illustrano la storia e le conseguenti trasformazioni e inoltre le ricerche effettuate per quaranta anni non solo dalla Soprintendenza, ma anche dall’Università di Perugia e dalla British School at Rome. Il libro, che è corredato da un ragguardevole numero di immagini, è stato edito da Campisano Editore e inaugura la collana “Sabina Nova”.

Forum novum era un mercato pastorale diventato poi un municipio in età cesariana, gli scavi ne attestano l’esistenza a partire dal II secolo a.C,. Il sito fu a lungo dimenticato poi negli anni ‘40 del 900 un articolo di Carlo Pietrangeli riportò l’attenzione sul sito ma solo nel 1969 iniziarono le prime ricerche archeologiche che durarono fino al 1975 e da cui emersero strutture pubbliche dell’antica città romana: la basilica e un tempio. Negli anni Ottanta le ricerche successive hanno portato alla luce un pavimento con mosaico di un sacello dalla basilica. Ulteriori scavi tra il 1997 e il 2004 dalla British School at Rome in collaborazione con l’Università di Perugia (2004) hanno portato alla scoperta di gran parte dell’area pubblica del municipium.

Nell’area archeologica di Forum Novum attualmente si riconoscono almeno tre edifici di culto, la basilica civile, tabernae, ambienti di soggiorno e di servizio e un sistema di gestione delle acque, che Alessandro Betori illustra nel suo prezioso contributo basandosi, sui recenti interventi di restauro e valorizzazione e sulle decorazioni. Betori, inoltre, analizza anche le criticità dei diversi lavori di scavo e ricerca nel sito che si sono succeduti. Al di fuori dell’area degli scavi sono stati riconosciuti un anfiteatro a terrapieno, una lussuosa villa con mausoleo, unico luogo di abitazione finora trovato, che Filippo Coarelli attribuisce, incrociando fonti epigrafiche e letterarie, al cavaliere P. Faianius Plebeius, che aveva fatto costruire opere idrauliche utilizzando l’acqua delle sorgenti di sua proprietà.

Passando all’epoca cristiana nella seconda metà del III secolo Forum Novum fu il luogo del martirio di Massimo, Basso e Fabio, e là furono sepolti dalla comunità cristiana. Le prime notizie su di una sede episcopale risalgono alla fine del secolo IV, al tempo dell’imperatore Teodosio I. Nell’876 Vescovio venne distrutta dai Saraceni e la sede episcopale venne spostata per qualche anno a S. Lorenzo a Toffia, ma gli affreschi eseguiti nel XIII secolo presenti nella chiesa di Santa Maria in Vescovìo testimoniano la ripresa economica. Gli abitanti progressivamente abbandonarono la pianura che divenne paludosa e malarica così nel 1495 l’episcopio fu trasferito a Magliano. Nel 1521 Leone X restituì a Vescovio il titolo di cattedrale e diede a Magliano quello di concattedrale, nel 1569 il cardinale Gabriele Paleotti per evitare l’abbandono fece costruire un imponente edificio per i religiosi di ordini diversi che si susseguirono a custodire la chiesa, ma nella prima metà del ‘700 fu affidata ai parroci dei paesi vicini che vi celebrarono saltuariamente la messa.

All’inizio dell’Ottocento furono imbiancate le pareti e coperti gli affreschi, che tornarono alla luce dopo circa cento anni per il deteriorarsi degli intonaci. Negli anni ‘30 del secolo scorso furono restaurati poi, in seguito al terremoto del 1979, la Soprintendenza ai Beni Storici e artistici del Lazio fece eseguire un ulteriore restauro. Nella cripta, rimasta a lungo interrata, che è la parte più antica della chiesa ci sono affreschi della chiesa primitiva che risalirebbero all’VIII secolo. Dalla cripta semianulare si scorge la fenestella confessionis che si apre sull’altare centrale, comunicante con la camera delle reliquie. La chiesa è a navata unica e a croce latina, oltre agli affreschi della cripta, c’è il ciclo pittorico duecentesco, attribuito ad appartenenti alla scuola romana di Cavallini, che sulle pareti della navata dipinsero scene del Vecchio e del Nuovo Testamento e nella controfacciata il Giudizio Universale, che ha come evidente modello quello che il Maestro, Pietro Cavallini, eseguì circa nel 1293 nella Basilica di Santa Cecilia a Roma.

Nel suo intervento Alessandro Tomei, pur facendo notare la minore resa volumetrica, afferma che il ciclo di Vescovio “è la prima grande impresa della bottega del maestro, in questo caso operante in modo autonomo”. Cavallini fu anche un creatore di mosaici anche importanti come quelli della Basilica di San Paolo, poi distrutti dall’incendio nel 1823. Fu una scelta originale ma forse non sorprendente che la sua bottega, nella divisione delle scene bibliche, scelse di dipingere pilastri a sezione esagonale, ornati da specchiature a motivi cosmateschi e conclusi in alto da capitelli stilizzati con volute ioniche, che sostengono un architrave sempre con decorazioni cosmatesche.

Nel libro si dedica ampio spazio alla struttura architettonica della chiesa e agli affreschi citando anche altre chiese della Sabina. Lo storico dell’arte Giuseppe Cassio ha scritto dell’icona mariana venerata nella chiesa, che deve il suo nome di Madonna della Lode all’iscrizione, tratta dalla Bibbia, che si legge nel libro che Gesù Bambino tiene nella mano sinistra: “ex ore infantium et lactentium perfecisti laudem” (Tu, o Signore, hai ricevuto la lode dalla bocca dei fanciulli e dei lattanti). L’icona, che è stata recentemente soggetta a indagini diagnostiche multispettrali, non è in realtà quella originale, ma rifatta verso la fine del Quattrocento su un modello preesistente ed è attribuibile alla bottega di Antoniazzo Romano, probabilmente al figlio Marcantonio Aquili.

La Soprintendente Paola Refice ha sottolineato che questo volume più che un punto di arrivo costituisce un momento di riflessione sui dati fin qui acquisiti e al tempo stesso una solida base per proseguire nel lavoro di ricerca e di valorizzazione, che non può che essere sinergico e di squadra. Per ora c’è la promessa che, essendo ultimati da poco i restauri dei mosaici e della sistemazione delle coperture, l’area archeologica di Forum Novum sarà a breve aperta al pubblico.
 

Pubblicato in: 
GN32 Anno XIII 16 giugno 2021
Scheda
Titolo completo: 

Da Forum Novum a Vescovio. Per uno stato degli studi sulla maior ecclesia sabinensis

Curatore: Alessandro Betori, Giuseppe Cassio, Francesca Licordari
Editore: Campisano Editore
Collana: Sabina Nova
Anno edizione: 2021
In commercio dal: 25 marzo 2021
Tipo: Libro universitario
Pagine: 424 p., ill. , Brossura
EAN: 9788885795525
prezzo 50 euro